Dichiarazione di Paolo Campo, presidente del gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale
L’importanza strategica del Fondo Sviluppo e Coesione non è discutibile e non è in discussione, almeno non da parte del gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale; ciò che si può e si deve criticare è l’incursione campanilistica operata dal centrodestra pugliese con il placet dell’ex ministro Raffaele Fitto. Quella che la sindaca di Lecce ha accolto con eccentrici toni trionfalistici, di tutt’altro tenore rispetto alle reazioni dei suoi colleghi salentini.
La Regione Puglia, con grande senso di responsabilità e altrettanto rispetto istituzionale, ha individuato obiettivi di sistema per promuovere, appunto, lo sviluppo e la coesione della Puglia e tra le comunità pugliesi: infrastrutturazione delle aree industriali, prevenzione e cura degli effetti del dissesto idrogeologico, miglioramento del ciclo idrico, miglioramento delle infrastrutture stradali, rafforzamento delle strutture sanitarie, ecc.
Queste e tutte le altre previsioni strategiche contenute nel documento sono suscettibili di incrementare ulteriormente le ottime performance economiche fatte registrare dalla Puglia negli anni post covid, produrre nuova e buona occupazione, innalzare la quantità e la qualità dei servizi socio-sanitari, incrementare la sostenibilità ambientale dell’intero ‘sistema Puglia’ e favorire tanto la nascita che il radicamento di innovative attività imprenditoriali e associative nei più svariati campi.
L’indebolimento della visione strategica elaborata dalla Regione e dalle sue articolazioni è l’esito del meccanismo di contrattazione introdotto dal governo Meloni per la definizione dei singoli FSC, utilizzato per introdurre in una pianificazione strategica pluriennale, ad esempio, la costruzione dello stadio di Maglie. E come questa, sono tante le opere puntuali inserite nel documento a scapito di interventi di sistema, anche facendo leva sull’assoluta indifferibilità della sottoscrizione dell’accordo.
Questa interpretazione dell’FSC, tutta interna al centrodestra, ha originato la conflittualità politica e istituzionale emersa all’indomani della firma e che rischia di farci perdere di vista gli obiettivi strategici da raggiungere per il bene della Puglia e dei pugliesi.