Nel periodo estivo ci ritroviamo puntualmente a parlare di spiagge e del diritto di poter godere del nostro mare. La gente di mare ha un particolare rapporto con questa grande massa di acqua che consente di rinfrancare il corpo e la mente. I dibattiti che spesso ci troviamo ad affrontare sul nostro litorale riguardano: la tutela del mare, delle coste, il diritto di poter godere di tratti di mare senza dover pagare dazio ad uno stabilimento balneare e la necessità sociale di dotare la costa di strutture che diano servizi di balneazione, di ristorazione e di relax. A regolamentare tutto questo è intervenuto il Piano delle Coste Comunale approvato dal nostro Consiglio Comunale alla fine dello scorso anno, recependo le direttive fissate dal Piano delle Coste Regionale. Il (PCC) disciplina lo svolgimento delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di gestione e di uso dei beni del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per attività turistico-ricreative. Uno strumento di assetto, gestione e monitoraggio del territorio costiero comunale in termini di tutela del paesaggio, di salvaguardia dell’ambiente, di garanzia del diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico, nonché di disciplina per il suo utilizzo eco-compatibile anche in termini di sviluppo turistico del territorio. Lo stato attuale della costa risente in generale di una disordinata evoluzione, effetto più di una sommatoria d’interventi senza alcuna reciproca connessione che del prodotto di una logica di sistema. Il livello di degrado è tale, per intensità e ampiezza, che il problema non è più quello di cercare usi ottimali delle aree ancora libere, ma piuttosto quello di innescare un processo di recupero e risanamento complessivo. Dal Porto Industriale fino all’inizio del Porto Turistico la competenza del tratto litoraneo spetta all’Autorità Portuale che, paradossalmente, secondo una legge regionale nella disciplina della tutela dell’uso della costa, è esente all’adeguamento del piano di gestione costiero. Il tratto che va dal Porto Turistico fino all’ultima spiaggia invece è di competenza del Comune di Manfredonia che ha l’obbligo di assicurare sulle spiagge libere di tutto il litorale l’igiene, la pulizia e la raccolta dei rifiuti, affidato fino allo scorso anno ad imprese e cooperative private. Quest’anno l’incarico di ripulire le spiagge e il litorale è stato delegato, contro un corrispettivo di 25 mila euro, all’Ase, che quotidianamente presidia la fascia costiera con undici lavoratori socialmente utili intenti a rimuovere i segni dell’incivile popolo che frequenta queste aree. Ci auguriamo che questo intervento non si limiti solo a rimuovere carte o bottiglie ma anche a ripulire le spiagge libere da massi, alghe, che si spiaggiano quotidianamente, e piante ormai radicatesi sulla spiaggia. Le spiagge libere devono essere pulite come quelle date in concessione. Completamente abbandonato al suo destino e alla natura selvaggia, invece, è il tratto di costa che va dal porto turistico fino all’ultimo frangiflutto (Orto delle Brecce), frutto della creatività non ingegneristica ma finanziaria di qualche creativo, con l’intento di salvaguardare la costa con un’inutile opera costata cara alla collettività. Da due anni il Comune non stanzia fondi per ripulire quell’area dall’accumulo di alga spiaggiata e dalla vegetazione che ormai ha raggiunto livelli da foresta amazzonica. Un pessimo tratto della nostra città che va contro tutto il proselitismo turistico. La giustificazione a questa distrazione è l’assenza di fondi nelle casse comunali, che in ogni caso non giustifica lo stato di degrado di una fascia scogliera e costiera che potrebbe ospitare bagnanti nel periodo estivo e potrebbe essere valorizzata a beneficio di chi passeggia sul nostro lungomare aspettandosi ordine e pulizia, base di partenza per una città che vuole essere turistica.
Raffaele di Sabato
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Perchè il comune non ha richiesto i danni alla società che ha progettato la bariera frangiflutti?? Perchè la stessa società continua a lavorare per il comune e non è stata messa in black list? La rispostà è perchè siamo a Manfredonia e il bello viene ogni giorno!
la nostra fantastica costa trattata in questo modo, e pensare che un tempo eravamo una perla del Gargano
spaventoso! Orrendo! Raccapricciante il livello di degrado e di distruzione totale raggiunto dalla costa della nostra città!Dall’acqua di Cristo sino a siponto! La costa più orrenda, sfregiata, cementifata, abusata, violentata di tutto il globo! I leccascroto e leccapiedi dei poteri locali addirittura vantano spiaggia castello come fosse una località del Brasile o del Madagascar! E’ solo un pietoso carnaio e Manfredonia ha la costa più orripilante di tutta l’Europa! Persino le paludi che il duce aveva bonificato nell’Agro Pontini sono sorte a Manfredoni<!!!!!