Sessanta milioni di passeggeri in aereo, negli ultimi quindici anni, in Puglia. Resta, però, un largo divario infrastrutturale tra la nostra provincia e le altre.
Nella nostra vita quasi tutto è opinabile, ma i numeri significano pur sempre qualcosa e non possono essere interpretabili secondo le esigenze del momento come, invece, può accadere nelle peggiori consuetudini politiche. Un po’ come successo, proprio in questi giorni, per i numeri, diffusi da ConfCommercio Foggia, suiflussi turistici negli esercizi ricettivi nel periodo 2008 -2015. Non si sono dati i numeri nel significato che si rivolge a chi parla a vanvera, bensì sono stati forniti dati precisi che (ri)aprono una questione regionale annosa: la provincia di Foggia continua a pagare dazio per la scarsa, a volte inesistente, rete infrastrutturale.
Come altro spiegare che la provincia di Foggia resta quella che registra maggiori presenze, ma è anche la sola che ha avuto un calo (del 2,3%)? E come spiegare che è aumentato il numero delle presenze straniere solo del 9,9%, contro il 126,8% della provincia di Brindisi, il 100% di quella di Bari e il 66,5% di quella di Lecce?
Che siano aeroporti, strade o anche ferrovie, non c’è grande differenza: in Capitanata si arriva con la forza di volontà e con il desiderio di conoscere la nostra terra e non perché vi sia una viabilità che possa essere ritenuta degna di un Paese civile.
Non si dimentichi che siamo la seconda provincia più estesa d’Italia e i flussi turistici indotti, soprattutto dal Gargano, mantengono la Capitanata saldamente al primo posto, a livello regionale, per arrivi e presenze di turisti. “La persistente e ingiustificabile inattività dell’aeroporto ‘Gino Lisa’, il fallimento dell’interporto di Cerignola, l’abbandono del porto alti fondali di Manfredonia, sono autentiche privazioni, la cui lista, purtroppo, è in continuo aggiornamento”, ha affermato il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi.
Negli ultimi quindici anni sono arrivati in Puglia oltre sessanta milioni di passeggeri, metà dei quali turisti, grazie ai voli. Oggigiorno sono più di venti i vettori che collegano Bari con una sessantina di località nazionali ed europee; quindici, invece, i voli che collegano Brindisi a trentacinque destinazioni nazionali ed europee. Sono occorsi buoni cinquecento milioni di euro, compresa la somma impiegata per l’aeroporto di Grottaglie, per dare una decisa accelerata allo sviluppo di quei territori. “Nel foggiano stiamo ancora assistendo al teatrino, che va in scena da troppo tempo ormai, al riguardo dell’allungamento della pista del ‘Gino Lisa’. Un aeroporto è un ‘fatto’ economico, ma anche e soprattutto culturale. Agevolando gli scambi, ci consentirebbe di allargare i nostri orizzonti e di uscire dalla ‘solitudine territoriale’ che ci portiamo un po’ addosso”, commenta Riccardi.
Tuttavia, tra misteri, presunti boicottaggi, eventuali negligenze di più soggetti e, come se non bastasse, le ferree regole della Comunità europea, il dato di fatto è oggettivo: il Gargano avrebbe bisogno di un aeroporto, come di strade più sicure e di maggiori collegamenti con il resto della regione. L’aeroporto non c’è e il resto sono chiacchiere.
“Occorre impegnarsi seriamente per riequilibrare le differenze all’interno della Puglia, che potrà crescere soltanto se avrà uno sviluppo globale senza squilibri territoriali”, termina il sindaco Angelo Riccardi.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia