Come previsto, sulla questione Energas è calato scientificamente il silenzio, che aiuta e incoraggia in modo sostanziale l’iniziativa della multinazionale napoletana, in quanto il silenzio dei cittadini viene interpretato in modo strumentale come assenso.
Questo periodo storico che stiamo vivendo, invece, è preziosissimo per indirizzare il futuro della città di Manfredonia: mai come in questo periodo dovremmo parlare, discutere e decidere frequentemente sul nostro avvenire come comunità.
Il dire “NO” ad una iniziativa come Energas deve essere l’occasione giusta per dire “SI” ad altre iniziative economiche alternative ad esso nel rispetto della vocazione del territorio e della volontà dei cittadini.
Ad oggi, si ricorda ai più distratti che, le autorizzazioni per realizzare il megadeposito Energas da 60 milioni di litri di GPL (1000 litri “lasciati in dotazione” ad ogni singolo cittadino di Manfredonia) sono in dirittura d’arrivo.
L’ultimo ostacolo da superare sarà la conferenza di servizio al MISE dove le “resistenze pubbliche” di livello regionale e comunale troveranno pronte le risposte legittime dell’Energas forte del “nulla osta” del Ministero dei Beni Culturali sul gasdotto terrestre e marino, del “parere favorevole” sull’intero progetto da parte del Comitato Tecnico di Valutazione Ambientale del Ministero dell’Ambiente e del “parere favorevole condizionato” della Regione Puglia.
Alla luce dell’art. 37 della sciagurata Legge “Sblocca Italia” che considera tale opera “strategica e di preminente interesse per lo Stato” si intuisce chiaramente l’esito “logico” di tale conferenza di servizio: il progetto sarà definitivamente autorizzato e si realizzerà!
E noi cittadini che facciamo in questa Repubblica democratica denominata Italia? Dobbiamo chiedere scusa della nostra presenza ed esistenza? Dobbiamo subire supinamente l’ennesimo scempio non solo ambientale, ma anche paesaggistico e l’oggettiva riduzione dell’attuale grado di sicurezza pubblica? E quale sarà l’impatto sociale e sull’economia territoriale di tale “opera strategica”? Sarà un’altra “cattedrale nel deserto” simile a quello dell’Enichem o del “Contratto d’Area”?
Come si vede, si vive una situazione politica molto simile, quasi identica, a quella già vissuta nel 1968 per la vicenda Enichem (ex Anic): nessuno la volle, né la popolazione né il Consiglio comunale, ma alla fine si realizzò grazie all’attuazione delle autoritarie volontà politiche parlamentari e ministeriali dell’epoca, entrambe in stretta connessione con quelle imprenditoriali.
In questa “partita” iniziata nel lontano 1998 e ripresa nel 2013, l’Energas con il suo progetto, sta cercando di fare legittimamente i propri interessi privati (interessi di natura molto forte) favorita in modo evidente dall’assenza di una “squadra avversaria” che fino al 29 luglio 2015 ha titubato e cincischiato colpevolmente nel tutelare gli interessi generali della cittadinanza (interessi di natura molto debole).
L’unico e ultimo strumento democratico per opporsi efficacemente agli interessi privati della multinazionale è il referendum consuntivo per portare all’interno della Conferenza di Servizio la volontà non solo del Consiglio Comunale, ma anche quello espresso direttamente dai cittadini di Manfredonia: all’interesse privato si deve rispondere direttamente con l’interesse generale espresso!
Il problema da porsi è come arrivare in breve tempo ad un referendum cittadino, visto che la strada “urbanistica” indicata dal Sindaco Riccardi, non tiene conto dei tempi strettissimi dettati dalla data di convocazione della Conferenza di Servizio, pertanto è una strada pro-Energas che porta al silenzio (al consenso) dei cittadini in Conferenza di Servizio.
La strada intrapresa dal Comitato cittadino, cioè quella della raccolta delle firme per indire un referendum cittadino, è anch’essa, vista la contingenza, meritoria, ma poco efficace sia per i tempi strettissimi dettati dalla data di convocazione della Conferenza di Servizio, sia per il prevedibile sforamento della “finestra” dal 15 settembre al 15 novembre, previsto dall’art. 38, comma 4 dello Statuto Comunale per far svolgere il referendum.
Allora che fare?
Memori delle parole “provocatorie” pronunciate in Aula dal neo Presidente del Consiglio Antonio Prencipe: “la democrazia oggi non sta giù (in piazza), ma sta qui in questo consiglio comunale”, l’unica strada democratica, pacifica, veloce ed efficace da percorrere è quella politico-istituzionale promossa pubblicamente anche dal Sindaco Riccardi, ma non nelle sedi istituzionali extra comunali, ma all’interno dello stesso Consiglio Comunale, dimostrando di saper utilizzare gli strumenti istituzionali messi a disposizione dallo Statuto Comunale.
Poiché la data della Conferenza di Servizio cadrà sicuramente all’interno del periodo previsto dallo Statuto per far svolgere il referendum (15 settembre-15 novembre), il Presidente del Consiglio Prencipe deve (come obbligo morale) convocare al più presto il 2° Consiglio Comunale con all’ordine del giorno la votazione per far svolgere al più presto il referendum.
Una volta convocato d’urgenza il Consiglio Comunale, tutte le forze politiche dovrebbero essere coerenti alle dichiarazioni ufficiali con il proprio voto, tra cui anche il PD, ed ottenere il voto favorevole di almeno i 2/3 dei consiglieri (almeno 16, come previsto dall’art. 38, comma 1 dello S.C.) per far indire al Sindaco, in meno di un mese, il referendum cittadino.
Se le volontà del Presidente del Consiglio Comunale e del Sindaco non afferrano quest’opportunità storica e democratica, allora saranno gli unici responsabili delle prevedibili vicende successive, come il caso “nave dei veleni” ha già dimostrato in passato!
La sfida è arrivata di dimostrare il disinteresse personale nel fare politica….. sempre ben celato in questa vicenda chiara ed esplosiva!
Meetup “Sipontini in Movimento”.
Siete la vera opposizione al mal governo della città.Altro che Romani e chiacchiere morte. Forza ragazzi!!!
sveglia manfredoniani datevi da fare,lasciate corso manfredi presidiate i terreni dove vogliono piazzarvi i bomboloni(non quelli con la crema) difendete il vostro futuro.
In precedenza,giorni fa,ho detto:”Andate via,nel Nome del Signore!”.Cio’,vedrete,basta ed avanza…!Col Nome di Dio,non c’è da scherzare.
Addio,Energas.
vincenzo d’onofrio,pfDV!
E’ così che vi vogliamo…tosti, massicci e incazzati. Con i fatti!
COLLETTIVO “INAPNEA” FATEVI SENTIRE!!!!!!!