E’ il titolo della mostra di pittura che la Galleria “Aura Rupestre” – Corso C. Battisti, 51 di Vieste ospiterà da domani 30 aprile, per concludersi il 20 giugno prossimo. Autrice dei dipinti, la bella, quanto estrosa e emblematica Maria Vittoria Nobile che ha voluto dedicarla al suo indimenticabile papà Carlo, prematuramente scomparso sette anni fa. Carlo Nobile, inconsapevolmente ha trasmesso la sua grande passione per la pittura a sua figlia Maria Vittoria infondendole l’amore per il creato e la bellezza infinita del nostro meraviglioso Gargano. “…ho vissuto all’ombra di un grande uomo, come se fosse una quercia imponente dalla folta chioma, rari i raggi di sole che riuscivano ad oltrepassare le foglie, timide, mosse dal vento”. Con questo timido, ma possente pensiero, Maria Vittoria descrive il suo amato e indimenticabile genitore dal quale, ancor bambina, frugando tra… pastelli, inchiostro e smalti dai colori più svariati ha catturato le immagini di mani che tra una sigaretta e una spatola disegnavano attimi fugaci di espressione…, le hanno dato la carica emotiva ed espressiva tali da immaginarselo ogni istante, attraverso lo specchio dei suoi dipinti. E’ stato per lei mentore, e musa ispiratrice, consentendole di catturare mari in tempesta, tramonti infiniti perduti nell’orizzonte, alberi spiccare il volo e toccare il cielo…volti smarriti dagli occhi vitrei, scorci di una Vieste antica…fuoco e fiamme tra rosso carminio e rubino, verde bosco bianco puro e macchie d’argento…il giallo, quanto giallo per quelle ginestre di estrema bellezza..Struggente l’amore filiale di Vivì per gli amici, 39 anni, che ha voluto seguire le orme di cotanto padre, nobile di nome e d’animo, già commissario dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, poi sindaco di Vieste, assessore al turismo e fondatore del Vieste Filmfest. Oltre ad avergli dedicato “Inverosimile”, Vivì, ha voluto suggellare il suo sconfinato amore per il papà, dedicandogli alcuni versi dai quali traspare vivido il viscerale sentimento tra la figlia e il proprio genitore, che volentieri proponiamo:
“Ho raccolto il tuo talento/e l’ho fatto mio/Ho catturato il tuo silenzio,/i colori, i pensieri profondi/e l’innata sensibilità. /Ho fatto di te qualcosa di me!/Il tempo fa rumore,/vola nella mia anima,/mi percuote,/un ramo che il vento tenta/di spezzare, piega e/d’improvviso torna/al proprio vigore./E allora guardami,/io ti rincorro./Cerco te,/porto sicuro tra le mie tele,/sempre dalle tinte forti,/acqua e fuoco, vita e morte”. (Vivì).
Matteo di Sabato