Dopo più di un decennio di travaglio finalmente Manfredonia avrà i suoi impianti sportivi dotati anche di piscina. Dal 29 febbraio partono le iscrizioni per le attività del nuovissimo complesso sportivo composto da una piscina coperta climatizzata, con una vasca semiolimpionica a 6 corsie e una vasca di avviamento al nuoto a 3 corsie, un centro fitness con 4 sale, di cui 3 per lo svolgimento di tutte le attività aerobiche, di tonificazione e potenziamento muscolare, e un’ampia sala per il cardiofitness e le attività isotoniche. Si terranno corsi di ginnastica generale, ginnastica posturale, attività aerobiche (step, aerostep, superjump / rebounding, fitboxe, pump, total body), functional training, pilates, spinning, attività isotonica e cardio. I corsi di fitness e di nuoto saranno tenuti da istruttori in possesso di laurea in Scienze Motorie e Sportive e titoli specifici per l’insegnamento delle varie discipline, debitamente selezionati in base al curriculum, e tutti di Manfredonia. All’interno dell’impianto sportivo è presente un’opera d’arte. La scultura dal titolo “Onda”, realizzato da Lab11, ideato, progettato e scolpito dall’artista Andrea Buttazzo, è una scultura a tutto tondo in pietra leccese, cristallo sagomato e acciaio. Dimensioni h 115x 600 cm, spessore variabile 40/20 cm. L’opera è auto illuminata per mezzo di luce LED bianca. Rappresenta un flusso d’acqua. Le superfici si alternano dialogando tra volumi pieni e vuoti, chiaro-scuri che giocano con luci ed ombre così come si può osservare guardando l’acqua in movimento; più che la riproduzione di un onda in questo caso è proprio il concetto di movimento che viene interpretato anche in relazione alle attività che si sviluppano tra gli ambienti della piscina che è anche un centro sportivo, ovvero un luogo dove muoversi, spesso in relazione con l’acqua, è lo scopo principale. Onda è un opera d’arte unica, ideata come progetto site-specifica. Andrea Buttazzo si è avvalso, in fase realizzativa, della professionalità di Raffaele Manca (Cavallino) e di una serie di stretti collaboratori che hanno contribuito alla riuscita dell’intero progetto.” La storia di questo tanto agognato centro sportivo comincia nel lontano 2004 quando l’Amministrazione comunale indisse una gara per l’affidamento della concessione di progettazione, costruzione e gestione di un impianto natatorio. La concessione fu affidata ad un gruppo di società: l’impresa capogruppo Rotice Antonio & C. S.a.s., la P.F. Impianti S.r.l., lo studio Associato DM&P e la leccese ICOS Sporting Club s.r.l. I lavori si avviarono nell’aprile 2008, con una previsione per la data di consegna “prima metà 2010”. I lavori partono, ma, nell’aprile 2011 la società Piscine Manfredonia srl chiede la concessione di un’altra proroga per l’ultimazione dei lavori; dopo un mese, non giungendo a nessun accordo con l’amministrazione, comunica il fermo delle opere “richiedendo contestualmente la sospensione dei termini contrattuali” e il rimborso dei costi sostenuti per la realizzazione dell’opera, quantificati in € 1.188.671,80. Il Comune di Manfredonia, invece, quantifica e determina in € 898.423,55 le spese “effettivamente sostenute dalla società. Spese per le quali si è disposta la liquidazione (…) a tacitazione di ogni e qualsivoglia pretesa”. E così la piscina resta incompiuta, e abitata solo dal “Circolo t(r)uffatori”, disegnati sulle colonne spoglie da un ironico graffitaro. Nel 2013 la ICOS Sporting Club s.r.l. (una delle aziende che aveva tentato di realizzare l’opera anni prima), con oltre vent’anni di esperienza nella costruzione e gestione di piscine coperte e dodici strutture in tutta la Puglia, propone di terminare i lavori a sue spese, sborsando ben € 2.400.000,00, di cui 2.050.000,00 per lavori e € 350.000,00 per spese generali, tutto attraverso il “financial founding”, cioè la concessione della gestione dell’impianto per i prossimi quarant’anni, a cui si aggiunge un contributo annuale del Comune di € 75.000 per vent’anni, in conto servizi in favore di disabili, famiglie meno abbienti, anziani, scuole, associazioni non-profit. Un sogno finalmente divenuto realtà, quindi, e vista la coerenza della società chiamata a gestire l’impresa, tutto dovrebbe andare per il meglio. Adesso i tanti ragazzi che praticano nuoto a livello agonistico non dovranno più spostarsi per l’allenamento, e il nutrito “popolo di nuotatori” che anima il nostro mare d’estate potrà continuare le attività anche d’inverno. Possiamo, quindi, ben considerare questa struttura, come ama dire Saverio Mazzone, Presidente dell’Agenzia del turismo, un altro passo verso il “rinascimento” della nostra città.
Mariantonietta Di Sabato
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Diteci voi che senso ha aprire una piscina funzionale a metà. Scrivo per segnalare che sono pochissimi gli istruttori di nuoto formati anche nella terapia in acqua, manca il sollevatore che facilita l’entrata in vasca a chi ha una ridotta abilità motoria e le docce sono sprovviste di comoda seduta. Io e tanti altri cittadini vorremmo fare nuoto per svago e necessità, ma non abbiamo bisogno solo di agevolazioni economiche. Invito la Redazione a verificare lo stato degli indispensabili lavori di adeguamento perché lo sport possa essere realmente di tutti e per tutti. Speriamo nella collaborazione dei gestori e dell’Amministrazione locale.
finalmente avete detto la verità, che la piscina non è del comune ma della ditta leccese che ha tirato fuori i soldi, altrimenti se aspettavamo a Riccardi stavamo freschi. d’altronde lui ha in testa solo il calcio….anzi il pallone, come si dice qui.