Venerdì 3 Gennaio 2025

È la cultura il settore di punta di Manfredonia

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La Regione Puglia, tramite il consigliere Campo, ha stanziato fondi per il suo rilancio

 

I RECENTI finanziamenti destinati dalla Regione Puglia ad attività culturali, ha riacceso i riflettori su un settore nel quale Manfredonia, forte anche della millenaria storia della progenitrice Siponto, ha tanto da dire ed offrire. Ai 25mila euro per il rilancio del Centro studi pugliesi “Melillo” con annesso il Museo etnografico del Tavoliere, si sono aggiunti 50mila euro per il sito archeologico di Siponto dove va prendendo visibilità quella che è stata una colonia romana che si è rinnovata nel tempo fino alla metà del XIII secolo quando, ormai distrutta per eventi tellurici, si è rivitalizzata pochi chilometri più a est in quella che è divenuta Manfredonia dal suo mentore re Manfredi di Svevia.

DUE FILONI della medesima radice culturale, quella storica-scientifica del Centro studi e Museo etnografico, e quella archeologica di un’area abitata dagli albori del mondo, che hanno dimostrato con le attività svolte nei rispettivi settori, quanta memoria conservano che attende di essere svelata e studiata. Il finanziamento al Centro studi-Museo di Siponto ha già attivato un progetto teso a valorizzare quel presidio storico; quello per il nascente Parco archeologico di Siponto è in via di realizzazione e il finanziamento regionale vuole essere essenzialmente un richiamo per un progetto che richiede fondi consistenti che gli enti preposti sono in grado di assicurare.

«L’INVESTIMENTO di 50mila euro – spiega Paolo Campo, presidente del gruppo PD al Consiglio regionale, fautore dello stanziamento – è solo il primo atto di un impegno che continuerà per portare alla luce e organizzare uno dei siti archeologici più estesi e più importanti della Puglia che conserva vestigia di oltre due millenni della nostra storia il cui valore è stato riconosciuto dal Ministero della cultura con l’istituzione del Parco archeologico che include la basilica di Santa Maria Regina cui si è aggiunta la immaginifica basilica di Tresoldi».

UN GIACIMENTO archeologico che ha calamitato la comunità scientifica e folle di visitatori, che presenta prospettive di grande attrattiva storica e scientifica con interessanti e sperimentate ricadute turistiche. «Si metterebbe in moto – annota Campo – un sistema culturale con importantissime ricadute economiche per la città con costruttive ripercussioni sul lacerato sistema sociale. L’obiettivo è la costituzione di un polo storico-culturale – afferma Campo – che potrà concorrere al cambiamento della nostra città».

UNA PREVISIONE niente affatto peregrina, ma ben piantata nella realtà manfredoniana che presenta un ventaglio di riferimenti storico-culturali che se opportunamente evidenziati e valorizzati farebbero di Manfredonia effettivamente un polo storico-culturale di primo piano. Un patrimonio carico di testimonianze accumulate in secoli di vita vissuta gremita di vicende le più estreme, edificanti e non, delle quali, occorre rilevare, i manfredoniani nel tempo non sono stati rispettosi e previgenti custodi. La distruzione delle mura di cinta della città ne sono un eclatante e riprovevole esempio. Ma c’è ancora tanto da ordinare, mostrare, valorizzare. C’è anche una diversa considerazione di quel che è rimasto e ci sono anche, come dimostrano questi ultimi interventi regionali recepiti dalle autorità locali, sensibilità più consone a tenere in grande e doveroso conto la custodia di tanta ricchezza da consegnare ai posteri.

  Michele Apollonio

 

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