Venerdì 22 Novembre 2024

E’ in start-up il progetto “#differenziamoci”, ma conosciamo i simboli sulle confezioni che quotidianamente ricicliamo?

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I simboli che troviamo su vari oggetti di uso comune, detti “codici di riciclaggio”, sono stati istituiti dalla Decisione della Commissione del 28 gennaio 1997, ai sensi della direttiva 94/62/CE, per permettere di riconoscere in modo chiaro ed immediato il tipo di materiale del quale è costituito l’oggetto riciclabile più precisamente identifica il materiale di imballaggio.

Non sempre sono indicati, in quanto il loro uso è volontario come stabilito dall’articolo 3 della Decisione, e ciò crea un problema al consumatore coscienzioso che intende fare le cose per bene, oppure ci sono ma non sono chiari e non si sa bene a cosa si riferiscono.

Anche se i materiali dove è presente tale simbolo sono tutti teoricamente riciclabili, per alcuni di essi i processi di recupero e di trasformazione risultano alquanto difficoltosi ed economicamente svantaggiosi pertanto qualche consorzio di raccolta dei rifiuti urbani chiede di non gettare nel contenitore per il riciclaggio dei tipi di materiale che invece ne avrebbero diritto, pertanto una volta identificato il rifiuto da riciclare occorre sempre tener presente le linee guida fornite dall’ASE o del proprio consorzio di raccolta dei rifiuti.

La normativa europea ed italiana prevede, ad esempio, l’obbligo di riciclaggio solo per i prodotti in plastica che rappresentano imballaggi.

A partire dal 1º maggio 2012 è possibile conferire negli appositi cassonetti piatti e bicchieri di plastica monouso, restano invece esclusi dalla raccolta degli imballaggi in plastica le posate e piatti e bicchieri durevoli non usa-e-getta, anche se in plastica.

Per aiutare i consumatori alla corretta separazione dei rifiuti, i produttori indicano il materiale usato per l’imballaggio utilizzando dei simboli e sigle composte da numeri e/o abbreviazioni.

I simboli più utilizzati sono indicati nella tabella di seguito riportata.

SIMBOLO CODICE DESCRIZIONE IMBALLI COMUNI SMALTIMENTO
PLASTICHE
№ 1

PET o PETE

Polietilene tereftalato o arnite Bottiglie di acqua, bottiglie di bibite, flaconi di shampoo. PLASTICA
№ 2

HDPE

Polietilene ad alta densità Flaconi, sacchetti. PLASTICA
№ 3

PVC o V

Cloruro di polivinile Contenitori per alimenti.

 

PLASTICA
№ 4

LDPE

Polietilene a bassa densità Sacchetti cibi surgelati, pellicola per alimenti. PLASTICA
№ 5

PP

Polipropilene o Moplen Bottiglie di ketchup, uste della pasta. PLASTICA
№ 6

PS

Polistirene o Polistirolo Piatti, bicchieri e posate monouso, grucce appendiabiti, vaschette, imballaggi di elettrodomestici PLASTICA
№ 7÷19

O

Tutte le altre plastiche  
CARTA
№ 20

PAP

Cartone ondulato Scatoloni contenenti i mobili da montare CARTA
№ 21

PAP

Cartone non ondulato Scatole di cartone per alimenti CARTA
№ 22

PAP

Carta Carta di giornale, sacchetti di carta CARTA
№ 23÷39 Altri tipi di carta.  
METALLI
№ 40

FE

Acciaio. Il simbolo identifica anche la banda stagnata Barattoli, scatolette LATTINE
№ 41

ALU

Alluminio Lattine di birra e bibite analcoliche.

 

LATTINE
№ 42÷49 Altri tipi di metallo.  
VETRO
№ 70

GL

Vetro trasparente/incolore Bottiglie di acqua VETRO
№ 71

GL

Vetro di colore verde Bottiglie di vino VETRO
№ 72

GL

Vetro di colore marrone Bottiglie di birra VETRO
№ 73÷79 Altri materiali in vetro  
MATERIALI COMPOSTI
Poliaccoppiati: Simbolo generico dei materiali poliaccoppiati.   INDIFFERENZIATA
Cartone Poliaccoppiato: Simbolo del poliaccoppiato, cioè della carta o  cartone accoppiato ad altri materiali. Tetra Pak CARTA
LIMITATAMENTE AL TETRA PAK
№ 80 Carta e cartone/metalli vari  
№ 81 Carta e cartone/plastica  
№ 82 Carta e cartone/alluminio  
№ 83 Carta e cartone/latta  
№ 84 Carta e cartone/plastica/alluminio  
№ 85 Carta e cartone/plastica/alluminio/latta  
№ 86÷89 Altri materiali composti  
№ 90 Plastica/alluminio  
№ 91 Plastica/latta  
№ 92 Plastica/metalli vari  
№ 93, 94 Altri materiali composti  
№ 95 Vetro/plastica  
№ 96 Vetro/alluminio  
№ 97 Vetro/latta  
№ 98 Vetro/metalli vari  
№ 99 Altri materiali composti

Nella prima colonna sono riportati codici di riciclo secondo la direttiva europea 94/62/CE, a volte il codice è indicato da una sigla racchiusa in un esagono o in un cerchio (seconda colonna).

Adesso che conosciamo il significato, #differenziamoci!

Gianluca Totaro

Articolo presente in:
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Commenti

  • Ammetto che questa completezza di informazioni era mancante, ringraziamo l’ ase per averci acculturato in materia, prima per me la plastica era un po tutta uguale, un po come i politicanti, ho sempre pensato fossero tutti palloni gonfiati, ma dopo tali differenze fatte, grazie a questa guida ase, ora sappiamo invece che esistono polimeri di classe A, cosi come i politici di classe A, Cioè quelli che hanno contezza di ciò che attuano e sanno ben dare spiegazioni in merito a determinati argomenti, a chi chiede, esistono polimeri di classeB, cosi come ci sono
    politicanti di classe B, che non sanno nulla
    non sanno dare risposte utili, e non sono buoni neanche
    per la riciclata.
    Ottimo lo spot” differenziamoci” . Infatti !!!

    antonella 12/04/2016 22:10 Rispondi
  • Non sarebbe il caso che su ogni singolo rifiuto, venisse indicata la corretta destinazione. Si fanno tante leggi, nazionali e direttive europee…. La raccolta differenziata è una pratica da tutti accettata (problema mondiale) dovrebbe essere, a mio parere, disciplinata semplicemente scrivendo in alcune lingue, le più note e/o a seconda della destinazione della merce…. dove destinare il rifiuto…. giusto come avviene per le indicazione sugli alimenti e quant’altro, e non tante simboli e codici vari…

    poli 12/04/2016 9:57 Rispondi

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