Il dirigente Pd sul tesseramento del partito
“Credo che allargare un partito significhi non mischiare mai, come diceva mio nonno, il vino con acqua, ma mettere assieme persone di diversi orientamenti a riconoscersi in un’identità e in un progetto comune, nelle ragioni per cui è nato il Pd. Per fare ciò non serve essere moralista da una parte e superficiale dall’altra”. Così Dino Marino, esponente Pd, area “Azione Pd” in merito al tesseramento.
“Sgombriamo il campo, sono per un partito inclusivo. Tutto ciò ha senso, però, se sappiamo chi siamo e dove vogliamo andare. A chi ha aderito al Pd per la prima volta abbiamo sempre, e con chiarezza, chiesto di rispettarne modi di condotta e i comportamenti. Insomma, di aderire davvero ad un partito vero. Ma i casi, nel tesseramento del Pd, come quelli di Spina in Puglia, sono inammissibili”. “Per la stessa ragione – prosegue Marino – non condivido le voci su una possibile iscrizione di alcuni campioni del centro destra nel PD di Capitanata.
Questo non significa avere paura della crescita del mio partito, il Pd, ma difenderne immagine, credibilità e profilo. Se il Pd diventa attrattivo per Cuffaro, si spezza la connessione sentimentale con il popolo del centrosinistra, che non vuole un partito aperto a certi personaggi nazionali e locali. Tutto ciò non riguarda Bersani, ma è presente in vario modo in tutte le aree e in tutti i territori del PD. Quindi, non facciamo sciocchezze…”
È NOTO A TUTTI CHE L’INQUINAMENTO DEL PD È GIÀ AVVENUTO IN TUTT’ITALIA, CON ABBPONDANTI IMMISSIONI DI GENTAGLIA DEFLUITA DALLE PIÙ SQUALLIDE CLOACHE TERRORIALI, MENTRE IL RIDICOLO GUASCONE FIORENTINO NE GODE L’OLEZZO.
DOPO BERLUSCONI, UN ALTRO SQUALLIDO PERSONAGGIO SENZA PUDORE E LA COSIDDETTA “SINISTRA IBNTERNA” SI ATTARDA ANCORA CON I DISTINGUO.