Qualcosa sta cambiando, pian piano quella distesa di terreni che circondano la Basilica di Siponto stanno rivelando tutta la storia che secoli di abbandono avevano nascosto sotto strati di terreno e coltivazioni. Grazie alle ricerche e agli scavi archeologici che da qualche anno stanno conducendo le università di Bari e di Foggia dirette dai proff. Giuliano Volpe, Roberto Goffredo e Maria Turchiano, l’antica Siponto sta venendo alla luce raccontandoci nuove storie sul passato di quella che è la culla delle nostre origini sipontine. Tutto questo è stato possibile anche grazie al progetto CHANGES, un’importante iniziativa nata nel 2022 grazie alle risorse del PNRR. CHANGES ha l’obiettivo di creare un ecosistema transdisciplinare dedicato alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative per il patrimonio culturale e la cultura umanistica. Il progetto CHANGES ha permesso all’equipe di archeologi di dare la possibilità a più studenti e dottorandi di partecipare agli scavi (ad oggi circa ottanta unità), cosa che ha permesso di ampliare iniziative come la ricerca sul campo, la formazione, il supporto alla tutela e alla valorizzazione del sito, ma anche di rendere pubblica l’attività collaborando con le scuole, le istituzioni locali, le associazioni e i cittadini, coinvolgendo persino le comunità di immigrati, quei “nuovi cittadini” che dobbiamo ancora imparare a considerare un patrimonio per la comunità. Tra queste iniziative la nascita dell’associazione ArcheoSipontum, costituita da dottorandi, specializzandi e studenti impegnati negli scavi. I risultati delle ricerche e dell’intero progetto sono stati illustrati lo scorso 7 dicembre presso l’Auditorium “Cristanziano Serricchio” dagli stessi Volpe, Goffredo e Turchiano, presentando anche un interessante fascicolo in cui vengono illustrati con foto e notizie dettagliate i primi risultati di tutto il progetto di scavi nell’antica Sipontum. Un ampio articolo, copertina compresa, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista specializzata Archeologia Viva (n.288) che permetterà di far conoscere questo importante sito a tutta la rete nazionale. Ma gli scavi appartengono a noi sipontini, come ha detto il direttore di Archeologia Viva Piero Pruneti, siamo noi che dobbiamo batterci, perché proprio noi siamo i primi beneficiari del proseguimento degli scavi. Importante l’appello finale del prof. Volpe: riportare alla luce l’antica Sipontum può contribuire alla conoscenza e alla tutela del sito, al potenziamento dell’offerta di fruizione del sito della sua attrattività, e può contribuire allo sviluppo locale. Ma soprattutto è un’operazione culturale di restituzione di valori e significati i cui destinatari sono tutti i cittadini poiché genera coscienza di luogo. La speranza è che un giorno quel luogo, affettato dalla strada e dalla ferrovia, possa riconnettersi alla città, diventando un’isola pedonale in cui passeggiare tranquillamente facendo tornare la trafficatissima SS 89 alla sua funzione di decumano e dare all’antica Sipontum il giusto valore affinché diventi per Manfredonia una base di sviluppo dell’occupazione attraverso la cultura.
Mariantonietta Di Sabato
Foto di Pasquale Salcuni