Dott. Luigi La Rocca –Soprintendente Archeologo della Puglia
L’approccio progettuale è stato quello di immedesimarsi in un comune turista che si trova a visitare una zona archeologica dove la sola presenza di strutture murarie rende difficile la comprensione e la percezione della terza dimensione del sito. Uno spazio archeologico, infatti, è uno spazio privo delle altezze. Nonostante una serie di ricerche e studi, non eravamo giunti ad una soluzione che ci soddisfacesse, fino al momento in cui mi sono imbattuto nell’immagine di un’istallazione di Edoardo Tresoldi pubblicata su Facebook e l’ho trasferita mentalmente a Siponto. La leggerezza, la trasparenza e la dimensione delle sue opere era quello che faceva al caso nostro”.
Arch. Francesco Longobardi –Progettista e Direttore dei Lavori
Il processo
“La basilica ricostruita dall’istallazione di Tresoldi richiama nelle forme l’ultima fase dell’antica basilica. Essa ha subito tre interventi, il perimetro è rimasto inalterato dalla sua fondazione, ed è costituito da tre navate separate da colonne. Un rifacimento successivo non ne cambia la struttura e si caratterizza per l’arricchimento del pavimento con un nuovo mosaico. In una fase più tarda, quella altomedievale, la chiesa paleocristiana assume un doppio livello: il presbiterio viene rialzato e le navate vengono divise da pilastri. È da questa ricostruzione che prende forma l’opera realizzata da Tresoldi”.
Francesco Matteo Martino – Archeologo
“Il progetto all’origine prevedeva la realizzazione di una copertura a protezione del mosaico presente nella basilica paleocristiana. Abbiamo iniziato a picchettare per posizionare i pilastri e ci siamo resi conto che alcuni di questi andavano ad interferire con le strutture murarie. D’accordo con i funzionari archeologici della Soprintendenza, siamo stati quindi costretti a rivedere in parte il progetto originario, che prevedeva una copertura in ferro e vetro su pilastri che affondavano nel terreno. Come direttore dei lavori, ho pensato di creare un gruppo di lavoro composto da archeologi, professori universitari, società specializzate nel monitoraggio del progetto e ingegneri strutturisti, per trovare una soluzione adeguata. L’idea innovativa che ne è scaturita è stata quella di sostituire la semplice copertura originaria curva con un’opera che suggerisce le forme della vecchia basilica, per assecondare la ricerca dell’identità e del genius loci”.
Arch. Francesco Longobardi–Progettista e Direttore dei Lavori
“A Manfredonia il percorso è iniziato con una ricerca di documentazione storica con esperti, archeologi e addetti ai lavori del mondo dei beni culturali. Quando questo tema è entrato nel mio mondo ho cominciato ad immaginare una sorta di ritorno di questo grande edificio come se fosse parte della memoria storica del luogo. Mi sono prefigurato di riuscire a disegnare nell’aria, mantenendo però le relazioni dirette con il territorio. Nella prima fase di realizzazione sono stati necessari alcuni test e studi, una ricerca sui materiali e sulle attrezzature. La parte più importante per me consiste nell’assemblaggio sul posto: è indispensabile una grande organizzazione in modo tale che sul cantiere ci sia la possibilità di modificare tutto quello che è possibile, rimpicciolendo alcune parti ed ingrandendone altre in base ad intuizioni a cui si giunge lavorando”.
Edoardo Tresoldi, artista
Siete degli ignoranti e fate molto male a parlare in questo modo. La critica invece va fatta al modo con cui viene tenuta la gestione. Infatti ieri mattina (sabato 2 aprile) passandoci davanti ho visto i cancelli chiusi e in pullman di turisti stranieri che scattava foto dall’esterno. Non ci facciamo certo una bella figura!
Ma che jet fecen…… Altri soldi buttati. Come si può pensare di fare queste cose inutili, quando ci sono famiglie che non arrivano a fine mese.
E così disse quel famoso Apostolo che per denaro vendette L’AMICO