“La popolazione residente a Manfredonia ha vissuto e vive a stretto contatto con una realtà industriale di notevoli dimensioni, subendo l’esposizione a diversi tipi di emissioni. Il polo chimico industriale dell’ex Enichem, sorto nel 1971 e chiuso nel 1993, è diventato tristemente famoso per l’incidente avvenuto la domenica del 26 settembre 1976. Scoppia la colonna di lavaggio dell’impianto di sintesi dell’ammoniaca da cui si sprigiona una nube, contenente enormi quantità di arsenico e suoi composti, che ha interessato complessivamente un’area di circa 13 kmq. Oggi al suo posto, a seguito di un Contratto d’Area firmato nel 1994, sorgono nuove industrie insediatesi sui terreni ancora contaminati da decine di sostanze tossiche. Solo nel 2000 è iniziata, ed è ancora in atto, la bonifica dell’area ex-Enichem, affidata a Syndial”. Questa, parte della premessa della bozza di accordo tra il Comune di Manfredonia, l’istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle Ricerche, sede di Lecce e Pisa (CNR-IFC) e l’ASL di Foggia, uno studio atto ad approfondire le conoscenze ambientali e sanitarie e dello stato di salute della popolazione di Manfredonia. Progetto della durata di un anno del valore di 260 mila euro, il 50% a carico del nostro Comune. Progetto, affidato a studiosi universitari che si sono già occupati del noto caso dell’ILVA di Taranto, spicca per il suo carattere partecipato; per la sua voglia di rendere i cittadini di Manfredonia autori di questo progetto. Opera buona e giusta! Sempre se si voglia giungere ad una soluzione veritiera per tutti noi. Sempre se noi tutti non saremo ancora una volta utilizzati come meri strumenti per legittimare operazioni machiavelliche. Si realizzerà, infatti, un progetto per accertare i “probabili” danni causati dalla stagione di inquinamento dell’Enichem, attraverso lo studio di dati statistici, difficilmente smontabili, come sostenuto dal prof. Biggeri, dell’Impresa Sociale no-profit Epidemiologia e Prevenzione. Non dobbiamo dimenticare che anche dei dati statistici possono essere facilmente piegati per biechi fini politici. “…questo studio costa ed è molto probabile che dovremmo utilizzare quei famosi soldi che abbiamo deciso di ottenere per rinunciare all’azione civile nei confronti di Syndial – ha dichiarato il Sindaco Riccardi – per fare questa attività, un’attività che però a questa città serve, perché qualora dovessimo riscontrare che all’esito di questi esami ci sono stati danni per la popolazione, la pubblica amministrazione deve procedere a mettere sotto accusa Syndial, Eni per disastro ambientale”. Le intenzioni di tale progetto sono certamente meritevoli di apprezzamento per l’attenzione che si presta allo stato di salute della nostra popolazione, forse però arrivano un po’ in ritardo. Il danno è già fatto. A cosa si vuole rimediare? I presunti colpevoli stanno pian piano spazzando tutta la sporcizia lasciata sopra e sotto la nostra terra e lo stanno facendo come previsto dalla legge italiana, quella legge che garantisce tutti anche chi compie degli efferati crimini di disastro ambientale. Ciò che vien fuori dall’analisi di questo progetto e crediamo sia la cosa più allarmante, dove dovremmo e vorremmo spostare i riflettori, sono soprattutto le responsabilità dei padri del Contratto d’Area. Nel 1994 si è permesso di far insediare aziende e lavoratori in un’area non totalmente bonificata. Le operazioni di bonifica sono state compiute, dalla Syndial, solo a partire dal 2000 e finiranno, si spera, quest’estate. Indagini giudiziarie dovrebbero accertare anche queste responsabilità. Chi ha permesso tutto questo parla ancora di tutela ambientale e addirittura punta il dito. Perché, inoltre, la pubblicazione dei risultati della ricerca possono, in base alla bozza d’accordo, essere soggetti a restrizioni nella loro divulgazione per volere dei contraenti? Se la partecipazione di tutti noi deve ridursi all’essere mere comparse di questa “farsa” qual è il senso del suo carattere partecipato? Domande sollevate anche da Flavia Palumbo del gruppo Manfredonia che Funziona attivi anche su questo tema. L’investimento del nostro Comune, anche se finanziato dal tesoretto frutto del suo ritiro nell’azione civile contro la Syndial nel processo che la famiglia Lovecchio ha condotto contro i dirigenti dell’Enichem, ci auguriamo che porti davvero un beneficio alla collettività. Merito al Sindaco Riccardi per aver risollevato questa dolorosa questione che ha segnato il nostro passato e ci porteremo ancora avanti per anni. Ma in termini assoluti potrà questo progetto darci il giusto riscatto? Il cittadino tutti i giorni, a causa dello sciacallaggio politico e industriale perde denaro, salute e fiducia, verso chi tenta ex novo di affermare la verità di una nota falsità.
Domenico Antonio Capone
Foto Bruno Mondelli