Giovedì 21 Novembre 2024

A Manfredonia si può uscire da logiche produttive del passato con la ‘Chimica verde’? Se n’è discusso con il Coordinamento No-Triv e Legambiente all’incontro-dibattito ‘C’è chi dice SI’

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Manfredonia potrebbe diventare una delle città-guida dove realizzare in modo intelligente processi industriali di riconversione e trasformazione sempre più sostenibili. “Uscire con intelligenza dal petrolio sostituendolo con la chimica verde, si può”. A pensarlo è il tecnico-ricercatore Gianfranco Eugenio Pazienza, membro del comitato regionale Legambiente Puglia, intervenuto in apertura dell’incontro referendario anti-trivelle ‘C’è chi dice SI, dopo i saluti del Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, del Segretario cittadino PD Giuseppe Trotta, della Coordinatrice Donne democratiche di Manfredonia Michelina Quitadamo, e del Segretario cittadino dei Giovani Democratici Marcello Castigliego. Al dibattito moderato da Luisa Buonpane, si è aggiunto il contributo di Raffaele Vigilante membro del Comitato regionale No-Triv, di Alfredo De Luca Coordinatore del Comitato locale No-Triv, e del Presidente del Parco del Gargano Stefano Pecorella. Fitta la rappresentanza di cittadini, militanti e simpatizzanti no-triv nella sala Auditorium ‘Cristanziano Serricchio’ inserita nella storica cornice di Palazzo dei Celestini in Corso Manfredi, 22.

Per Eugenio Pazienza, “Manfredonia per la sua storia industriale ha già pagato un prezzo alto. Ma Manfredonia – ricorda l’esperto – è anche una delle più importanti città italiane per aver valorizzato contesti produttivi e ambientali strategici sia nella portualità, che nell’utilizzo di risorse idriche di acqua dolce. Allo stesso tempo – prosegue Pazienza – questa città ha già ospitato in passato un modello industriale chimico. Quindi non siamo noi a dover spiegare a Manfredonia cos’è un impatto ambientale. A Manfredonia si può spiegare come fare a meno del petrolio: a cominciare dalla ‘chimica verde’, per esempio. Se una volta i polimeri venivano strutturati a partire da idrocarburi per produrre polistirolo, e buste, adesso si parla di sostituirli con biopolimeri ottenuti dagli scarti vegetali o dalla frazione umida dei rifiuti organici. In tutto questo – sottolinea Pazienza – c’è una intelligenza e una conoscenza tecnologica particolare che parla di nuovo e diverso lavoro. Basti pensare che in Italia si insedierà entro il prossimo autunno un’industria olandese che già oggi è capace di produrre le cassette di polistirolo ad uso pesca partendo da biopolimeri. Un settore, questo, dalle straordinarie potenzialità”. Conclude Pazienza.

Per queste ragioni, aggiunge Raffaele Vigilante, “decidere di andare a votare al referendum del prossimo 17 aprile, e votare ‘SI’ significherà ripristinare una serie di regole più  certe sulle estrazioni di idrocarburi. Attività – ricorda Vigilante – già autorizzate. Gli esiti referendari daranno un segnale forte in questa direzione anche sul piano politico, sollevando la necessità e l’urgenza di una discussione ampia e partecipata sulla programmazione energetica del Paese. Una discussione che auspichiamo si renda capace di coinvolgere soprattutto le autonomie e le comunità locali, così da renderle compatibili con l’immensa ricchezza ambientale e con la vocazione turistica dell’Italia, dei singoli territori, del nostro territorio, del territorio di Manfredonia”.

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