In riferimento all’articolo Nuovo nome per la piazza con la Fontana Piscitelli: sarà ‘Piazza Berardino Tizzani’ pubblicato in www.manfredonianews.it il 13 marzo 2015 (e alle relative polemiche scaturite: legittime o strumentali che siano) dico semplicemente che l’insigne avv. Berardino Tizzani va ricordato meritatamente. Gli uomini illustri di questa Città, specialmente quelli dei secoli XIX e XX, non sempre vengono commemorati onorevolmente. A Manfredonia e in Capitanata (e, più in generale, in Puglia), difatti, vi è una certa antica tendenza ad essere immemori e irriconoscenti. Annosa propensione così ben descritta in questi brani (pubblicati il 20 gennaio 2010 in www.puglialibre.it) tratti dal libro Scrittori ed artisti pugliesi, antichi, moderni e contemporanei. Opera abbastanza nota, risalente al 1904 (Trani: tipografo-editore V. Vecchi), del brillante e operosissimo scrittore foggiano Carlo Villani: […] Io scrissi invece guidato soltanto da un sentimento di campanile, dall’orgoglio vivo e tenace di mostrare a chi lo ignori o finga d’ignorare che la Puglia, questa cara terra irradiata dal bacio più cocente del sole, questa patria mia diletta, non è ricca soltanto di bianchi e pingui oliveti, di olezzanti boschetti d’arancio, di vigne riboccanti di grappoli dorati e rosseggianti, di alte e bionde spighe reclinanti la testa per opulenza di seme […] ma è feconda altresì di pianta più rara e peregrina, qual è quella che forma il nobile e invidiabile patrimonio di ogni essere umano: l’ingegno […] […] E mi rivolgo più specialmente ai miei conterranei, perchè, a preferenza, sono essi medesimi ignari ovvero anche sconoscenti e obliosi delle nostre più belle glorie: ‒ credendosi al di sotto di chiunque venga importato d’oltre i propri confini, si mostrano per lui facili e proclivi alla lode e all’entusiasmo, nonché a tributargli quegli onori che van negati sovente ai proprii concittadini, il che suona offesa a sè stessi ed alla propria dignità […] I Pugliesi in generale ben dovrebbero scuotere finalmente quella certa inerzia un po’ orientale, che è nelle loro fibre e nel loro carattere, inerzia che li fa essere indifferenti, noncuranti di tutti e di tutto, e, orgogliosi, come la Cornelia romana, dei loro figli, costringere ad inchinarsi innanzi ad essi quanti che, piombandoci addosso o dal nord o dal sud, credono, con aria spavalda da conquistatori, di apportare nella nostra regione, avvilita a mo’ di una Cenerentola, quasi un raggio di luce o di civiltà nell’eterna notte dell’ignoranza […] L’avv. Berardino Tizzani va commemorato, dunque, onorevolmente poiché è stato – senza alcun dubbio – tra i figli migliori della nostra Città, nonché della Capitanata. A questo proposito voglio qui riportare questo breve, ma significativo passo tratto dal libro dell’ on. avv. Donato De Leonardis Eventi democristiani (inediti o poco noti), Cappetta Editori, 2003: […] Berardino Tizzani, Avvocato, è stato Presidente dell’Amministrazione provinciale dal 1966 al 1971. Nel quinquennio di Presidente, l’avv. Tizzani che si era già guadagnato la fama di concreto e tenace realizzatore con la costruzione del villaggio dei pescatori nella natìa Manfredonia. Ideò e realizzò il più importante complesso di opere pubbliche, che in un solo quinquennio, abbia mai svolto l’Amministrazione provinciale di Foggia. Fra queste opere spiccano la nuova sede della Biblioteca Provinciale, la nuova sede dell’Ospedale Provinciale di Maternità, le nuove sedi dell’Istituto Tecnico “Giannone” a Foggia, dell’istituto tecnico Commerciale e del Liceo Scientifico di Manfredonia, dell’Istituto Tecnico Commerciale di S. Severo, dell’Istituto Tecnico Commerciale di Lucera, dell’Istituto Industriale di Cerignola, la nuova sede della Caserma dei Vigili del Fuoco di Foggia. […]. Lo scritto appena citato mi riporta inevitabilmente alla mente il seguente stralcio dell’alquanto famoso discorso La scienza e la vita del grande critico letterario Francesco De Sanctis. Orazione inaugurale letta nella Università di Napoli (Università partenopea dove il De Sanctis insegnò Letteratura Comparata) il 18 novembre 1872 […] ed eccovi qua il mio discorso, confidando che esso sia l’ultimo discorso inaugurale, e che nell’avvenire penseranno gl’Italiani meno a bene inaugurare, e più a ben terminare. […] L’avv. Berardino Tizzani, perciò, non pensò solo ‘a bene inaugurare’ (per dirla con il De Sanctis). Egli fu, insieme all’ altrettanto illustre omologo sen. Michele Magno, tra i politici italiani più attivi e avveduti del sec. XX. Un’ ulteriore prova di ciò si desume anche da questi due significanti passaggi dello scritto La Provincia utile / Consiglio, Pellegrino, Tizzani, tre grandi presidenti e un sogno in comune (pubblicato, nel novembre 2011, sul blog spot Lettere Meridiane) dell’autorevole scrittore e giornalista Geppe Inserra. Brani attestanti, a loro volta, l’importantissimo ruolo svolto dall’avv. Berardino Tizzani nella vita amministrativa, ma anche e soprattutto culturale della Capitanata: […] La Capitanata è più povera. La provincia di Foggia è più sola. Siamo tutti un po’ più poveri e più soli. Nel giro di qualche mese se ne sono andati – li cito in ordine cronologico di scomparsa – Berardino Tizzani, Antonio Pellegrino e Gabriele Consiglio, tre presidenti che hanno guidato l’amministrazione provinciale in epoche diverse, tra di loro legati da almeno due tratti comuni: la lungimiranza e l’amore profondo per la cultura. […] […] Adesso che li ricordo con commozione e profonda nostalgia, mi accorgo che il mio rapporto con loro, la nostra amicizia è stata scandita proprio dal comune amore per i libri. Tizzani mi aveva precettato affinché raccogliessi per lui i libri che la Provincia pubblicava o acquistava. Quando ne avevo radunata una certa quantità lo chiamavo per consegnarglieli. Arrivava immancabilmente con una grande cartella: la stessa – credo – che lo aveva accompagnato nell’esercizio della professione. La riempivamo di libri e ci salutavamo affettuosamente. […]. Geppe Inserra, nel brano appena riportato, cita ‘una grande cartella’ dell’avv. Berardino Tizzani. Ebbene, a quella cartella si fa riferimento anche nel mio breve scritto commemorativo Ricordo di Berardino Tizzani: grande dispensatore di umanità, di cultura e… di scappellotti pubblicato in Voci e Volti – Periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo n. 5 del 17 dicembre 2010. Testo stilato, a suo tempo, anche su affettuosa sollecitazione dell’avv. Matteo Lombardi e del dott. Alberto Cavallini ossia del direttore responsabile di Voci e Volti. Scritto che qui di seguito vi propongo (non senza una certa commozione): […] La mente va al Carnevale del 1995, anno in cui ebbi modo di conoscere personalmente il caro Berardino. In quell’anno il Comitato mi diede l’incarico di disegnare una tavola satirico-allegorica da riprodurre in cartolina per celebrare la 42^ Edizione del Carnevale di Manfredonia – Edizione Dauna. A Berardino piacque molto perché, a suo dire, ironizzava coraggiosamente sul Carnevale stesso, sulla sua maschera tipica e sui politici della Città. Mi fece capire, in modo chiaro e perentorio, che era ben lieto di ricevere una copia di quella cartolina con dedica autografa. Questa cosa m’inorgogliva non poco. Sapevo che quell’uomo era fra i personaggi più illustri ed autorevoli che Manfredonia possa annoverare. La sua statura morale ed intellettuale era risaputa quasi al pari della sua passione nel collezionare cartoline, santini e… tant’altro. Dopo pochi giorni da quella
sua richiesta gli consegnai copia della cartolina, che oltre alla canonica dedica autografa, riportava – sarcasticamente – quello che disse Lorenzo Pignotti (sec. XVIII – XIX) a proposito degli avvocati: “Temete, o litiganti sventurati, più delle liti stesse gli avvocati”. Dopo aver letto la dedica e la citazione, rise di buon gusto e – manco a dirlo – mi diede uno dei suoi tanti scappellotti, che utilizzava con la stessa incredibile disinvoltura con cui si usano certi intercalari. Gli scappellotti di Berardino si sono trasformati, oggi più che mai, in sonori schiaffi morali per i tanti (troppi) professionisti o politicanti di questi ultimi anni così presi dalle loro faccende, dai loro interessi… Questo simpatico episodio spiega – più di ogni altro – perché amavo conversare con quell’uomo. Berardino era persona straordinariamente ironica e… autoironica. Questa, forse, era la cosa che ci accomunava maggiormente. Da quel momento in poi fra noi nacque un’amicizia vera, disinteressata. Berardino non finirà mai di insegnare a questa bella quanto “bizzarra” Comunità che la cultura, la politica, il lavoro non possono mai essere tenuti disgiunti da un certo senso del dovere, da un po’ di umanità, dall’amore sincero per le proprie radici, per la propria gente… Mi sembra ancora di vederlo… con quel suo incedere elegante, l’immancabile cartella sotto il braccio, in quei tardi pomeriggi primaverili pieni di sole, quel sole accecante che non fa vedere nemmeno la morte… Mi sembra ancora di vederlo sollevare leggermente il cappello con quella inconfondibile galanteria d’altri tempi e… salutare, salutare tutti… anche i suoi ex avversari politici. Sì, Berardino rispettava il proprio avversario politico. Ah! Quanto avrebbe bisogno, oggi, la nostra Politica di uomini come Berardino Tizzani!? Mentre mi accingo a concludere di scrivere queste mie poche righe in suo ricordo, quasi mi assale quello stesso strano timore di ricevere uno dei suoi scappellotti… Caro Berardino, mai come oggi sarei contento di ricevere il tuo ennesimo scappellotto… Amico mio […]
Francesco Granatiero
Un grande uomo e un grande professionista. Nel 1962-63 lo studio di consulenza di mio fratello curava paghe e contabilità dell’ultima cooperativa di tufaroli. I lavoratori, in quanto soci, lavoravano 10 ore al giorno ricevendo una busta paga per 8 ore al giorno, ciò in virtù di una esplicita rinuncia a favore della Cooperativa della retribuzione delle due ore in più. Vennero gli ispettori del lavoro e denunciarono la mancata retribuzione e, più grave, la mancata contribuzione all’INPS delle due ore in più. Con contributi, più penalità, più multe l’addebito ammontava a diversi milioni di lire. Ricorso e causa civile e penale con difensore l’Avv.Tizzani. Il giorno prima della udienza mio fratello mi dettava a macchina una memoria tecnica da sostenere per la difesa, studiata e rilevata da un bel numero di testi legislativi e di giurisprudenza. La stesura richiese parecchie riscritture tant’è che ne imparai a memoria i tratti più significativi. Il giorno dopo volli assistere all’udienza. L’Avv. Tizzani, dopo una prolusione sul significato e storia del cooperativismo attaccò le motivazioni tecniche citando a memoria ed esattamente numeri e date come da me scritte. Lui aveva letto tutto in macchina mentre andava a Foggia. La Cooperativa vinse la causa.
Per TRASPARENZA.
Non ho usato parole offensive verso il sig. SIMONE in quanto uomo.
Il mio giudizio era (e resta) fedele al dettato della costituzione,nata dalla resistenza e fondata sull’antifascismo. Forse lei,come troppi purtroppo,ne ha dimenticato la natura e gli scopi. Che il fascismo sia un fenomeno storico non v’è alcun dubbio. Sul fatto che si debba preservarne il ricordo, se permette, preferisco conservare la mia perplessità. Noi del sud non abbiamo vissuto la resistenza e il regime di Salò,le leggi razziali,l’alleanza con il nazismo,le stragi,la pulizia etnica e gli stupri di massa. Ecco perchè spesso e volentieri ricordiamo il fascismo con troppa leggerezza (tipica la frase “ha fatto anche cose buone”), mentre invece dovremmo abiurarlo, in quanto regime totalitario che soppresse con omicidi e carcerazioni tutti gli oppositori politici,fondò la sua politica sulla negazione delle libertà individuali e collettive più basilari e ci condusse ad una guerra rovinosa che causò milioni di morti e la distruzione del paese. Questa,caro signore,è la storia. Sulla figura del sig. Simone nulla da eccepire e lei può serenamente dfinirsi “nipote del podestà”. Ma la storia resta questa, non la si può certo riscrivere.
vai a capire la mente diabolica e contorta che ha partorito questa idea! Pulitevi la bocca quando nOminate FALCONE E BORSELLINO. Sarebbe uno scempio cambiare il nome della piazza,di cui l’amministrazione si dovrebbe vergognare per almeno 10 anni…
Desidero rispondere al Signor Diego spiegandogli che l’era Fascista rappresenta un periodo della nostra storia italiana. Stando alla sua considerazione e idee dovremmo abbattere tutti i monumenti, le statue, i palazzi ecc.ecc. che sono stati realizzati in quel periodo non solo a Manfredonia, ma in tutta Ialia e che fanno parte della nostra storia. Intanto lo invito a documentarsi meglio sulla persona Pietro SIMONE, non come politico, ma come uomo onesto che ha donato a questa città tutto il suo patrimonio trascurando anche la propria famiglia. Invito il Signor Diego ad avere più rispetto di questa persona ed a non fare certi paragoni di declassamento. FIRMATO UN NIPOTE DEL PODESTA’
Con tutto il rispetto per il fu avvocato e politico Bernardino Tizzani. Sicuramente, come tanti notabili, ha vissuto una vita molto fortunata e senza alcun problema sia economico che sociale e che mai si è dovuto preoccupare, come tanti conterranei del suo tempo, a sbarcare il lunario.
Perchè per una volta non si intitola una piazza o una via ad un nostro concittadino normale, che per tutta una vita si è fatto un mazzo così fino alla vecchiaia, che ha fatto del bene a tanti (senza se e senza ma) e non ha ricevuto mai niente in cambio se non un sorriso da chi solo questo poteva dargli e che ora si gode la giusta ricompensa sicuramente in Paradiso?
Ce ne sono tantissimi.
Uno fra tanti? il mitico JAJAN, ONESTO e VERO lavoratore , uomo con un cuore enorme, che senza nessun titolo accademico o nobiliare, nel suo piccolo, ha dato e fatto molto di più di questi che la politica ci propone (senza il nostro gradimento), regalando pezzetti di felicità a chicchessia .
Siete daccordo?
Grazie
Non penso ci siano problemi per dedicare all’avvocato Berardino Tizzani una strada cittadina o una piazza adeguata senza toglierla ai due eroi dell’antimafia. Potrebbe andare bene, secondo me, il piazzale dov’era la ferrovia di Manfredonia Città, proprio davanti alla sua abitazione, dove l’avvocato era solito passeggiare con gli amici.
Abbiamo inteso,a mio avviso, berardino tizzani era amministratore e politico oltre che avvocato, ripeto, politico, ecco perché Alla faccia di tanti cittadini di ben piu noto merito,con tutto il rispetto per la buona anima, viene intitolata la piazza anche se la cittadinanza non è Daccordo, a un politico, quindi solidarieta’ tra camerati, gente sappiate a manfredonia, con il regine dittatoriale attuale per essere degni di titoli devi essere necessariamente un politico.
Berardino Tizzani era simpatico, ma Falcone e Borsellino sono di un altro livello. Va bene erano forestieri, ma se vogliamo rimanere ai concittadini, perché non ricordare Francesco Paolo Bozzelli? Che scrisse la costituzione del regno di Napoli del 1848 e molto altro: un gigante. Eppure questa amministrazione non sa neanche chi sia stato.
Credo che il nome di Tizzani sia stato fatto dai Rotice, per ragioni sentimentali, infatti Rotice padre diventò imprenditore quando Tizzani era presidente della provincia.
Carlo
Ma non è invece meglio lasciare che la piazza antistante la chiesa di S. Andrea e il porto turistico continui ad essere dedicata ai due grandi magistrati eroi martiri antimafia e intitolare invece l’attuale Piazza Europa antistante il Liceo Roncalli all’avv. Berardino Tizzani?
No scusate…ma con tutto il rispetto per il sig.Pietro SIMONE che avrebbe voluto la realizzazione della fontana,qui stiamo parlando di privare la piazza del nome di due eroi dell’antimafia…se è sproporzionato sostituirli con il nome dell’avv. Tizzani mi sembra ancor più fuori luogo dedicarla ad un PODESTA’, organo politico-amministraivo della dittatura fascista! Non a caso dalla fontana è stato rimosso il fascio littorio!!!!!
Con grande rispetto all’Avv. B. TIZZANI, illustrissima persona, sono dell’avviso che il nome di questa piazza sarebbe stata più giusta e significativa intitolarla al Commentatore Podestà Pietro SIMONE che ha voluto e preteso questa bellissima scultura della Fontana Piscitelli. Possiamo dire che questo monumento sia di proprietà del Podestà, per chi conosce la storia, perché è stata da lui pagata e non dall’amministrazione comunale. Ma, come al solito, a Manfredonia le cose si gestiscono nel modo in cui tutti sappiamo…., con delle scelte sbagliate e non condivise dai cittadini. In questa occasione, permettetemi di dire che questa scelta forzata è una grande offesa al de-cuius Podestà Pietro SIMONE che tanto ha donato a questa città attingendo dal suo patrimonio le spese per realizzare tante opere di cui noi cittadini ne siamo orgogliosi. Abbiate più rispetto di questa persona se conoscete un po’ di storia della nostra città. Questo è un altro esempio di cattiva gestione di questa cittadina. SONO RAMMARICATO E DELUSO PER QUANTO AVVIENE IN QUESTO PAESE E LA COSA PIU’ GRAVE E’LA NOSTRA INDIFFERENZA E TOTALE IMPOTENZA.
Ah! Quanto avrebbe bisogno, oggi, la nostra Politica di uomini come Berardino Tizzani!? Concordo pper quanto scritto, anche perchè di tale personaggio le cui doti morali e politiche/amministrative mi furono evidenziate da mio padre, che tra l’altro non militava nello stesso partito.
L’ho conosciuto in vita, per la strada e dire che se anche non l’ho trattato in nessun modo, il solo vederlo camminare, come descritto, con un sorriso stampato sul volto, mi faceva pensare che era una persona per bene. Lo stesso garbo e sorriso lo rivedevo nel volto della figlia, docente di mio figlio alla ragioneria.
Ritornando all’intitolazione del luogo più consono, ribadisco quanto detto, non è il caso di fare lo spostamento, bello sarebbe dedicargli una via/piazza più internamente alla città di cui sicuramente ha amato tanto, come i più puri cittadini di questa cittadina , oggi mortificata da tanti fenomeni malavitosi e criminali e di molliccia presenza politica/amministrativa……. Ah! Quanto avrebbe bisogno, oggi, la nostra Politica di uomini come Berardino Tizzani!?…. e non solo di Lui.
L’amministrazione sovrana deciderà…ma per i manfredoniani quella piazza il riva al mare resterà per sempre Piazza Falcone e Borsellino.
Non si può spostare il nome di due magistrati uccisi dalla mafia in una piazzetta periferica e degradata come quella dietro la scuola magistrale. E’ assolutamente ridicolo!
Ci sono nomi parimenti illustri, penso,tanto per fare un esempio,a Pino Rucher, al Questore D’Onofrio, alla D.ssa Troiso, uomini e donne che hanno onorato questa città con la propria moralità e il proprio lavoro, senza l’intermediazione della politica,che hanno avuto intitolate misere stradine di periferia. Non credo sia il caso di intitolare una piazza così significativa e panoramica ad un personaggio locale,fermo restando gli indiscussi meriti. Francamente mi sembra sproporzionata come ipotesi.