Domenica 3 Novembre 2024

Orsara, “La consegna di un mondo”: il paese in 300 foto

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Il titolo del volume, “La consegna di un mondo”, racconta un’impresa: raccontare un paese. Nicola Tramonte ci è riuscito. In 300 foto, scattate dal 1971 al 2016 lungo un orizzonte temporale di 45 anni, l’architetto orsarese ha consegnato ai suoi concittadini, e a tutti noi, il genius loci di Orsara, l’anima del borgo e il suo sguardo sul domani. Il volume fotografico, edito da Libria, è stato stampato col patrocinio dell’Amministrazione comunale e sarà in distribuzione anche online dal 25 luglio. La pubblicazione sarà presentata lunedì 8 agosto, alle 18, nella sala conferenze di Palazzo De Gregorio a Orsara di Puglia. “Questo libro – ha dichiarato il sindaco di Orsara, Tommaso Lecce – è una lettera alle generazioni che verranno. E’ un’opera che ci consegna la genealogia di un’identità collettiva, facendone una finestra aperta sul nostro avvenire. Osservando con una attenzione sentimentale le scene del volume, come fossero le parti di un unico e coerente film-documentario, il sentimento che mi trasmettono cuore e cervello è quello della speranza. Una speranza dovuta alla consapevolezza di quanto siano ricche, piene di storia, di esperienze e di valori la cultura del nostro paese e la sua estrazione contadina, legata alla terra. C’è da esserne fieri. L’orgoglio, però, non basta. Occorre fare di più. E’ necessario che la tradizione, come in questo volume, diventi la prima pietra di un edificio fatto di azioni, progetti, programmi innovativi che sostengano la crescita sociale, culturale ed economica di Orsara e del nostro Paese più in generale”. C’è una persona che, forse più di altre, conosce lo sguardo di Nicola Tramonte. Quella persona è Peppe Zullo, il cuoco-contadino, lo chef orsarese conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E’ stato proprio l’architetto-fotografo a progettare la Cantina del Paradiso “zulliano”, un’opera premiata alla Biennale di Venezia come una delle migliori “Cattedrali del vino” italiane. Peppe Zullo, naturalmente, ha potuto sfogliare in anteprima le pagine del libro. “C’è un filo narrativo ricorrente lungo tutto il volume: gli occhi delle persone, le loro mani, la pietra di archi e strade, il lavoro nei campi che arriva fin dentro il paese. Nicola ha saputo riconoscere quella filigrana”, ha detto il cuoco di Villa Jamele. “Conosco Nicola da molti anni. I suoi occhi spesso brillano di ironia e curiosità. Non è una persona che passa inosservata, ma quando ha le mani sulla sua macchina fotografica riesce a diventare invisibile. I suoi scatti non modificano la scena, non condizionano il fluire naturale delle cose, sembrano arrivare direttamente dalla nostra memoria, una memoria personale e collettiva allo stesso tempo. E intanto la banconota cambia aspetto, acquisisce i segni del tempo, come le increspature di un albero, ma la filigrana resta sempre la stessa”.

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Capitanata · News

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