Venerdì 22 Novembre 2024

Agrispes s.a.r.l. – Il controllato funge da controllore?

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Il D.L. 133/2014, convertito con modificazioni dalla legge n.164/2014 e modificato dalla legge n.190/2014, sancisce che la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica, alimentato da fonti rinnovabili, compresi gli interventi di modifica, potenziamento e rifacimento, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione, costituiscono una priorità a carattere nazionale e sono di pubblica utilità, nonché “indifferibili e urgenti”. Quindi soggette ad un iter autorizzativo semplificato.

E’ una ratifica anche per Energas? 

A corredo dell’ordinamento di opere di pubbica utilità, “indifferibili e urgenti”, c’è anche il D.M. 6 luglio 2012, che fissa le modalità degli incentivi. Lucrosi incentivi e facili autorizzazioni diventano un boccone prelibato per le lobby dell’energia.

In Italia l’azione politica si sviluppa metodicamente sul principio: Creare i “bisogni” per condizionare le “scelte.

A Manfredonia sud, la costruzione dei farlocchi frangiflutti, nati per risolvere un problema, hanno provocato un enorme spiaggiamento di cymodocea nodosa, producendo enormi disagi con lievitati costi di smaltimento e rilevanti problematiche igienico sanitarie.

Quale migliore opportunità per proporre l’insediamento, in territorio di Manfredonia, di un impianto per il trattamento di biomasse? Il progettista e direttore dei lavori dell’Agrispes s.a.r.l., ing. Giuseppe Velluzzi, coglie l’occasione ed entra in una città dove le porte, più che aperte, sono state demolite da decenni. Chiunque arriva è autorizzato a fare, disfare e strafare. L’Agrispes trova il consenso unanime della paritocrazia, nella totale indifferenza della popolazione. Il dado è tratto, l’Agrispes s’insedia nella D3E ex DI/46.

La normativa nazionale, in recepimento delle travagliate e asservite direttive europee, definisce biomassa: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Col pretesto di smaltire l’enorme e incontrollabile produzione di cymodocea (creato il bisogno) si può insediare un impianto per trattere rifiuti (condizionata la scelta).

L’Agrispes non abbisogna di DIA o SCIA ma di una semplice P.A.S. (Procedura Abilitativa Semplificata), cioè una facile autorizzazione. L’impianto può trattare anche la parte biodegradabile dei rifiuti urbani, cioè l’umido. Pronta la Determina Dirigenziale n. 434 del 05.04.2016 che autorizza “… ad eseguire la variante consistente nella modifica del combustibile “matrice organica in  immissione”…”

Nella stessa determina la Asl di Foggia esprime, “parere di conformità precisando che dovrà essere prodotta con cadenza quadrimestrale una relazione sulle misurazioni odorimetriche”. L’Agrispes deve misurare la puzza che emana l’impianto?

La Provincia di Foggia, ignorando la legislazione in vigore, assume una posizione pilatesaca: “nulla-osta a condizione che si attesti per il progetto in questione l’esclusione di un’eventuale verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i e che venga valutata opportunamente la produzione di emissioni in atmosfera nonché la raccolta e gestione delle acque sia meteoriche che nere ed eventualmente ricorrendone il caso, richiedendone la formale autorizzazione ai sensi delle vigenti leggi…“.

Chi deve verificare e valutare? L’Agrispes?

L’Arpa Puglia si dichiara estranea: “ARPA Puglia non rilascia autorizzazioni e/o atti di assenso comunque denominati sulla base della legislazione vigente né è tenuta al rilascio di pareri previsti dall’art. 6 c. 5 del D.Lgs. 28/2011” .

Chi deve fungere da controllore? Il controllato?

Sembra che l’Agrispes si controlli, si dichiari e si attesti, mentre le autorizzazioni diventano un semplice atto dovuto.

Se questo è sancito bisogna prendere atto che, ancora una volta, la legislazione italiana delega al controllato la funzione di controllore.

Il D.lgs. n. 128/2010, che modifica il D.Lgs. 152/2006, alla parte quinta prevede:

a) devono essere prese le opportune misure di prevenzione dell’inquinamento, applicando in particolare le migliori tecniche disponibili;

b) non si devono verificare fenomeni di inquinamento significativi;

c) deve essere evitata la produzione di rifiuti, in caso contrario i rifiuti sono recuperati o, ove ciò sia tecnicamente ed economicamente impossibile, sono eliminati evitandone e riducendone l’impatto sull’ambiente;

d) l’energia deve essere utilizzata in modo efficace ed efficiente;

e) devono essere prese le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze;

f) deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale.

Chi ha il compito di verificare e controllare?

Le biomasse, così come definite dalle leggi vigenti, sono dei rifiuti e i luoghi dove questi sono stoccati e trattati sarebbero da equiparare a vere e proprie discariche. Ci sono poi questioni che richiedono particolari attenzioni e sollecitano interrogativi: Il  processo di digestione anaerobica degli impianti Agrispes è Dry o Wet? Quanti e quali rifiuti tratta annualmete? Qual’è la provenienza dei rifiuti? La filiera delle biomasse, che entra nei digestori, da chi e con quali metodi viene controllata? Quanti residui di frazione inorganica si producono? Quanti liquami? Dove vengono stoccati e/o smaltiti?

A questi ed altri interrogativi qualcuno dovrebbe sentirsi in dovere di fornire delle risposte. Non esiste un sito internet della Agrispes per tali informazioni. Forse perchè essendo una s.a.r.l., (Société à responsabilité limitée) che nasce in Francia e si collega alla tedesca Biogas Nord GmbH, non ha l’obbligo di dare conto ai cittadini italiani? Dov’è la ostentata trasparenza decantata dall’Europa?

C’è un’altra questione che meriterebbe risposte: L’ing. Giuseppe Velluzzi, progettista e direttore dei lavori dell’impianto Agrispes è stato nominato direttore dell’ASE; questi è per caso anche azionista della Agrispes? se così fosse non si potrebbe ravvisare un possibile conflitto d’interesse, visto che l’ASE è società in house?

Risiedendo l’impianto nel territorio di Manfredonia, l’organo che in primis deve pretendere determinati controlli dovrebbe essere l’amministazione comunale. Il decreto legislativo 267/2000 sancisce: il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e, per la direttiva Seveso, deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta. L’Agrispes, probabilmente, non rappresenta un pericolo incombente, nè si possono ravvisare rischi rilevanti. Se così fosse, il sito dovrebbe essere luogo aperto ai cittadini e anche alle scolaresce per possibili percorsi di studio.

Nella determina 434/2016, con la quale si rilascia la PAS, è scritto: “4) di dare atto  che il presente provvedimento è rilevante ai fini dell’amministrazione trasparente di  cui al D.Lgs. n.33/2013.” Quindi la trasparenza di un’amministrazione si riduce nella pubblicazione delle delibere e delle determine?

Certamente il problema rifiuti merita particolare attenzione. Per evitare di essere sepolti dai rifiuti, creando problemetiche igienico sanitarie è nesessario trovare e adottare soluzioni. Allo stesso modo però certe scelte vanno valutate e condivise con i cittadini in modo partecipato e trasparente. E’ forse quest’ultima un’eresia?

Dopo i disastri Enichem e l’illusioria reindustrializzazione, sarebbe deleterio per i cittadini di Manfredonia scoprire, fra qualche lustro, che un territorio già pesantemente provato e villipeso da speculatori e amministratori distratti e/o avidi di potere, sia stato oggetto di ultriore avvelenamento.

Pino Delle Noci

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Commenti

  • Ci sono i presidi di controllo agenti inquinanti in continuo, inoltre tali parametri sono messi in rete affinché tutti possono averne notizie….La tecnologia c’è bisogna conoscerla e farla istallare.
    Dormite dormite

    cittadino 30/05/2016 10:09 Rispondi

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