La batosta di Fasano, che ha visto il Manfredonia soccombere con un netto 1 a 4, ha lasciato il segno nei tifosi per la prestazione modesta offerta dai ragazzi, soprattutto in fase difensiva. Tre dei quattro gol hanno rivelato una certa leggerezza che poco si addice a questo momento della stagione. Il secondo, in particolare, con la barriera messa male e la palla che passa sotto la stessa finendo lentamente e inesorabilmente in rete, nello stupore generale, non si vede spesso in serie D, la quarta serie nazionale. Una sconfitta che fa il paio con la “manita” subita a Brindisi, dove i nervi e due espulsioni hanno condannato Mirko Giacobbe e suoi compagni. A Fasano non ha convinto l’undici messo in campo da mister Franco Cinque e tardivi sono sembrati i cambiamenti nell’assetto tattico che potevano farsi prima di subire il terzo gol. Non serve tenere il portiere-over sul 2 a 0. Le sei giornate senza vittorie, con un solo punto all’attivo, della gestione di mister Gigi Panarelli hanno complicato il percorso verso la salvezza-diretta del Manfredonia. Le buone prestazioni casalinghe, i pari contro Casarano, Martina e Virtus Francavilla e la vittoria netta sulla Palmese, avevano fatto credere in una squadra che avesse chiaro in testa e nelle gambe “il miracolo” sportivo necessario per ottenere il risultato della scorsa stagione: salvezza frutto di sacrifici e sforzi memorabili. Non si può fare a meno di qualche punto in trasferta, soprattutto se serve a frenare delle concorrenti alla salvezza. La squadra è bene allestita, in tutti i ruoli. Forse manca solo un finalizzatore, un uomo d’area che metta in rete le palle vaganti nell’area di rigore e che si faccia valere sui cross che arrivano dagli esterni. Pur avendo Livio Scuotto sotto contratto, la società si ostina a rinunciare al direttore sportivo, indispensabile supporto al mister nella gestione dei ragazzi. Il calo di attenzione a Fasano e Brindisi ha palesato anche questa lacuna dell’assetto societario. Domenica al Miramare arriva l’Angri, una delle tre squadre che stanno sotto al Manfredonia, in classifica. Vincere con la tensione, con l’ansia di non poter sbagliare, non sarà facile. Però è anche una ghiotta occasione per riprendere la corsa verso una destinazione in cui tutti devono credere.
Antonio Baldassarre