Venerdì 22 Novembre 2024

Deposito Gpl, osservazioni CAONS: "Probabile distruzione habitat marino del Golfo"

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COMITATO ASSOCIAZIONI OPERANTI NEL SOCIALE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO DI CAPITANATA E DEL GARGANO C A O N S
(Nota inviata al Gabinetto dell’On. Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e, p.c. Dott.ssa Carmela Bilanzone, Ministero delle Politiche Agricole , Alimentari e Forestali, Al Dott. Dirigente Luigi Polizzi, al Ministro dello Sviluppo Economico, Dott.ssa Paola Guida e, p. c., alla gentile attenzione della Dott.ssa Paola Barzaghi, alla Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA e VAS – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generali Valutazioni Ambientali DG – Direzione Generale Protezione della Natura
Alla Direzione Regionale Vigili del Fuoco della Puglia, Al Comando Provinciale dei Vigli del Fuoco Foggia)

Oggetto: Osservazioni relative ad Avviso Pubblico (n. atto 33762), emesso in data 30-09-15 dal Comune di Manfredonia, avente come oggetto: “Istanza di autorizzazione per realizzare un deposito costiero di GPL, con annesso gasdotto di collegamento al porto industriale e raccordo ferroviario alla stazione Frattarolo della Società Energas S.p.a. (già Isosar s.r.l.)’’.

IMPATTO ECOSISTEMA MARINO. In riferimento al progetto di installazione di un impianto di stoccaggio di GPL da ubicare in località Spiriticchio nel Comune di Manfredonia (FG) con una capacità complessiva di 60.000 mc e di opere accessorie quali un gasdotto di 10 km di collegamento, per metà sottomarino, con il locale porto industriale presso il molo alti fondali e un collegamento ferroviario di 1800 m con il locale scalo di Frattarolo, vogliamo fare alcune osservazioni relative al processo tecnico che prevede l’utilizzo dell’acqua marina come “fluido scaldante”. Dal progetto del proponente si evince che ci sarà una movimentazione di GPL per via mare utilizzando navi gasiere con portata di 15000 – 20000 ton. Il progetto, inoltre, recita:
“ Con un intervento di riassetto dei fondali che ricostituisca l‟originario pescaggio (11 m.) si potrà accedere a navi di maggiori dimensioni con cargo size anche di 25000 ton. […]. Il GPL giungerà con navi refrigerate a temperatura di circa -42°C e sarà immesso nel gasdotto alla temperatura di circa 0°C. Il riscaldamento del GPL, per giungere a tale temperatura, viene effettuato dalla stessa nave a mezzo di appositi scambiatori di calore che utilizzano come fluido scaldante l‟acqua di mare la cui temperatura, nell‟arco dell‟anno, varia nell‟intervallo compreso tra i +10°C e i +20°C”.

Sulla scorta dei dati di cui sopra, abbiamo fatto un calcolo di massima per valutare la quantità di acqua di mare che sarà utilizzata per riscaldare il GPL e portarlo dalla temperatura di -42°a una prossima a 0°. Dai calcoli viene fuori che, per scaricare una nave, occorreranno 37.000 ton. di acqua di mare che passerà da una temperatura (media nell’anno) di 15° ad una di circa 0°. Ogni volta che si scaricherà una nave saranno prelevate 37.000 ton. di acqua di mare e ributtata a mare con una temperatura prossima allo 0°. Basta pensare che, mediamente, ci sarà più di una nave a settimana per avere l’idea di cosa stiamo parlando.

Questo determina un notevolissimo impatto sull’eco-sistema marino in considerazione del fatto che, nelle immediate vicinanze dell’attracco al molo A5 del porto “Alti fondali” sono operanti, dando lavoro e ricchezza, diversi impianti di itticoltura e miticoltura (poco più lontano) che si vedrebbero costretti a chiudere. Dalla letteratura scientifica nota, non pare affatto certo che l’effetto termico possa essere confinato, in ogni situazione ambientale, a breve distanza dal punto di immissione in mare dell’acqua fredda. È probabile che, non di rado, si crei una colonna d’acqua con densità e caratteristiche differenti dal corpo idrico circostante con la tendenza non a mescolarsi ma, più probabilmente, ad affondare (avendo verosimilmente densità maggiore rispetto a quella dell’acqua di mare) e, raggiunto il fondo marino, a essere trasportata dalle correnti marine.

Il rischio, assolutamente da considerare, è che la colonna d’acqua fredda possa girare all’interno del golfo di Manfredonia. Occorre valutare il danno di un tale evento e la sua probabilità (che dipende, tra l’altro, dalle caratteristiche del corpo ricevente, a cominciare dalle correnti marine e dal flusso dello scarico immesso in mare). Il 31/10/2013 l’eurodeputato Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sul rigassificatore a ciclo aperto di Porto Viro, in provincia di Rovigo e ha chiesto che “L‟U.E. faccia luce sugli effetti dei rigassificatori a ciclo aperto sull‟ecosistema marino per scongiurare eventuali disastri naturali e pericoli per le comunità costiere […]. Il sospetto è che l‟attività del rigassificatore possa influire sulla diminuzione degli stock ittici registrata nell‟area e con la recente e anomala moria di delfini e tartarughe‟‟.

Ricordiamo che il sistema di riscaldamento del GPL, previsto nel progetto Energas, è del tipo “a ciclo aperto” come per il rigassificatore di GNL di Porto Viro. È un campanello d’allarme difficile da ignorare a fronte del trend decrescente di catture e ricavi dei pescatori per i quali le giornate di attività dal 2004 a oggi sono calate del 20 per cento. In Veneto e Emilia-Romagna, che vantano entrambe un giro d’affari annuale attestato sui 53 milioni di euro, la flotta è composta complessivamente da 1.442 imbarcazioni di vario tipo e ognuna ha perso mediamente una tonnellata di pescato passando da una media di 16 a 15. Sul versante Veneto è stata verificata una variazione nella composizione del pescato di cui si è parlato in un incontro tra pescatori organizzato a Chioggia al termine del fermo pesca. “I pescatori dell‟Emilia Romagna però vorrebbero un supplemento di indagine. Più a sud e con maggiori elementi di ricerca. Nella speranza di scongiurare quanto sostiene lo studio del comitato scientifico del Wwf di Trieste da qualche tempo al vaglio dell‟Europa. „L‟acqua di mare impiegata nel processo di rigassificazione negli impianti a circuito aperto viene restituita praticamente sterile, inutilizzabile per i servizi ecosistemici che rende all‟ambiente‟, si legge nello studio curato da Livio Poldini, Marco Costantini, Maurizio Fermeglia, Carlo Franzosini, Fabio Gemiti. Michele Giani e Dario Predonzan. „Si ha la perdita quasi totale delle forme di vita veicolate dall‟acqua, uova, larve e avannotti, organismi planctonici e si induce artificialmente la selezione di quelle forme batteriche resistenti al processo di clorazione, che formano biofilm sulla superficie dell‟acqua‟‟, sostengono nella ricerca”.(da www.ferraraitalia.it del 26-2-2014, art. a cura di Monica Forti).

Ma il rischio diventa enorme se guardiamo più in là nel tempo perché c’è la probabile distruzione dell’habitat marino del Golfo con conseguente strage di flora e fauna. Vogliamo ricordare che nelle acque del Golfo di Manfredonia, a poca distanza dal porto “Alti Fondali” e lungo il tracciato del gasdotto sottomarino, vivono praterie di Cymodocea nodosa che è una specie (protetta dalla Convenzione di Berna e ratificata dallo Stato Italiano nel 1982) e varie specie ittiche. La prateria di Cymodocea nodosa funge da protezione per numerose creature marine che possono così trovarvi luogo sicuro per riprodursi al riparo di vari predatori; rappresenta essa, inoltre, un luogo ideale per deporre le uova e per la crescita degli stadi giovanili di pesci; costituisce, nel contempo, una notevole fonte di ossigeno, cibo per molluschi, echinodermi, pesci e cefalopodi. Preserva, ancora, la costa dall’erosione.

Ci chiediamo: c’è qualcuno che assicura la protezione della Cymodocea nodosa e il rispetto delle leggi? Ancora evidenziamo che le acque del Golfo di Manfredonia sono un luogo di riproduzione e ripopolamento dei pesci tra i più importanti del Mediterraneo. Con lo scarico delle navi di GPL si avvierà un lento ma graduale processo di impatto marino che avrà come conseguenza una probabile eliminazione del settore pesca, perdendo essa migliaia di posti di lavoro, tra diretti e indiretti. Facciamo presente che il Consiglio Comunale, espressione della volontà popolare, in data 17 settembre 2015, ha espresso la sua ferma opposizione alla installazione dell’impianto di GPL che, nella malaugurata ipotesi di un errore umano o anche di imprevedibili guasti alle strutture, potrebbe arrecare disastrosi danni alle persone e all’ambiente. D’altronde casi di incidenti rilevanti sono stati registrati durante l’attività di lavorazione negli impianti di tal genere, come la stessa Energas S.p.A. riconosce (Scheda allegata al progetto Isosar, pp 96-98; scheda, peraltro, non aggiornata in quanto mancano altri incidenti verificatisi negli ultimi tempi).

Per il Comitato, l’ingegnere Matteo Starace

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  • E’ ora,ENERGAS,che andiate via,non camminando,ma di corsa!Da tutto cio’ che evince,
    non c’e’ una nota positiva,nel vostro blatterare a destra ed a manca.
    Il vostro nome,Presidente che salti come un grillo, e che da’ pure lezioni di menzogna e falsita’,e'”DISTRUZIONE di TUTTO”.
    Flora,fauna,pescatori,nome di Manfredonia,turismo,Ecologia,Archeologia ecc.ecc.
    Non ho parole,se non ordinare(altro che invitare!),voi ed il vostro gas,a sparire alla svelta da Manfredonia,prima che possa succedere l’irreparabile…!
    E gli altri,tranne qualcuno che si salva!A chi aspettate x uscire fuori?
    Il vostro tacito,il vostro silenzio,vi accusa piu’ di qualsiasi parola.
    Non e’ destino che Manfredonia viva in pace,e progetti i suoi progetti!!!???
    Ancora una volta,invoco l’Onnipotenza di Dio,Padre di chi vuole essere Suo figlio!Continui a pensarci Lui,a questi onnipotenti di cartapesta!
    vincenzo d’onofrio dott.

    vincenzo 25/11/2015 12:42 Rispondi

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