Una delle maggiori personalità del ’900 come il premio Nobel Ernest Hemingway riconosceva nel mondo solo tre sport: la corrida, l’alpinismo e le corse automobilistiche, tutti gli altri erano per lui solo dei giochi. Il pensiero dello scrittore forse può sembrare assoluto e paradossale, ma il filo comune che lega queste arti è certamente la posta in palio. Nella pratica di ognuno di essi il rischio non è la resa come nel gioco normale, ma l’estremizzazione al limite della vita stessa. Le corse automobilistiche hanno da sempre caratterizzato la storia del nostro Golfo e i suoi interpreti sono diventati dei volti comuni a tutti. Qualche tempo fa su queste pagine ci siamo occupati della gloriosa Salita Macchia-Monte, che alla fine degli anni ’70 ha dato vita ad un gruppo di giovani piloti sipontini, sotto il nome di “Scuderia Piloti del Gargano”. Col passare del tempo e delle vittorie la storia corsaiola raggiunge il suo primo apice con la seconda generazione di piloti, che negli anni ’90 raggiungono importanti traguardi sportivi. Ricordiamo lo sfortunato Gino De Salvia, Matteo Tataro, Antonio Caporale, Libero Simone, Saverio Di Benedetto e molti da aggiungere ancora in attività (il giornale non basterebbe!!). Una doverosa menzione la dedichiamo a Maurizio Morlino il “Mago”. Campione Italiano Slalom nel 2000, vincitore assoluto di numerose gare in lungo e in largo per la nazione, interprete straordinario della guida oltre il limite, un professionista del volante amato ma poco sostenuto dalla nostra città, spesso incredibilmente cieca nella valorizzazione dei nostri talenti. A oltre un decennio di distanza si è giunti ad un periodo di transizione in attesa del ritorno in auge dei nostri piloti nella storia contemporanea. L’attuale terza generazione sta facendo ritornare in patria il meritato Alloro. Domenico Erbetta, Massimiliano Santoro e Giuseppe Bergantino gareggiano per l’assoluta, Maurizio De Salvia, Vincenzo Troiano, Michele Notarangelo, Giuseppe Di Bari e il kartista Michele De Luca dominano le classi di appartenenza. Senza fare inutili confronti e paragoni, possiamo definire ognuna di queste tre generazioni di piloti univocamente eccezionali; apripista di altri giovani “Rookie” sipontini agli esordi. Sono affidate a loro le nostre speranze, il nostro tifo più caloroso, la storia in fondo è come lo specchietto retrovisore ogni tanti bisogna guardarci ma il futuro è quello che abbiamo fisso d’avanti.
Mario Rignanese