Il mediterraneo sta diventando una fossa comune. Due giorni fa novecento morti, sembra. “Manfredonia Nuova”, non ritenendo che la nostra città sia un’isola (in)felice in mezzo al nulla, eleva il proprio sdegno, vergogna, frustrazione verso queste notizie continue di naufragi di centinaia di persone (bambini) sradicate alla dignità di esseri umani e piombate giù al rango di fantasmi cui non sarà possibile, nemmeno, assicurare nome e identità. E tra una settimana? E tra un mese? La nostra emozione diventerà indifferenza difronte a questa storia, sempre uguale, sempre uguale, sempre uguale..?
“Manfredonia Nuova”, soprattutto, denuncia l’ignavia e la non assunzione di responsabilità, palese e sconcertante, di tutti: Governo, Europa, istituzioni preposte. Tanti proclami, tanti diritti ufficiali sulla carta, nella pratica si fa pochissimo e spesso malissimo. Anche per quelli che sopravvivono e stazionano nei limbo senza fine dei Cie, dei Cara, in attesa del riconoscimento delle loro pratiche e dello status di rifugiato, e/o di poter raggiungere un altro paese europeo, e di essere tirati fuori da quel limbo indecente che li rende peggiori (anche ai nostri danni) e ha i connotati di un vero inferno.
Davvero pochi si impegnano: Medici senza frontiere con la campagna #milionidipassi cerca di raccontare, evitando di ridurre queste persone al loro problema. Cioè a “profughi, clandestini, extracomunitari”. Molti politici, anche in questo momento, strillano (la loro propaganda). Salvini parla di “invasione”, quando invece la maggior parte di chi arriva non resta affatto in Italia ma va in Francia, in Germania, altrove. L’Italia è, spesso, un paese, di transito, certo, il primo raggiungibile, spesso non la meta più ambita. Il M5S che nelle sue proposte aveva aperto un dibattito interessante, purtroppo si è lasciato tentare dallo spostare il baricentro della questione dal “salvare vite” a “l’espulsione”, sottolineando quella falsa logica per cui: più si rende difficile l’entrata clandestina in Italia meno tentativi di raggiungere le nostre coste ci saranno. Non è così, non si possono fermare le migrazioni: è irrealistico. Non accade qui come non accade, ad esempio, con i flussi clandestini dal Messico agli Usa. Le migrazioni non si possono fermare; ma tantissime cose si potrebbero concertare, preventivare, organizzare, strutturare per gestire meglio il fenomeno, anche arginarlo. Non si fa; non lo fa nessuno. Renzi, il grande retore motivatore dell’ottimismo e delle riforme “da fare purché sia” e come si fanno e, soprattutto, cosa ci sia dentro è solo elemento secondario (non di rado deleterio) e comunque marginale, sembra in perenne campagna elettorale, nei nostri confini come al di fuori di essi. Ma l’Europa è probabilmente peggio. Proclama, bandisce diritti universali, e ci lascia soli col “problema”. Perché si proclami e poi non si faccia ha motivazioni e radici economiche ed interessi tra gli stati, e “questi” e “quegli” stati. Come sempre, da sempre. Ma noi non siamo impotenti di fronte a tutti questi esseri umani (molte donne, molti bambini) declassati a fantasmi, quando va male; profughi e clandestini quando va bene, si fa per dire. Possiamo lavorare sullo stereotipo e sulla vaghezza percepita delle loro identità. Dobbiamo chiedere ai partiti di candidare donne e uomini che vengono da quell’’esperienza, e possano riversarla nelle linee programmatiche per l’intera collettività. Aprire loro le università. Tutto questo diminuirà il consenso politico e la formidabile quanto inutile e miserevole perché vana, solfa del “prima noi e poi loro”? Probabilmente sì, accadrà questo. Ma solo all’inizio, ben presto ci si accorgerà dell’enorme beneficio che avremmo.
Con Saviano concordiamo sul fatto che “se la storia degli sbarchi e dei flussi di migranti diventa un tema che il governo sente come parte fondamentale per il suo consenso, agirà”. Renzi e il suo governo sono solleciti a rispondere quando un tema diventa mediatico e popolare: punteranno ad avere nuovi sguardi, e a farsi sentire davvero in Europa sul tema.
Ma per tutto questo, occorrerebbe un’opinione pubblica di qualità, formata, in ascolto delle storie, che non s’incanta ai luoghi comuni di chi si ostina a dividere e creare gerarchie e dicotomie ”noi e loro”, “prima noi e poi loro”. Perché tanto i flussi migratori sono inarrestabili, lo ripetiamo allo sfinimento, come imprevedibili sono le loro rotte e ne sappiamo qualcosa per certo anche noi che consentiamo, ormai da qualche decennio, un flusso inarrestabile di cervelli e aziende verso luoghi più generosi di eque opportunità, o semplicemente più convenienti all’impresa.
“Manfredonia Nuova” invitando tutti ad allargare sempre il proprio sguardo, anziché restringerlo, a incrociare persone anziché fantasmi, a bandire equazioni trancianti troppo facili per essere vere, elogia le braccia ed il cuore di quelli che salvano vite tutti i giorni, strappandole al mare e all’ignavia di tutti quelli che sono in alto e che dovrebbero fare e non fanno. Non smetteremo d’indignarci: la vergogna è un’emozione con intrecci complessi, troppo salutare per privarsene.
Vittoria Gentile
Portavoce “Manfredonia Nuova”
Tonino… questa è un’altra storia…. dimentichi che si sta parlando di una tragedia umanitaria…..
Non so come definire tali osservazioni!!!! Semplicemente vergognose.
Peccato che ai poveri cittadini ITALIANI, non ci pensa nessuno.
Bisognerebbe guardare bene prima nella propria casa, e poi nella casa degli altri, prima di fare accoglienza.Il resto sono solo belle parole.