Nel 1932, Aldous Huxley pubblica il romanzo “Il mondo nuovo”, pietra miliare della letteratura avveniristica. In esso si prefigura una società il cui volto è mutato in nome del razionalismo produttivistico, nel quale ogni emozione, ogni sentimento vengono banditi e gli uomini, ridotti a robot, vivono un benessere che li fa schiavi del progresso. Da parte loro, le organizzazioni che esercitano il potere manipolano scientificamente i pensieri e i sentimenti degli uomini, tentando di trasformarli in automi. In una società così pianificata esse, usando le nuove invenzioni sempre più avveniristiche, manipolano scientificamente i pensieri e i sentimenti degli uomini, tentando di avere esseri umani con una scarsissima libertà e bassissima capacità reattiva, per quanto si illudano di essere artefici di un nuovo progresso.
Proprio per questo. forse sarebbe bene che la cultura si facesse maggiormente carico del confronto sulle “Famiglie Arcobaleno” e delle enormi e variegate questioni etiche ch’esso pone.
Ecco qualche breve passo del libro, che sia di sintesi di tutto il suo significato.
“Questo alveare industrioso, come il Direttore delle Incubatrici si compiaceva chiamarlo, era in pieno fervore di lavoro. Nella sala di fecondazione, tutta Londra di casta superiore era smaniosa di vedere… Sotto i microscopi con le loro code che battevano furiosamente, gli spermatozoi penetravano con la testa avanti nelle uova; e, fecondate le uova, si dilatavano, si dividevano… germogliavano ed esplodevano in intere generazioni di embrioni distinti… Dalla sala di Predestinazione sociale, gli ascensori discendevano rombando nel sottosuolo, dove nella rossa oscurità, maturando al caldo del loro materasso di peritoneo e rimpinzati di pseudo sangue e d’ormoni, i feti crescevano, crescevano, oppure, avvelenati, intisichivano, perché mal cresciuti… Nella sala del Travasamento, i bambini levati di fresco dai flaconi emettevano il loro primo vagito di orrore e di spavento… Linda, al contrario, non suscitò entusiasmo di sorta, nessuno aveva desiderio di vedere Linda. Dire che una è madre, questo non era più uno scherzo, era un’oscenità”.
Italo Magno