Marino punta la lente d’ingrandimento sulla mancanza di regole e rilancia “Azione Pd”: “Iscritti e militanti devono tornare a contare nei processi decisionali e di elaborazione progettuale del Partito”
“Il Pd deve essere un partito inclusivo. Ma “inclusione” è un conto, resa senza condizioni è un altro. Per questo stiamo lavorando a consolidare “Azione Pd”. C’è bisogno di recuperare lo spirito costituente del Pd. Pensieri lunghi, elaborazione progettuale, più peso degli iscritti e dei militanti democraticamente eletti; più spazi di partecipazione e interazione”. Si aprono così le riflessioni di Dino Marino (Pd) alla vigilia del congresso provinciale. “Mi pare che il tesseramento stia procedendo senza regole. Mi dicono che a Lucera, risultano iscritte circa 700 persone in una tabaccheria. Numeri sproporzionati che il partito di Lucera non poteva vantare neanche ai tempi del Partito Comunista Italiano. Numeri che sono figli di quell’Opa lanciata sul congresso provinciale del PD da parte dei Popolari che hanno lasciato Mauro e sono pronti ad ingrossare le file di Emiliano”, spiega Marino. “Non voglio morire damoniano. Sarò sentimentale, ma un PD diretto da Damone anche solo junior, non ce lo vedo. E poi, se diventa determinante chi finora era nella Casa delle Libertà, la situazione è ancora più drammatica di quel che sembra”, afferma Marino. “C’è bisogno di regole e controlli. Un conto è aprire le porte del partito a tutti; altro discorso è che chi apre le porte finisca per ritrovarsi in una condizione di pesante subalternità rispetto ai nuovi possibili arrivi”. Per Marino “Il caso di Lucera non è affatto isolato. Ce ne sono parecchi in Capitanata. Ragion per cui, possiamo pensare ad una vera e propria opa del Pd provinciale. In ogni caso non staremo a guardare. Per il momento, dell’operazione politica è stato già avvisato l’onorevole Luca Lotti, responsabile organizzativo di Matteo Renzi”, conclude Marino.