Da Mattinata a Monte S. Angelo : un percorso alla scoperta della Montagna Sacra nel Parco Nazionale del Gargano. Visit tou tra storia, religione,cultura ed eccellenze enogastronomiche
Il nostro viaggio di scoperta di Mattinata e Monte S. Angelo, focus del terzo visit tour organizzato dal Parco Nazionale del Gargano è partito sotto gli auspici, tutti confermati, del tempo inclemente, sottolineati dagli avvisi della Protezione Civile, che non hanno tuttavia scoraggiato il nostro desiderio di avvicinarci in modalità “live”, con una presa diretta ed una fruizione genuina, alle realtà ricca e ghiotta della storia e delle eccellenze enogastronomiche della Montagna Sacra.
La prima tappa, accompagnati da Filippo Mantuano, guida dell’ssaociazione Alènn di Mattinata, avviene in una farmacia…ma non è una farmacia qualsiasi, anche se l’umidità e la pioggia incessante potevano fornire qualche motivo per giustificarne la scelta. Si tratta della farmacia del dr. Sansone, appassionato ricercatore di reperti archeologici di varie epoche. La raccolta, ospitata in una bella e ampia libreria lignea a tutt’altezza, comprende oggetti di uso comune del tempo che fu, come un braciere in ottone, in ottimo stato, ma anche vasi e anfore di epoca romana ed una preziosissima stele, vero reperto museale. Insolita la collocazione, divenuta tuttavia nel tempo motivo di interesse e di attrazione per avventori della farmacia, e non solo.
Ci dirigiamo quindi all’aperitivo in programma, e veniamo subito conquistati dalla freschezza e dall’ospitale immediatezza del nostro ospite, l’effervescente Salvatore, presso La Lanterna (caratterizzata da una raccolta di oggetti vintage anni 70), che ci ha accolti, sotto una pioggia fitta e insistente, nella candida veranda, ricca di rigogliose rampicanti, dove ci è stato servito un aperitivo scandito dal pregevole ed autentico caciocavallo podolico, accompagnato dalla gustosa pizza locale, dal fragrante pane enfatizzato dal sapido olio, dal gusto pieno e rotondo, e da un Gran Cuvee XXI secolo, annata 2008, della cantina D’Arapri.
Ma era solo l’aperitivo… ci aspettano per il pranzo alla Masseria Liberatore, un confortevole e ampio locale sul bel mare di Mattinata, dove veniamo accolti da Gino Mantuano, che con sorridente levità dirige la sua sinfonia di orecchiette in grano arso con pomodorini e murici (frutti di mare minuti ma consistenti per sapore e qualità), sottolineati dalla scelta di un raro e prezioso vino rosato d’autore: il Giroflè, a cui seguono delle mezze maniche in morbida e carezzevole crema di cavolfiori, con le ottime fave e cicorie, culminata nell’estasi del croccantino in salsa di cioccolato.
Partiamo quindi alla volta di Monte S. Angelo, sotto una pioggia insistente e una nebbia fitta che avvolge il caratteristico paese garganico, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Facciamo visita alla Basilica di S. Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggi di papi, re e cavalieri e scendiamo nel centro devozionale dove la nostra guida, Enrico, di origini genovesi e dall’eloquio ricco e forbito, ci mostra degli autentici capolavori dedicati al culto micaelico. Accanto agli ex voto, rivolti all’Arcangelo, vi sono icone antiche e preziose per materiali e per fattura, calici e monili, segni visibili del legame fortissimo di fede e storia che unisce da secoli il culto di S. Michele al popolo di Monte S. Angelo ma anche ai futuri papi e a personaggi eminenti che sono venuti sulla montagna sacra per devozione e fede.
Importante ed innovativa la sala multimediale, inaugurata lo scorso 6 settembre, che – da un progetto di due giovani montanari, Matteo e Rosanna Gabriele – attraverso immagini, suoni e racconti, fruiti stando comodamente seduti, porge al pubblico la genesi del culto micaelico mediante l’installazione artistica e multimediale denominata “Il Sentiero dell’Angelo”, dedicata alle apparizioni dell’Arcangelo sul monte Gargano. L’iniziativa – realizzata da Studio Azzurro di Milano – si propone di rendere più interessante e agevole la fruizione del patrimonio culturale con l’immediatezza del messaggio veicolato dalla multimedialità.
Ma scopriamo anche, tra le stradine dell’affascinante borgo antico, nelle immediate vicinanze della basilica, un moderno e algido wine bar che invece è una cantina della tradizione, rivisitata da Michele Lauriola, un giovane e audace discendente della famiglia Cippone, cantinieri da generazioni. Dopo una parentesi lavorativa di alcuni anni in Venezuela, il giovane ha fatto ritorno a Monte S. Angelo decidendo di trasformare il mestiere di famiglia in chiave moderna e attrattiva, offrendo un’ampia selezione di vini locali e nazionali che vengono serviti con antipasti a base di prodotti locali.
Ancora sotto la pioggia facciamo ritorno a Mattinata, lasciandoci alle spalle l’ambientazione quasi londinese di Monte S. Angelo, e scendiamo nuovamente a livello del mare per la nostra cena al ristorante il Giardino di Monsignore, sul lido omonimo nel bellissimo litorale garganico. Veniamo accolti dall’abbraccio del polpo arrosto su un letto di fave e cicorie, semplicemente memorabile, rinforzato dallo spettacolare olio novello degli uliveti locali, seguiti dalle “fritturelle”, gustose ed irresistibili striscioline di seppie con carote e verdurine fritte, dalle linguine allo scoglio e da una croccante frittura mista di pesce. Un fresco sorbetto al limone suggella la conclusione della nostra prima giornata di maratona enogastronomica.
All’indomani, con un cielo quasi sereno, che ha dimenticato in parte il broncio piovoso di ieri, ci permette di ammirare un panorama mozzafiato, ci dedichiamo a percorrere La Via dell’Olio, al tour organizzato dal Parco Nazionale del Gargano che ci permetterò di conoscere tre storici frantoi dell’agro di Mattinata.
Il primo è stato una sede delle monache di clausura, che d’inverno scendevano a mattinata per proteggersi dai freddi rigori di Monte s. Angelo, e a loro deve il suo nome. Il frantoio Le Monache utilizza il metodo tradizionale di molitura, con le presse, e quello più rapido, definito in continuo, per una produzione olearia di circa 10 ettari di oliveti. Veniamo accolti nell’ampio locale, munito di apparecchiature ferme al momento a causa dell’abbondante pioggia di ieri, che ha reso impossibile la raccolta, e ci vengono subito offerti dei gustosi crostini di pane, conditi da pomodorini, su cui abbiamo gustiamo olio novello, dal sapore morbido, tondo e pieno. Immancabile la degustazione della Bella di Cerignola e delle coratine fritte. Non mancano le crostate con le deliziose marmellate di agrumi locali.
A poca distanza raggiungiamo il frantoio storico della famiglia Bisceglia, attualmente condotto dalle 3 sorelle, che hanno proseguito la tradizione imprenditoriale della famiglia, iniziata nel 1857, raggiungendo, a seconda delle annate, una produzione di circa 22mila quintali di olio.
Preziosa l’opera di custodia e valorizzazione degli antichi strumenti di lavoro voluta dalla nuova generazione di imprenditrici, è possibile infatti ammirare in un locale dell’ampio frantoio trasformato in museo etnografico, dei pezzi di grandissimo interesse, dalle pubblicità vintage degli anni 50, portate in esposizione alle varie edizioni della Fiera dell’agricoltura di Foggia, agli attrezzi storici per la diverse fasi lavorative, incluso un bellissimo esemplare di Lancia 1949, modello pick up, perfettamente funzionante.
La cultivar prescelta è la Ogliarola del Gargano, coltivata biologicamente raccolta a mano e franta entro 24 ore dalla raccolta, esclusivamente nel frantoio Bisceglia, con la tecnica della molitura tradizionale, frantumata e pressata, oppure col sistema a ciclo continuo, spremitura senza filtri e poi centrifugata. I noccioli delle olive, poi, vengono riutilizzati per assicurare energia e calore all’azienda.
Per la terza tappa lasciamo la pianura per salire leggermente.
Siamo ospiti del Frantoio dell’Incoronata, antica tenuta rilevato qualche anno fa da Franco Principe. Il frantoio deve il suo nome alla chiesetta dell’Incoronata, ubicata nelle immediate vicinanza dell’ampio locale in pietra, con pregevoli pezzi di arte povera, in cui veniamo calorosamente accolti. Ci rechiamo in visita alla chiesetta, attraversando l’uliveto dove incontriamo, non senza meraviglia, dei veri monumenti vegetali: i magnifici, scolpiti, possenti olivi secolari, muniti di apposita targhetta di riconoscimento della Regione. Incanto e ammirazione per tanta bellezza.
Nella chiesetta, dove vengono celebrate le funzioni religiose in occasione dell’annuale processione, è presente un quadro che si rifà alla Madonna dell’Incoronata, santuario in prossimità di Foggia, e presente qui a Mattinata per la devozione della famiglia nobile, i Gambadoro, antichi proprietari del frantoio.
Pregevoli e degni di riconoscimento tutti gli sforzi compiuti dalle nuove generazioni di imprenditori, eredi di tradizioni familiari, per proteggere ed incrementare la produzione nel rispetto dell’ambiente, con criteri e metodi biologici, che rendono pregevole e salutare l’olio del Gargano.
Inchiostro da gustare