Giovedì 30 Gennaio 2025

“Ci hanno restituito una vita normale”. La storia di Camesha e di sua mamma Violet, dall’Irlanda a Casa Sollievo della Sofferenza per un delicato intervento alla colonna vertebrale

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Dopo l’intervento chirurgico all’Ospedale di San Giovanni Rotondo, sono seguite tre settimane di recupero prima di ritornare in patria. Ora Camesha non ha più dolore ed ha ripreso a camminare anche per distanze più lunghe

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A quasi due mesi dal delicato intervento alla colonna vertebrale, Camesha, la giovane irlandese giunta all’Ospedale di San Giovanni Rotondo per sottoporsi all’operazione, sta decisamente meglio. I medici dell’Unità di Ortopedia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, che hanno contattato sua mamma Violet per avere sue notizie, hanno ricevuto una risposta più che rassicurante: “sta molto bene e sta migliorando anche la sua qualità di vita”.

La patologia di Camesha, la scoliosi idiopatica, è una deformità evolutiva della colonna vertebrale che appare in età adolescenziale e progredisce fino alla fine dell’accrescimento (16-18 anni per le femmine e 18-20 per i maschi). Questa malformazione può essere curata con successo mediante busti ortopedici, ma nei casi più gravi è necessario ricorrere al trattamento chirurgico.

Negli ultimi dieci anni l’équipe di Ortopedia di Casa Sollievo della Sofferenza ha operato oltre 200 casi di scoliosi, attirando così l’attenzione di Violet, una donna di Tralee, piccola cittadina della Contea di Kerry, in Irlanda. A sua figlia Camesha, ora diciassettenne, fu diagnosticata la scoliosi idiopatica quando aveva 12 anni.

«Sono stati anni molto difficili – ha spiegato mamma Violet – soprattutto perché l’anno scorso a Camesha è stato diagnosticato anche un disturbo dello spettro autistico. La sua condizione, quindi, richiedeva un intervento urgente, ma purtroppo eravamo costrette ad aspettare a causa delle lunghe liste d’attesa negli ospedali irlandesi».

La fede ha giocato un ruolo centrale nella vita di Violet e Camesha. La sua famiglia ha un legame speciale con San Pio: «Camesha è nata il 23 settembre – ha sottolineato Violet – e alla cresima ha preso anche il suo nome, Pia. Abbiamo pregato San Pio ogni giorno, certe che ci avrebbe indicato una strada».

Poi, nell’estate del 2024, Violet ha avuto l’occasione di pregare nella sua chiesa locale, a Tralee, con un pezzo di un guanto appartenuto a San Pio e «quella stessa notte – ha raccontato –, ho pensato di fare un tentativo al “suo” Ospedale. Si trovava in una città lontanissima da casa nostra, nel Sud Italia, ma ero certa che le persone che lavoravano lì avrebbero potuto aiutarci. A inizio dicembre 2024 siamo arrivate a Casa Sollievo della Sofferenza con una grande speranza, accolte con calore e professionalità da tutto il personale e supportate non solo dal team di Ortopedia, ma anche da padre Vincent, il cappellano dell’ospedale, e da suor Vittoria, che ci hanno sostenuto spiritualmente durante tutto il percorso».

«La stabilizzazione della colonna vertebrale di Camesha è stata realizzata attraverso una tecnica che utilizza viti e barre di titanio – ha sottolineato il chirurgo Franco Gorgoglione, dal 2019 medico responsabile dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza –. La curva scoliotica viene corretta mediante viti in titanio posizionate all’interno dei peduncoli vertebrali che poi vengono collegate tra loro con barre di titanio posizionate con delle specifiche manovre per raggiunge il risultato desiderato. L’inserimento delle viti è una procedura che richiede una precisione estrema, poiché ad un solo millimetro di distanza si trova il midollo spinale che collega il cervello con le varie parti del corpo. È di grande supporto in questi interventi chirurgici il lavoro del tecnico di neurofisiopatologia, in questo caso di Valentina Renna, che monitora passo dopo passo le nostre procedure e si assicura che non influiscano negativamente sulle condizioni neurologiche del paziente. Questa procedura di neurofisiopatologia è possibile solo grazie al team di medici anestesisti, coordinato da Grazia De Angelis, che esegue l’anestesia utilizzando farmaci che non bloccano la trasmissione del midollo spinale e con minima depressione dei muscoli periferici in modo che si possa controllare in maniera ottimale la contrazione muscolare che viene stimolata dagli aghi posizionati a livello del cuoio capelluto. Solo un team esperto e affiatato – ha concluso – può portare a termine un intervento così complesso che in certi casi può richiedere anche 9-10 ore».

Oggi Camesha sta bene, ha spiegato la mamma: «Ha ripreso a camminare anche per distanze più lunghe e non ha più dolore. Continuiamo a stare sempre molto attente in determinate situazioni, come quando utilizziamo dei cuscini per la schiena su sedute dure, ma a parte questo lei sta molto bene e finalmente sta migliorando anche la sua qualità di vita».

«Non possiamo far altro che ringraziare tutta l’équipe del reparto di Ortopedia – ha concluso Violet –, in particolare i chirurghi Franco Gorgoglione, Andrea Perna, Felice Barletta, Andrea Franchini, i medici anestesisti Grazia De Angelis, Paola Sara Mariotti e tutto il personale infermieristico e sanitario. Ci hanno restituito una vita normale. A noi è cambiata davvero la vita! Ricorderemo per sempre con grandissima gioia il nostro tempo trascorso nella “Casa Sollievo” di Padre Pio e pregheremo per tutti voi».

 

 

Articolo presente in:
Capitanata · Comunicati · News

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