In occasione della Conferenza sul settantennio della Confindustria Foggia sottoponiamo all’attenzione dei cittadini la problematica del porto Alti Fondali di Manfredonia
La problematica complessa del porto Alti Fondali di Manfredonia viene ripresa sempre ed esclusivamente in campagna elettorale. E’ una costante della cattiva politica che dura da cosi tanto tempo che i giovani elettori di oggi non hanno mai sentito parlare di Cirino Pomicino e lo scandalo dei “nastri d’oro”. Di tutto ha bisogno la città sipontina tranne che di minestre riscaldate già prima dell’avvento del ventennio berlusconiano in politica.
La posizione geografica strategica di Manfredonia con la sua banchina collegata direttamente alla ss 89 e con l’autostrada A14 è conosciuta da tutti gli operatori marittimi e di settore da ormai 30 anni cosi come le sue indiscusse potenzialità. Tuttavia la manutenzione, l’adeguamento e la ristrutturazione del porto Alti Fondali di Manfredonia è stata puntualmente disatteso e contrastato dalla Regione Puglia ogni qualvolta si sono chiesti fondi per lavori di messa in sicurezza della struttura, abbandonata a se stessa dopo la chiusura dell’ ENICHEM negli anni 90. Le scusante per rinviare la ricerca di investimenti per la ristrutturazione è stata per anni la mancanza di una ben definita destinazione d’uso, ora invece, senza menzionare i fondi dai quali si vorrebbe attingere, si vuol far credere che migliorando le infrastrutture arriveranno nuovi traffici marittimi che potrebbero far transitare le merci verso il Tirreno (Napoli e Campania) e l’alto Adriatico. Difficile pensare che realtà industriali consolidate e avanzate commercialmente come Taranto, Bari, Brindisi, Ancona, Ravenna, Marghera, Monfalcone, Trieste permetteranno facilmente lo spostamento di traffici marittimi storici. Come da copione si fa leva sulla scarsa conoscenza dei fatti del popolo per la fortuna dei politicanti e il porto Alti Fondali va a far compagnia agli aborti strategici come l’interporto di Cerignola, l’aeroporto Gino Lisa, il collegamento con le Tremiti.
Ci chiediamo perché i nostri amministratori fanno di tutto per sabotare il turismo a Manfredonia paventando potenzialità industriali vetuste. Un esempio illuminante della totale assenza di idee della politica tradizionale: le linee guida per l’ampliamento del porto industriale, già abbozzate da uno studio fatto nel 1970 dalla HYDRO DELFT Olandese, nel febbraio del 2014 sono state riproposte dall’Autorità Portuale a palazzo Celestini come una novità.
Infine, a conferma della miopia di una intera generazione di amministratori, poniamo delle domande sul Molo di Ponente:
- spendere 11,5 milioni di euro per sventrare la banchina del Molo di Ponente per renderla solo più pulita e meno funzionale, porterà nuovo traffico marittimo di merci o di passeggeri?
- Aver reso la pavimentazione meno resistente ai grandi pesi che dovrebbero transitare e aver tolto i binari della ferrovia che era una struttura strategica per il porto stesso è stato un vantaggio?
- C’è qualcuno pronto a sostenere che ora le navi passeggeri faranno la fila in rada per poter ormeggiare alla banchina di ponente dove il pescaggio si è ridotto a quasi 5 metri?
E’ solo l’industria del turismo la chiave di volta per una economia duratura e di rilancio occupazionale per Manfredonia e il suo hinterland dauno.
Comunicato stampa
Sipontini 5 Stelle
Questo è parlare chiaro. Complimenti.
Un cazzotto nello stomaco per gli illusi, una chiara lettura del malaffare che imperversa in città.
Grazie 🙂