“La posizione dell’Italia all’indomani degli attentati del 13 novembre è stata chiaramente più prudente rispetto a quella assunta dal presidente Hollande. Io non so se siamo in guerra o no ma penso sia necessaria una risposta adeguata e ferma da parte della comunità internazionale e dell’Ue. Questo momento non può essere superato con la solita retorica alla quale ricorriamo quando non vogliamo maturare una decisione. Non è più sufficiente dire che ‘siamo tutti francesi’ o ‘siamo tutti europei’. E’ arrivato il momento di agire con grande fermezza. Il come lo decideranno i Paesi della coalizione ma ritengo che, allo stato in cui siamo, non dobbiamo escludere nulla se vogliamo impedire a questi terroristi vigliacchi di continuare a colpire”. Lo ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, nel corso di un’intervista a ‘Radio Radicale’.
“Per questo – ha proseguito Bordo – giudico molto positivamente la risposta data oggi dall’Ue alla richiesta d’assistenza avanzata da Parigi. Non era mai accaduto, prima d’ora, che l’Europa facesse scattare la clausola di difesa comune prevista dal Trattato di Lisbona. E’ il segno che, finalmente, c’è una maggiore consapevolezza rispetto al fatto che ci sono questioni sulle quali è necessario assicurare una reazione comune”.
“Ora, lavorando a una difesa comune, rafforzando le intelligence dei diversi Paesi e favorendo lo scambio di informazioni, bisogna attrezzarsi affinché l’Ue, la comunità internazionale, la Russia e i Paesi islamici moderati, che devono chiarire la loro posizione, concordino finalmente una risposta unitaria che possa portarci all’annientamento di un’organizzazione terroristica come Daesh che ha in mente solo la violenza” ha concluso Bordo.