Giovedì 21 Novembre 2024

"Un'esperienza forte", un racconto di AGESCI zona Daunia

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I capi gruppo dell’AGESCI zona Daunia, in uno degli incontri che svolgono durante l’anno, hanno deciso di darsi appuntamento in un posto “SCOMODO”, una sfida per se stessi ma anche una testimonianza di presenza.

Quella vissuta domenica 31 gennaio dai capi del consiglio della zona Daunia è stata un’esperienza davvero forte da molti punti di vista.

Nell’ambito delle sfide che i capi affrontano c’è la progettazione per i prossimi anni, a partire dalle realtà più difficili del territorio, e, per dare maggior peso alla riflessione, la scelta di passare una giornata insieme per redigere il progetto di zona, la giornata è iniziata presto ed è stata divisa in più momenti che ne hanno caratterizzato lo spessore della giornata stessa.

Accolti presso “Casa Speranza” in località Borgo Mezzanone, una struttura della diocesi di Manfredonia, dove la coordinatrice Dina Diurno e don Stefano Mazzola ci hanno illustrato ciò che in quella realtà accade, anche attraverso la testimonianza di due extracomunitari presenti nella struttura da diversi anni.

Dopo è seguita la Santa Messa nella chiesa del Borgo, con l’omelia in doppia lingua, proprio perchè molto partecipata dagli extracomunitari presenti, durante la quale Don Stefano ha voluto lanciare una sfida a tutti i capi presenti: aprire un gruppo scout a Borgo Mezzanone.

Una situazione difficile di emarginazione a pochi chilometri dalle nostre abitazioni; è ciò che i capi si sono trovati davanti il pomeriggio.

Se a pochi chilometri dal centro del borgo si erge il C.A.R.A. (centro accoglienza richiedenti asilo), una struttura ben tenuta, pulita, ordinata e controllata, purtroppo, a poche centinaia di metri si erge quella che viene chiamata la baraccopoli dell’ex pista, una baraccopoli di extracomunitari di varie etnie, dove le condizioni igienico sanitarie sono fatiscenti. Eppure i residenti di questo agglomerato sorridevano mentre vedevano i capi scout passare accennando a timidi saluti e cercando sorrisi, anche se si leggeva un bel pò di diffidenza nei loro sguardi, nonostante le condizioni di vita di quel luogo sono proibitive, loro lo preferiscono, forse perché l’alternativa potrebbe essere solo peggiore.

È mai possibile tutto questo? Ciò che vediamo in tv è a pochi passi da noi e forse facciamo finta di niente, girando lo sguardo dall’altro lato.

Loro, gli extracomunitari, temono di perdere anche quel poco che hanno, perché uno sgombero forzato potrebbe determinare la perdita di un tetto, che anche se rotto, resta sempre un tetto sotto cui ripararsi, allora ci chiediamo…. gli uomini hanno davvero tutti gli stessi diritti?

….”Non starò più seduto ad aspettare”….È  il momento di riallacciare gli scarponi e di rimettersi in strada…. l’esperienza appena vissuta deve darci il coraggio  di uscire dalle nostre sedi e volgere lo sguardo lontano… ci ricorda B. P.   “Lasciate questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di aver fatto “del vostro meglio”

 

Articolo presente in:
Capitanata · News

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