Edoardo Albinati, La scuola cattolica, Rizzoli, 2016 (Vincitore del premio Strega 2016)
“Mi sono detto che quella storia che avevo sepolto riemergeva dalle nebbie ,che doveva essere scritta e che dovevo farlo io”.
Con queste poche parole Edoardo Albinati, autore del libro “La scuola cattolica”, chiarisce agli occhi del lettore il dovere morale che lo ha indotto a scrivere. La fluidità della scrittura tiene incollati alla pagina; alla fine, quando ogni asse, ogni mattone, ogni tegola è al posto giusto, è comunque difficile trovare le parole per descrivere questa immensa struttura.
È così che si configura, sotto i polpastrelli del lettore, una realtà perbenista e apparentemente borghese, che cela un mondo privo di valori e ricca di frasi eccessivamente permissive. È interessante l’attento approfondimento psicologico dei personaggi finalizzato ad evidenziare tutte le possibili premesse che conseguentemente hanno portato all’efferato delitto dei Circeo che diventa pian piano più chiaro. Alla ferocia dei tre assassini fa da controcanto il talento di alcuni alunni, la vivida intelligenza del professor Cosimo e la palese ipocrisia dell’ insegnante di religione.
Non basterebbe un trattato per enumerare tutti gli innumerevoli temi abilmente inseriti nella narrazione, che, mai pesante, fa germogliare il mondo intero, avviando una quantità di racconti , riflessioni e collegamenti impressionanti. Albinati mette in gioco tutti i tasselli che la vita gli ha messo davanti, raccogliendoli tutti , uno per volta, e cercando, avendoli messi insieme, di far comprendere le segrete dinamiche nascoste da una faccia pulita ed un cognome rispettabile. Il filosofo inglese Bacone, con un’efficace metafora, distingueva i libri che “ devono essere assaggiati, altri trangugiati, ed alcuni, pochi, masticati e digeriti”. Il capolavoro di Albinati fa sicuramente capo alla terza categoria .
Sara Mondelli