Su 121 case di comunità da attivare con i fondi del PNRR non ne è stata aperta ancora 1
Delle 121 case di comunità da attivare con i fondi del PNRR in Puglia entro il 2026, non ne è stata aperta ancora una, in una regione che invecchia più del resto d’Italia, con i nonni che in più di una famiglia su tre aiutano il bilancio domestico con una tendenza accentuata dalla crisi scatenata dalla pandemia e dall’impoverimento delle famiglie a causa dei fenomeni inflazionistici generati dalle guerre. E’ quanto emerso dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ISTAT sull’invecchiamento, diffusa in occasione del patto tra generazioni per un nuovo welfare sociale, a cui hanno partecipato con il direttore di Coldiretti Puglia Pietro Piccioni ed il presidente di Coldiretti Foggia, Mario de Matteo, coordinati dal direttore provinciale Marino Pilati, dopo i saluti di Giuseppe Di Carlo, Presidente C.C.I.A.A. Foggia, Giorgio Grenzi, presidente nazionale Associazione Coldiretti Pensionati, Angelo Marseglia, presidente Associazione Coldiretti Pensionati Puglia, Ugo Celozzi, delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Patrizia Patuto, responsabile Donne Coldiretti Foggia, con gli interventi di Antonio Giuseppe Nigri, Direttore Generale ASL Foggia, Marcello Tedone, Direttore Area Gestione Tecnica ASL Foggia, Carmela Fiore, Direttrice DSS Manfredonia, Tommaso Petrosillo, Dirigente Responsabile Sistemi Informativi ASL Foggia e Raffaele Piemontese, Vicepresidente e Assessore Sanità della Regione Puglia.
“Abbiamo subito colto la sollecitazione di Coldiretti di discutere insieme su come il PNRR, tra sfide e opportunità, possa incidere – ha detto Antonio Giuseppe Nigri, direttore della ASL di Foggia – sulla realtà della vita di ogni giorno in una provincia con una orografia particolare come la nostra. In questo senso, ASL Foggia è destinataria di circa 70 milioni di euro che sta già utilizzando per ristrutturare e strutturare riqualificando e realizzando ex novo strutture come nel caso degli ospedali di comunità, case della comunità, centrali operative territoriali. Nel contempo si sta investendo nell’ ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero e della rete territoriale. Si sta potenziando la rete della telemedicina che nel nostro territorio è strategica, perché rappresenterà il futuro per tutte le generazioni, all’interno di una realtà distrettuale e in sinergia con enti locali e cittadini rappresentati dal Comitato Consultivo Misto aziendale e le altre associazioni come anche Coldiretti”.
Sono stati illustrati i dati relativi all’evoluzione della quota di anziani nella popolazione in Puglia, alle politiche sociali integrate, al contributo offerto dagli anziani alle famiglie, alle forme di convivenza e interazione tra diverse generazioni, con un focus sulle opportunità e le sfide del PNRR per la provincia di Foggia, con particolare riferimento alla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale (Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza) e Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario, così come previsti dalla Missione 6 Salute (M6)..
In Puglia il numero di anziani cresce più che nel resto d’Italia – aggiunge Coldiretti Puglia – con 891mila residenti con più di 64 anni, mentre i grandi anziani con 85 anni e più che passano da 96 mila a 131 mila con +36,1%, un patrimonio di esperienza da tutelare, perché oltre a sostenere il bilancio domestico in più di una famiglia su tre, l’esperienza degli over 70 può essere di grande aiuto per affrontare un momento di drammatica difficoltà come quella attuale.
Secondo il rapporto di Bankitalia sulle economie regionali alla Puglia “sono stati destinati alle amministrazioni territoriali regionali 25,1 milioni di euro per gli anziani non autosufficienti, il 4,5 per cento delle risorse complessive, quando per il raggiungimento dei Livelli Essenziali di Prestazioni i fondi avrebbero dovuto essere superiori del 50 per cento rispetto a quanto allocato”, ha riferito Angelo Marseglia, presidente dei Senior Coldiretti Puglia.
Di contro su 425mila anziani over 70 in Puglia, 147mila vivono con pensioni minime di circa 516 euro, con uno scenario che si aggrava nelle aree rurali più difficili da presidiare – aggiunge Coldiretti Puglia – con la pandemia da Covid ed il caro bollette causato dalla guerra in Ucraina che hanno generato ansia e apprensione per il futuro e la salute nelle persone più vulnerabili e sensibili e gli anziani, in particolare quelli soli, con oltre il 30% dei nonni che vivono in povertà assoluta e necessitano di politiche di sostegno e socio-sanitarie.
Essenziale il ruolo degli anziani nelle aree rurali, con “la presenza di un pensionato in casa che viene considerata dal 40 per cento delle famiglie un fattore determinante per contribuire al reddito familiare, mentre il 35 per cento guarda ai nonni come un valido aiuto per seguire i bambini fuori dall’orario scolastico”, ha precisato Giorgio Grenzi, presidente dei Senior di Coldiretti, nel sottolineare che “c’è poi un 17 per cento che ne apprezza i consigli e l’esperienza ed un 4 per cento che si avvantaggia del loro sostegno lavorativo a livello domestico”.
“I network parentali sono fra i più importanti per garantire qualità e serenità di vita alle persone più avanti negli anni che spesso – ha insistito Pietro Piccioni, direttore regionale di Coldiretti – devono affrontare patologie più o meno gravi per le quali l’aspetto psicologico è parte integrante della terapia riabilitativa insieme alla collaborazione degli oltre 350mila operatori di cooperative sociali e di assistenza che seguono milioni di famiglie affiancando il lavoro dei servizi pubblici.”
La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi – sostiene Coldiretti Puglia – si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è – aggiunge Coldiretti Puglia – un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato.
Le pensioni aiutano i bilanci per più di una famiglia su tre con la presenza dei nonni in casa che viene giudicata positivamente per il contributo economico e sociale che sono in grado di offrire in un momento di difficoltà. Da qui la necessità di intervenire per tutelare gli anziani, patrimonio di esperienza e ausilio vitale nelle famiglie, recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – afferma Coldiretti Puglia – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.
La presenza dei nonni – sottolinea la Coldiretti regionale – è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case. Uno stile nutrizionale – ricorda Coldiretti – basato sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito – continua Coldiretti – una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale pari a 80,8 per gli uomini e a 85,2 per le donne.
Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente – conclude Coldiretti Puglia – l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico.