Di Aldo Caroleo, Siponto Gennaio 2025
Una vera sorprendente opera d’arte, in fili di ferro intessuti, realizzata da un autore e Maestro concepita prima dell’opera in rete metallica realizzata dal Tresoldi nella parte paleocristiana della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto (di fatto coprendo li resti delle due chiese paleocristiane e della domus romana…di cui ho dato sempre menzione).
Nell’opera di Tresoldi c’erano inserite sempre in rete metallica anche delle sagome che si riferivano ai visitatori o pellegrini che passavano per il luogo. Quelle sagome per me inespressive, son state poi tolte dal contesto esterno e si trovano adesso all’interno del Centro Visita.
E’ da notare che in quella che viene definita la Basilica in rete metallica, oltre ad essere storicamente solo ipotetica per la mancanza di un vero riferimento storico costruttivo, manca anche ,come Basilica, di un riferimento religioso fondamentale nelle costruzioni cristiane: La Croce ….non se ne vede traccia: insomma una costruzione tecnologicamente all’avanguardia ma fredda, senza pathos ricoprente i resti di una domus romana, la mononave del Vescovo Felice (V Sec.) e la trinave del Vescovo Lorenzo del VI Sec. (e questo non per spirito critico sterile ma per amore di verità storica).
Il Gruppo della Crocifissine della Chiesetta di Ippocampo, è composto da un Cristo Crocifisso, da un personaggio in contemplazione in cui si può identificare, senza ombra di dubbio, Padre Pio da Pietrelcina riconoscibile dalla barba dal saio, dal cappuccio e dai sandali, dal cordone cinto alla vita.
I particolari espressivi sono impressionanti : il viso del Signore in Croce, il suo sguardo, i particolari della crocifissione ,il suo perizoma, i chiodi, la corona di spine e il volto .
A fianco di questo gruppo c’è il richiamo alla Va Crucis di Gesù nella raffigurazione del Figlio di Dio legato alla colonna per la flagellazione.
Infine , ed è qui che l’artista si è superato, vi è un Volto di Gesù col capo chino dopo aver reso lo Spirito.
Si noti un particolare straordinario: le gocce di sudore e di sangue che colano dalle ferite della corona di spine su tutto il Volto di Gesù.
In queste opere, oltre alla maestria nell’esecuzione con fili di ferro ben più spessi delle reti metalliche, c’è un profondo senso religioso, un vero e proprio “ pathos“ intimo e di profonda religiosità che sicuramente ha guidato questo che ritengo un grande MAESTRO, al quale va il riconoscimento dell’Artista e del Credente.
Siamo ben lontani dalle inespressive sagome destinate ad essere e restare per sempre lontane dalla luce che attraversa i personaggi di questo Maestro (di cui non conosco il nome), di Ippocampo al quale va la mia ammirazione e il mio grazie per aver saputo arrivare al cuore e non solo agli occhi delle persone.
Aldo Caroleo, Siponto 23 Gennaio 2025