Duro affondo del segretario provinciale della Feneal-Uil in merito alla scarsa capacità dei comuni di usufruire dei fondi in materia di riassetto idrogeologico e contenimento del rischio sismico
“In materia di protezione civile continuiamo a scontare una mancanza di programmazione strutturale che determina effetti negativi di lungo termine tanto sul piano della messa in sicurezza del territorio quanto su quello del rilancio del comparto edile”. Questo il giudizio del segretario provinciale della Feneal-Uil, Juri Galasso.
“Presidenza del Consiglio dei Ministri e Dipartimento Protezione civile mettono annualmente a disposizione fondi ingenti (anche per i privati) per la ristrutturazione di immobili e la messa in sicurezza del territorio dai rischi sismici. Fondi che non vengono sfruttati adeguatamente: e questo è tanto più paradossale se consideriamo che la Capitanata è tra le prime provincie in Italia per dissesto idrogeologico e rischio sismico. Scontiamo la scarsa “resilienza”, la difficoltà di programmazione dei comuni e delle istituzioni locali in genere”, spiega Galasso che rimarca come “questa incapacità di programmare una gestione dell’ordinario si traduce inevitabilmente in un territorio meno sicuro e in un comparto edile al collasso”.
“Siamo fermamente convinti che una crisi come quella che stiamo vivendo richieda il rilancio della programmazione e della concertazione: un percorso che deve passare attraverso un ruolo propositivo forte ed autorevole dei sindacati. Siamo disponibili a confrontarci con le amministrazioni comunali per fare dell’impegno per rendere il territorio più sicuro una priorità di governo”, conclude il segretario provinciale della Feneal-Uil.
