Gli usi civici sono diritti d’uso che spettano a coloro che compongono una determinata collettività. Dovrebbero essere diritti inalienabili, imprescrittibili e non soggetti a commercio. Appartengono alle popolazioni residenti di un determinato territorio. L’uso dei beni consente, agli aventi diritto di servirsene e di godere dei frutti giusto per quanto occorre al fabbisogno proprio e della propria famiglia La proprietà dei beni, quindi non è dei singoli o del Comune ma della collettività. Questa è la “ratio” del R.D.L. 22 maggio 1924 n 751 convertito con la legge 16 giugno 1927 n. 1766.
Negli anni settanta, con l’istituzione delle Regioni, sono state trasferite le funzioni amministrative, in materia di usi civici, dallo Stato alle Regioni ordinarie: D.P.R. 11/1972 seguito poi dal D.P.R. 24 luglio 1977, n.616.
Come tutte le leggi e i decreti all’italiana, elaborati per soddisfare gli appetiti dei partiti e loro finanziatori, i D.P.R 11/72 e 616/77 hanno creano moltissimi conflitti interpretativi. Conflitti ad uso e consumo dei partitocrate per la gestione del potere.
La Regione Puglia, con la L.R. 28 gennaio 1998, n.7, ha varato una prima legge, diventata oggetto di diverse modifiche e integrazioni;continui aggiornamenti forieri d’interessi reconditi.
A Manfredonia, con delibera di Consiglio Comunale n.1/2002, è stato approvato il regolamento comunale per l’alienazione dei beni di uso civico mutati di destinazione e/o sdemanializzati. In quel periodo governava Paolo Campo, attuale consigliere Regionale, che si dotava della collaborazione dell’attuale on. Bordo, allora consigliere comunale, e dell’attuale sindaco Angelo Riccardi con funzione di assessore alle Opere Pubbliche.
La stessa amministrazione, con delibera “natalizia” di C.C. n. 138 del 21/12/2004, modifica il regolamento comunale per l’alienazione dei beni uso civico. E’ bene sottolineare che siamo in previsione della campagna elettorale 2005 per le amministrative e le regionali. Il sindaco uscente Paolo Campo viene riconfermato, al primo turno, col 75,94% dei voti; un vero plebiscito.
Il tempo passa e, tra i conflitti interpretativi dei D.P.R., le modifiche e integrazioni delle leggi regionali e l’attuazione del PRG, molti terreni sono stati affrancati, svenduti, permutati e occupati abusivamente dai beni informati; tra cui sembra che non siano mancati prestanomi, amici e parenti dei partitocrate. Così gli usi civici sono diventati qualcosa da depredare, sottraendoli alla disponibilità della collettività, con la complicità della partitocrazia. Non è arcano supporre che, anche per i 277 ettari usi civici, abbiano avuto un ruolo particolare, tra gli abusivi, personaggi poco inclini al rispetto delle leggi. Dall’oggi al domani, soggetti incapaci di coltivare il prezzemolo nel vaso, sono diventati proprietari terrieri e/o di suoli edificabili. Una doviziosa eredità come regalo sotto l’albero di natale 2015. Un patrimonio di pregio sottratto ai cittadini di Manfredonia.
La relazione del dirigente 3° settore, su proposta dell’allora assessore Piccolo Rocco, certifica gli arcani: “… i suoli in parola sono stati oggetto di arbitrarie occupazioni e questa Amministrazione con deliberazione di C.C. n° 108 del 14.11.2000, preso atto dell’intervenuta legge regionale n.7/1998, ha autorizzato l’Ufficio Demanio e Patrimonio ad affiggere pubblico avviso per invitare gli occupatori abusivi a produrre autodenuncia della superficie posseduta … con deliberazione di C.C. n.46 del 31.05.2004 si autorizzava l’avvio delle procedure per la legittimazione dei terreni individuati nei fogli di mappa 83-85-86-107-108, individuati nelle “Tavole n.1-2-3-4-5”, precisando che l’esatta individuazione giuridica del possesso delle singole particelle sarebbe avvenuta nel momento in cui si procedeva alle operazioni di accertamento secondo le procedure previste dalla L.R. n.7/1998, inoltre si deliberava di inoltrare istanza alla Regione Puglia per ottenere l’autorizzazione alla legittimazione del patrimonio civico” …
Provvedimento costruito ad hoc? Per chi? Quali giustificazioni sono da attribuire a simili attestazioni? Chi era ed è deputato ai controlli?
L’R.D.L. 22 maggio 1924 n 751 statuisce che, il presupposto logico di possibili liquidazioni, risiede nell’accertamento dell’esistenza, dell’estensione e nella valutazione degli usi stessi.
Con tale statuizione, un legislatore attento agli interessi delle collettività, e non a quelli di bottega, avrebbe dovuto prevedere almeno dei limiti a un simile regalo. Esempio:
- I terreni sdemanializzati e privatizzati non devono essere oggetto di variazione di destinazione d’uso in modo perpetuo;
- Possono essere assegnati da 5 a 10 ettari per nucleo famigliare;
- Non possono essere assegnati a soggetti dello stesso nucleo famigliare anche se con residenze diverse;
- Non possono essere assegnati a categorie diverse da quelle stabilite dall’art.11 del RDL 751/1924:
- Devono essere curati e coltivati dai beneficiari del provvedimento;
- Non possono subire alcun tipo di frazionamento;
- Possono essere accorpamenti;
- L’eventuale prezzo di vendita per possibili accorpamenti, deve essere calcolato rispettando gli stessi criteri adottati per la sdemanializzazione e privatizzazione.
In questo modo, molti appetiti sarebbero stati fugati e i terreni coltivabili potevano essere assegnati a contadini capaci di lavorare e far fruttare i campi in modo appropriato. Così, mentre i contadini continuano ad essere sfruttati per lavorare i campi, i furbi beneficiano di regalie.
Purtroppo, le leggi sono facili da raggirare e le valutazioni, definizioni e controlli, vengono eseguite dagli esperti nominati con il sistema spartitorio dei partiti. Il metodo è consolidato e il sistema, opportunamente unto, fila liscio.
A Manfredonia molti processi si sviluppano intorno agli anni 2000: la farlocca e fraudolenta reindustrializzazione; i contratti d’area; i patti territoriali; la selvaggia cementificazione del PRG. Un periodo durante il quale era vietato contestare e/o contraddire gli amministratori impegnati nella svendita del territorio. Nel nostro territorio, ad alto rischio occupazionale, moltissime attese e speranze per posti di lavoro e sviluppo territoriale erano state inoculate nella testa dei cittadini per cui, chi sollevava questioni di dubbia legittimità su certi atti, veniva messo alla berlina e additato come ostativo allo sviluppo e all’occupazione.
Il Comune di Manfredonia, con delibera di C.C. n. 34/2009, provvedeva alla declassificazione e autorizzazione all’alienazione di terreni di uso civico in agro del Comune compresi nei Fg 83-85-86-107-108. Più di 277 ettari di terreno di pregio; patrimonio immobiliare dei cittadini da spartire per il potere e in cambio di un pugno di “denari” .
Passano sei anni dalla suddetta delibera e, strana coincidenza, qualcosa si muove. L’ex sindaco di Manfredonia Paolo Campo, attuatore delle operazioni di sdemanializzazione e privatizzazione degli usi civici, approda al Consiglio Regionale Pugliese.
Il dado è tratto. Se impegni sono stati presi è arrivato il tempo di onorarli.
La nuova assessore regionale, Anna Maria Curcurutu, in breve tempo riesce a fare quello che i suoi predecessori non hanno fatto in sei anni. Con delibera n. 1902 del 27 ottobre 2015, la “nuova” Giunta Regionale si precipita nel declassare, gli oltre 277 ettari di terreno di pregio, da demaniali a patrimoniali, nonostante ci sia qualcosa ancora da chiarire. La frittata è fatta e l’obiettivo è raggiunto. La delibera suggella l’arcano. Patrimonio che si aggiunge ad altri interessati dal PRG ed usi civici, già privatizzati.
Tra condoni, sanatorie varie, permute, alienazioni, cartolarizzazioni, sdemanializzazioni in sanatoria, privatizzazioni ed enfiteusi architettate per affrancazioni, un enorme patrimonio immobiliare di pregio dei cittadini va in fumo.
Chi ha tratto vantaggio da simili operazioni?
Valutando gli sviluppi, si può constatare che i beneficiari sono: gli abusivi che hanno occupato i terreni destinati agli usi civici; gli avventurieri imprenditori del contratto d’aria, con la qualifica di “prenditori”, pronti a sfruttare ogni finanziamento pubblico per arricchirsi e trasferire le ricchezze nei paradisi fiscali; i nota-bili, i cementificatori; i beneficiari di permute, di enfiteusi con affrancazioni e cartolarizzazioni; dulcis in fundo i rampolli della nuova partitocrazia post tangentopoli. Bordo, eletto deputato entra, nella schiera degli iper privilegiati della politica italiana; Riccardi, attuale sindaco riconfermato, eletto Consigliere Regionale con tutti i privilegi che comporta il “gravoso” incarico; Campo invece, eletto sindaco per due legislature fino al 2010, dopo un lustro di attesa, approda al Consiglio Regionale nel giugno 2015. Strana coincidenza, il capitolo usi civici si sblocca con l’attuale legislatura regionale. Perché le scorse legislature, dello stesso colore politico, non hanno deliberato in merito?
Da tali processi amministrativi sembra che si siano accesi altri appetiti. Infatti, corre voce che, in prospettiva e in attesa di nuovi simili provvedimenti, siano stati occupati altri terreni demaniali, su cui sono nate costruzioni abusive, dopo essere stati divisi in piccolo lotti e venduti al mercato nero da soggetti che ostentano presunzioni di proprietà priva di uno straccio di documento che la certifichi. Se questo corrisponde al vero, al danno si aggiungerà la beffa quando, a un ulteriore provvedimento di privatizzazione, seguirà la variazione di destinazione d’uso.
Sul sito del Comune di Manfredonia, a caratteri cubitali è scritto “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”. La stragrande maggioranza dei cittadini sono completamente all’oscuro di simili provvedimenti.
Un’amministrazione trasparente dovrebbe avere il dovere di informare i cittadini, con nomi, cognomi e residenza dei beneficiati, la loro qualifica, la quantità e la qualità del beneficio. Dovrebbe essere un diritto dei cittadini sapere se, i beneficiari e/o utilizzatori dei loro beni, sono contadini, pastori, allevatori, “prenditori” e/o prestanomi. Non si può impugnare, a convenienza, lo scettro della “Privacy” su atti pubblici che trasferiscono beni della collettività ai privati.
Un territorio, impoverito del proprio patrimonio immobiliare, diventerà una bella gatta da pelare per coloro che ambiscono a diventare futuri amministratori. Non avranno nella loro disponibilità risorse, elementi giustificativi e ponderanti per far quadrare i bilanci se non attraverso ulteriori tassazioni.
Così, mentre il governo delle banche brucia i sacrifici dei risparmiatori, gli amministratori bruciano il patrimonio dei cittadini.
Basta! Fermateli! Di questo passo, oltre all’acqua, faranno pagare anche l’aria.
Purtroppo, mentre il nostro territorio continua ad essere svenduto, vilipeso e depredato, i cittadini e gli aspiranti futuri amministratori stanno a guardare rifugiandosi nell’ineluttabilità.
Pino Delle Noci
ANCHE TUTTO IL NOSTRO BOSCO E’ GRAVATO DAGLI USI CIVICI MA LA REGIONE HA LEGIFERATO CHE PER RACCOGLIERE I FUNGHI E’ NECESSARIO OLTRE AD ESSERE MUNITI DI TESSERINO ABILITATIVO, AVER PAGATO UNA TASSA ALLA REGIONE O COMUNE DI APPARTENENZA.
IL BOSCO, IL 90% DEL TERRITORIO BOSCHIVO E’ DI PROPRIETA’ PRIVATA E DI CONSEGUENZA ANCHE IL PROPRIETARIO DI QUEL FONDO DOVREBBE PAGARE LA TASSA PER RACCOGLIERE I FUNGHI USCITI NEL SUO FONDO.
ASSURDO.
ESEMPIO ESPONENZIALE
Infatti a me e tantissimi famigliari e amici non ci fregherannopiù!
Manfredoniani popolo da Repubblica delle banane: LEGGETE!!!
Meno male che Manfredonia ha questi cittadini che analizzano i patti politici-amministrativi con tutti i retroscena possibili ed immaginari. Peccato che sono pochi ed invisi a taluni, che nella scarsa informazione, mancanza di trasparenza, buona fede dei cittadini/elettori, che credono in simili personaggi tarati dalla politica “privatistica” tutta dedita al proprio orticello e quello degli amici degli amici….. non c’è che dire il film “Le mani sulla città” è sempre e di più attuale.
Sarebbe il caso di investire “l’Autorità Anti Corruzione”.
eh già l’importante è dirottare l’attenzione dei sipontini sul calcio! Tutto il resto non conta niente per loro! Energas docet!