Domenica 12 Gennaio 2025

La Signora delle Stele

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È tornata a rivivere i nostri territori che l’hanno vista per molti anni riportare in luce il nostro passato e renderlo fruibile a tutti, la Professoressa Maria Luisa Nava. Protostorica, già allieva e braccio destro di Silvio Ferri, cui si deve il ritrovamento di quelle che sono una sorta di ‘hapax’ nell’ ambito dell’archeologia, le Stele Daunie, è attualmente la massima esperta di questi antichi monumenti antropomorfi. Alle sue mani capaci, alla sua competenza, alla sua ostinazione, si deve infatti, nel lontano 1980 (M.L. Nava, Stele Daunie I, Sansoni, Firenze), la poderosa catalogazione delle stesse, ritrovate ‘nell’area a Sud di Manfredonia, nonché ‘di altri materiali’ che ‘provengono’, comunque, ‘dai siti dei principali centri dauni’. Con una laurea con lode in Lettere Classiche nell’ Ateneo Statale milanese, ha proseguito gli studi in Università Cattolica in Archeologia e Storia dell’Arte Antica. Straordinaria la sua carriera che ha spaziato da posizioni apicali nell’ ambito del Ministero dei Beni Culturali, sia a livello locale, con la dirigenza, tra le altre, del Museo di Manfredonia e di Capua, sia a livello centrale, nella sede romana dello stesso, sia come Soprintendente in Basilicata, nel capoluogo partenopeo e in svariate altre province campane tra cui anche Caserta. A lei si devono l’organizzazione dei Musei di Manfredonia e Potenza nonché la curatela di molteplici mostre in tutta Europa. Non è stato tralasciato neanche il settore accademico: borsista del CNR, professore incaricato presso differenti atenei, tra cui da ultimo l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Fedele alla sua vocazione di archeologa, ha legato il suo nome a svariati scavi su tutto il territorio nazionale, sia come titolare sia come consulente privata. Di eccellenza anche la sua produzione bibliografica: tra gli altri il già citato catalogo delle Stele Daunie I (1980, in riedizione, Claudio Grenzi Editore, Foggia, 2001), diversi titoli sul Museo Provinciale Campano di Capua (2012), in collaborazione con Bruno D’ Agostino un volume sui ‘Tesori dell’Italia del Sud’, presente anche in edizione trilingue, (Skira, 1998), diverse altre monografie, molteplici articoli, atti di convegni che l’hanno vista come curatrice. Per tali meriti, nel 2003 le è stato conferito il titolo di ‘Commendatore’. Attualmente continua la sua attività portando avanti il ricordo e l’opera del suo maestro, il Professor Ferri, collaborando con un’accademia a lui ispirata e seguendo professionalmente scavi ed attività archeologiche varie. Proprio a seguito di uno scavo nelle nostre terre, la Professoressa Nava ha, benevolmente, accarezzato e ripensato un progetto che, certamente ha sempre avuto in animo, e che era stato già ripreso, elaborato e portato all’attenzione dei Sipontini e non solo, attraverso un convegno dal titolo ‘Le Stele Daunie e l’ UNESCO, il progetto continua’, organizzato dal Rotary Club di Manfredonia il 1 dicembre 2020, poco tempo prima che il Corona Virus impedisse una concreta realizzazione del progetto stesso di riconoscimento UNESCO delle nostre Stele. Attraverso una sua dottissima nuova expertise, la Nava offre i prodromici argomenti storico-archeologici ed una lettura che fa intravedere traguardi internazionali che potrebbero, con una diversa prospettazione del caso, essere anche ben aldilà di quanto precedentemente ipotizzato. Così i 1200 esemplari ‘tra stele integre e/o ricostruite e ancora singoli frammenti’, tutte conservate presso il Museo Nazionale del Castello di Manfredonia, (quantità che stupisce di certo la stragrande maggioranza della popolazione), che con quelle trovate successivamente si amplia a 2000 sculture, da ricondursi ‘in massima parte’ alla zona Cupola-Beccarini, e provenienti da fabbriche sipontine, le sole da cui è possibile rinvenirne la linea evolutiva, con il loro ‘raccontare per immagini’ diventano il mezzo, ‘la barca’, che pure viene sovente rappresentata sulle stesse, che permette a questa affascinante, originale società preromana, i Dauni, una società, per ineluttabilità del tempo, senza voce, senza parole, di traghettare e palesare, in modo diretto, la sua civiltà, la sua vita quotidiana, la sua organizzazione sociale, ma anche di più, la sua anima, nel corso dei secoli e ricondurla a noi, che ne siamo inevitabilmente, anche se in minima parte, il frutto. Una sorta di ‘social’ sui generis, canali più o meno ‘ufficiali’ dell’antichità! Ad altre sedi, a più complessi consessi e ad esperti in iter internazionali il compito di tradurre in burocratese e nelle conseguenziali operazioni esecutive quanto necessario al raggiungimento di questo ambizioso, ma possibile, obiettivo. Ma compito dello storico, riportando in vita il passato, è anche quello di mostrarlo come un bene comune, portatore, ormai sano, di valori ed ancor più di lezioni fondamentali che popolazioni passate hanno imparato a proprie spese e della cui nozione possiamo goderne gratuitamente. La storia è quella dei gruppi, dei popoli, dei nostri avi, non soltanto degli eroi e questa storia impone non solo lo studio scolastico ma una forte presa di coscienza della stessa da parte della cittadinanza a tutti i suoi livelli. Le Stele sono la nostra storia che, in un’epoca di comunicazione globale, merita assolutamente di essere conosciuta e giustamente valorizzata a livello internazionale. Meritano sì le Stele Daunie, di assurgere ad orgoglio sipontino e che la loro città si adoperi e si batta, per quello che le compete, per le stesse. Di questa storia, da grande professionista, ci parla Maria Luisa Nava, e per questa sta prestando generosamente la sua opera.

A noi tutti, quindi, l’impegno per raggiungere l’obiettivo.

Patrizia Piemontese

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