Martedì 7 Gennaio 2025

Il 2025 un anno difficile e cruciale

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Manfredonia ha una sua posizione strategica nello scacchiere territoriale

 

LE FESTE sono finite. Quelle santificate di fine anno e quelle meditative di inizio anno. L’Epifania se l’è portate via. Festeggiamenti improntati ad una tradizione che è mutata in tanti aspetti. Si è adeguata, come è giusto che sia, ai tempi, al loro evolvere con tutte le innovazioni e contraddizioni forse spesso inimmaginabili. Queste festività 2024-2025 Manfredonia le ha trascorse serenamente, senza tanti fronzoli e proclami. I pubblici amministratori comunali, le associazioni, i cittadini hanno cercato di dare a questo periodo speciale un senso di credibilità, organizzando eventi che hanno movimentato il centro città, mentre le periferie hanno dovuto fare da sé. Sempre affollate le mense dei poveri predisposte dalla Caritas e dall’Associazione volontariato SS. Redentore.

SONO arrivati tanti forestieri attratti anche dagli innumerevoli B&B e assimilati, che hanno trasformato Manfredonia in “albergo diffuso”: sono ormai un richiamo della città affacciata sul golfo adriatico. Sono arrivati anche altri provvedimenti restrittivi della Magistratura che si sono aggiunti ai numerosi e gravi procedimenti per attività mafiosa. Uno dei cancri che rodono la città.

NON è mancata a tratti la pioggia tanto assente durante l’anno passato. Non sono mancati neanche i “fuochi” di fine anno, misera parodia di ben altri “fuochi” che insanguinano diverse contrade del mondo. Su tutto è prevalso il pacato “struscio” serale per Corso Manfredi trasformato in galleria di stelle luminose, le stesse che hanno tappezzato gran parte della città.

IL 2025 è subentrato accollandosi tutti gli interrogativi, le ansie, le promesse accumulati in lustri di dimenticanze. Sarà un anno cruciale. Un anno che dovrà mettere in chiaro la solidarietà, la speranza, la giustizia, l’operosità di un popolo che viene da delusioni e inganni che lo hanno prostato, reso diffidente, guardingo. In tanti (migliaia), più che emigrare, sono fuggiti da Manfredonia. E quei giovani che per ragioni di studio si trovano fuori, non ritornano alla base. Una emorragia continua che non pare possa arrestarsi data la situazione di incertezza che domina sul territorio. Una situazione che si riverbera inevitabilmente su tutto il tessuto sociale ed economico di una vasta area crollata a livelli di guardia. Il riscontro più evidente (a parte la ricordata perdita dei giovani, il futuro della città) sono le sempre crescenti attività commerciali che chiudono i battenti. Ma è tutto il sistema generale a soffrire: minore gettito fiscale, meno docenti nelle scuole sempre più accorpate per mancanza di alunni, e così via. Anche i grandi ipermercati, nonostante le apparenze, denunciano difficoltà.

IL MOTIVO dolente è il lavoro, il motore propulsivo di una comunità. La mancanza di opportunità occupazionali perdurano ormai da fin troppo tempo e non pare di scorgere all’orizzonte sintomi di inversione di indirizzo. Una tendenza preoccupante dal momento che Manfredonia ha avuto numerose e straordinarie opportunità di realizzare un tessuto economico stabile e prolifico per espansioni interessanti. Tutto è andato inesorabilmente, colpevolmente perduto. Ma quel che è maggiormente inquietante, è la perdita di credibilità di un territorio che ha da offrire molto in termini di strutture di base a supporto di iniziative che non pare mostrino interesse. In tutto il Mezzogiorno, con la Puglia in testa, c’è un rigoglio di attività che hanno posto il sud in grande evidenza. Da questo fermento generale, Manfredonia è assente. C’è un grande porto che si sta adeguando a sfide future ma che nessuno in loco pare occuparsi. È come se non esistesse. Assistiamo a grandi polemiche e dotte dissertazioni sullo stato dei cani e dei gatti (che vanno pur considerati e tutelati) ma nessun accenno alle opportunità sostanziali e vitali che gravitano intorno e che si continua ad ignorare.

L’ESERCIZIO dei richiamati principi di solidarietà, speranza, giustizia, operatività, spetta a tutto l’ambito politico-sociale-intellettuale del territorio e non solo alla governance che il popolo sipontino ha mandato a Palazzo San Domenico nel giugno scorso, condizionata e frenata da situazioni finanziarie ingarbugliate da nodi pesantissimi che vengono da lontano. Occorre, è necessario, pena il persistente arretramento, cambiare registro, instaurare metodologie che abbiano per obiettivo il bene comune al quale tutti, maggioranze e minoranze costituite o meno, debbono concorrere lealmente, fattivamente. Manfredonia ha una posizione strategica nello scacchiere territoriale che non può essere ignorata e elusa.

È UNA SFIDA che deve essere accettata e affrontata con estrema decisione.

   Michele Apollonio

 

 

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