Sferzo l’emozione per evitare di singhiozzare come un tenero vitello: se n’è andato Lino Sdanga, uno dei Presidenti più vincenti della storia del calcio sipontino! Se n’è andato un mio amico, se n’è andato in silenzio, ed io gli sono riconoscente per come ci siamo ricambiati l’amicizia!.
Parlavamo spesso di football in People Square, di pomeriggio, nelle assolate giornata di fine pranzo, all’ombra degli orrendi palazzi ai lati di quella piazza.
Mi ha raccontato aneddoti, episodi, particolari di una stagione d’oro della pedata nostrana.
Lino non ha mai oltraggiato quelli che sono i capisaldi dello sport e dell’agonismo; ha sempre cercato la competizione ed il risultato.
Mi disse che nel 1983-84 il presidente della Fidelis Andria era disperato perché i sipontini vincevano tutte le partite e loro erano in difficoltà. Arrivarono a casa di Lino delle mozzarelle, che fece rispedire garbatamente al mittente. Gli andriesi vinsero il campionato meritatamente, i biancoazzurri ebbero delle difficoltà, ma si tolsero la soddisfazione far ben due reti a Marangi e compagni nell’ultima di campionato.
Con Lino Sdanga alla presidenza si verificò il caso del doppio allenatore (Del Gaudio e Roncarati), e lui mi disse che fece quella scelta perché entrambi si completavano; infatti uno era un ottimo preparatore atletico, l’altro un bravo tattico.
Ebbe grandi trainer al suo fianco, ma quello che più amava fu Savino Parente: “Esonerai Lasalandra – mi raccontò – perché gli feci un semplice ragionamento: se i risultati non arrivano il presidente deve prendere dei provvedimenti; ed allora è più facile esonerare un allenatore o cambiare quindici calciatori. Presi Savino, grazie ai buoni uffici di Gino .Berardi, e quelle squadre mi hanno dato grandi soddisfazioni”.
Gli eroi nella mitologia, sono individui metà Dio e metà uomo, figli di un Dio e di un mortale, che avevano speciali poteri. Tu hai avuto grandi eroi al tuo fianco, caro Lino, miti che hanno fatto sognare una tifoseria dopo anni di oblio. E quando la locale vis agonistica si ammollava, tu e qualche altro sodale avete ridato lustro ai nostri colori vincendo due campionati (1980-81 e 1981-82), schiaffeggiando la immutevole apatia nostrana, diventando voi stessi eroi.
Ora che ho abbondantemente superato il giro di boa dell’esistenza, mi ritrovo ad essere l’odierno Pisistrato (tiranno si Atene, che nel VI sec. a.C. avrebbe fatto riunire in un unico corpus tutti i canti dei poemi epici di Omero, che erano stati tramandati in ordine sparso); e così l’inconscio narcisismo nel sublimare la patria natia mi porta a ringraziarti per quanto hai donato alla “ars pedatoria” sipontina.
L’ultima volta che abbiamo parlato di calcio è stata alla vigilia di Manfredonia-Fidelis Andria (ohibò!!!) di quest’anno. Gli dissi che sarebbero venuti circa 2000 spettatori ospiti: si commosse, e mi sussurrò: “dai una mano ad Antonio!”.
Ora caro Lino, diventeranno tutti avidi piagnoni nel ricordarti, ma da lassù tutto è più semplice e meno contorto della nostra misera realtà terrena, e potrai spendere un aiuto maggiore per coloro che ti hanno rispettato e voluto bene, per i tuoi cari, per i beneamati colori biancoazzurri!.
Giovanni Ognissanti
Nella foto in piedi da sin.: Salvatore Naturali, Peppino Cozzolini, Lino Sdanga, Savino Parente, Nicola Campanella.
Foto Studio 2 – Raccolta Archivio Storico Sipontino.