Manfredonia affronta il nuovo anno con animo e intenti resilienti
L’ANNO vecchio se ne va, quello nuovo eccolo qua: a chi parte un saluto e a chi arriva un benvenuto. Recita così un popolare adagio di circostanza che per Manfredonia va ben al di là del rituale scontato. Ben sintetizza i sentimenti contrastanti dei manfredoniani per il passaggio di testimone tra un anno aggravato di incertezze e di delusioni e un altro traboccante di speranze e di promesse. Le peripezie che la città ha dovuto subire sono andate ben a di là di una annata magra e deludente, ultima peraltro di una catena nella quale è stata penalizzata da accadimenti del tutto inediti in una storia cittadina che pure ha conosciuto rovesci clamorosi. A pagarne il fio la incolpevole popolazione finita umiliata e disorientata.
IL SALUTO che il popolo di Manfredonia abbozza all’anno che va sfumando, è agrodolce. Nel senso che fino alla sua metà è stato alla mercè di eventi sui quali nulla ha potuto, è rimasto suo malgrado spettatore sbigottito e incredulo di eventi che mai si sarebbero potuto immaginare. La circostanza che vorrebbe il 2024 bisestile sfortunato, non c’entra nulla: una superstizione senza senso. Determinanti sono stati i comportamenti di quanti sono saliti su Palazzo San Domenico a creare disguidi e disordini finiti nell’attenzione della Magistratura che sta cercando di sbrogliare una matassa fortemente ingarbugliata e intrisa di intrighi opachi per i quali sono finiti nelle maglie della giustizia anche amministratori comunali. Una situazione che «preoccupa, sconcerta e provoca smarrimento» stigmatizzò l’arcivescovo padre Franco Moscone, sempre attento e presente nelle problematiche cittadine.
NELLA seconda metà dell’anno, si è acceso un lumicino che ha rischiarato un percorso nuovo, tutto da impostare e realizzare che giustifica un trepidante “benvenuto”. Le elezioni amministrative anticipate a seguito della caduta traumatica, dopo 22 mesi di governo illusorio e includente, del governo eletto dopo tre anni di commissariamento straordinario del Comune, hanno dato mandato ad una coalizione politica che si è presentata come rottura con un passato che purtroppo incombe pesantemente sull’attività amministrativa comunale (il piano di rientro fissato dalla Corte dei Conti) frenando e condizionando l’attività governativa della città.
IN QUESTI primi sei mesi la squadra di governo, fulcro dell’attivismo cittadino, ha dimostrato di avere idee chiare sul da farsi. Quel che ha fatto vedere non è naturalmente la soluzione dei mille problemi di ogni ordine e livello accumulatisi in almeno un ventennio di disamministrazione infarcita da episodi finiti nelle aule di tribunali, ma quanto meno si nota una attenzione mai avvertita prima verso la città, amministratori più vicini agli abitanti e disponibili all’ascolto. Non solo interventi sulla struttura urbana ridotta ad un campo di guerra, ma anche sulla tecnostruttura comunale con l’attivazione di provvedimenti impostati col digitale che realizzano quella resilienza tanto spesso citata a vanvera senza mai messa in atto. Un ri-alzarsi fidando anche nel carisma dell’Anno Giubilare.
LA SENSAZIONE che si coglie è quella di una leadership amministrativa coesa, in grado di parare i colpi di una opposizione agguerrita, capace di attuare un piano strategico a lunga gittata nel quale punto forte è la trasparenza e la partecipazione civica in un ricostruito rapporto tra cittadini e amministrazione. Riferimenti fondamentali per affrontare situazioni che paiono bandite dall’interesse cittadino, vale a dire l’economia e lo sviluppo sostenibile del territorio, premesse per rimettere in carreggiata una città sbandata paurosamente, per frenare quanto meno, la pesante emorragia dell’emigrazione di giovani, la speranza del futuro, e per riportare benessere e fiducia nel territorio. E la legalità. Manfredonia è assediata da operazioni giudiziarie riconducibili ad attività mafiose.
L’IDEA che si prospetta è quella di avviare nel 2025 un progetto condiviso che valorizzi le peculiarità di Manfredonia, rendendola competitiva e attrattiva nel contesto regionale e nazionale.
Michele Apollonio