Era il maggio del 1915 quando l’Italia, dichiarando guerra all’Austria, entrava nel primo conflitto mondiale. Una guerra cui hanno partecipato circa 6 milioni di italiani e che è costata al nostro Paese 750.000 morti tra caduti in guerra e civili.
A cento anni esatti da questo evento che ha seguato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia, Musica Civica, in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Foggia, mette in scena lo spettacolo “Il Piave mormorava”, portando in Capitanata uno dei più grandi esperti italiani della Prima Guerra Mondiale, lo storico Antonio Gibelli, e proponendo l’ascolto di un brano molto rappresentativo di quegli anni, la Storia del soldato di Igor Stravinsky.
La conversazione di Gibelli “La Guerra grande. Storie di gente comune” prende il titolo da una delle ultime pubblicazioni dello storico, lavoro che ricostruisce il primo conflitto mondiale attraverso le storie di persone comuni che ne furono coinvolte e travolte. Per far riemergere la trama vissuta e sofferta della guerra, lo storico si affida alle scritture inedite e fragili prodotte dai protagonisti nel fondo di una trincea o nella baracca di un campo di guerra o nella corsia di un ospedale. Le lettere inviate a casa dal fronte e dalla prigionia, i taccuini, i diari, le memorie scritte a distanza di tempo, gli album con le dediche dei malati alle infermiere danno un volto, un nome e un cognome, una storia alle speranze e alla disperazione di chi uscì vivo dal conflitto e di chi ne fu inghiottito.
Il concerto che segue è strettamente connesso alla conversazione, proponendo il capolavoro di Stravinsky su libretto di Ramuz, l’Histoire du soldat, uno dei pezzi più rappresentativi del Novecento musicale e brano fortemente influenzato dagli eventi bellici, sia per la tematica di cui tratta, sia per la condizione personale di Stravinsky, che in quegli anni viveva un momento di povertà e di distacco dalla Russia proprio a causa del conflitto mondiale e della rivoluzione russa del 1917.
L’allestimento, che vedrà in scena l’Ensemble Musica Civica diretto da Marco Angius, specializzato nella musica del Novecento e docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Foggia, godrà della regia del grande attore italiano Giampiero Mancini, personalità eclettica, nota al grande pubblico per i tanti lavori televisivi e cinematografici (Ris 4, Distretto di Polizia 7 e 8, I Delitti del Cuoco, La Squadra 8, 7 Vite, Caccia al Re, Rex 5, Don Matteo 8, Il grande Caruso, Come un delfino 2, ecc.).
In scena, accanto allo stesso Mancini, che ha curato anche traduzione e adattamento del testo e che reciterà come protagonista, l’attore Antonio D’Emilio e la coreografa e ballerina Silvia Carota.
“Tutto concorrerà – commenta Gianna Fratta, direttrice artistica della rassegna – a offrire un’interpretazione fedele del capolavoro di Ramuz che gode di una musica estremamente moderna, complessa ed innovativa: Stravinsky usa i ritmi del ragtime, del tango argentino, dei valzer viennesi e un corale di Bach. Tutti questi materiali musicali sono trasfigurati da un utilizzo dei timbri dei sette strumenti molto nuovo, da un linguaggio estremamente complesso e frammentario, frutto eccellente e specchio implacabile di un periodo storico di disgregazione, povertà e guerra”.
Ancora due eventi – sabato 21 marzo, alle 19.00, al Teatro “Giuseppe Verdi” di San Severo e domenica 22 marzo, alle 18.00, al Teatro del Fuoco di Foggia – che portano Musica Civica ad essere una manifestazione di riferimento nella politica culturale regionale, inserito nelle “Eccellenze festivaliere” della Regione Puglia, che la sostiene unitamente alla Provincia di Foggia, al Comune di San Severo, nella persona del presidente e sindaco Francesco Miglio, e a tanti sponsor privati, quali Enplus, Fondazione Apulia Felix, Promodaunia, Fondazione Banca del Monte di Foggia, Fortore Energia, Futura Spa, Banca Mediolanum, Gruppo Salatto, Il Meglio della Puglia.
Ingresso a entrambi gli appuntamenti con abbonamento o biglietto acquistabile presso i botteghini dei teatri.