Martedì 3 Dicembre 2024

Progressioni verticali e verità nascoste

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La calunnia era diretta ad un avversario politico ma si è ritorta su sé stessa

 

«PROMOZIONE per Gabriele Pio Valente, dipendente comunale dei servizi sociali, padre dell’assessore al ramo» cioè Maria Teresa Valente assessora al Welfare e alla cultura. Titolava così un comunicato di “Strada facendo”, il movimento dell’ex sindaco Gianni Rotice, col quale si denunciava «una promozione di livello del dipendente, anche economica, padre dell’Assessore».

UNA “RIVELAZIONE” che, spiattellata così, accompagnata anche da commenti sconcertanti, ha fatto impressione. Ma stavano proprio così le cose? A chiarirlo è stato lo stesso interessato, vale a dire Gabriele Pio Valente, da 44 (quarantaquattro) anni dipendente dei servizi sociali comunali passato dal livello B a quello C, una promozione che comporta una riduzione di retribuzione ma che una nota legge dello Strato stabilisce che in simili casi la retribuzione rimane quella percepita. Non c’è pertanto nessun aggravio di spesa.

VALENTE padre ringrazia “Strada Facendo” per «aver avuto il merito di programmare queste progressioni verticali durante la loro amministrazione». Le progressioni verticali rappresentano un percorso di sviluppo professionale, riservato ai dipendenti dell’amministrazione, che prevede il passaggio da una area/categoria alla area/categoria superiore. Possono partecipare alle procedure per la progressione verticale esclusivamente i dipendenti assunti a tempo indeterminato, in servizio presso l’Ente alla data di indizione della procedura che hanno titolo per accedere al posto da coprire mediante progressione verticale.

«FU L’AMMINISTRAZIONE Rotice – ricostruisce Valente – ad approvare con delibera di giunta comunale n.112 del 4 luglio 2023, le progressioni verticali. Ho partecipato, come altri dipendenti, ad una regolare selezione per titoli, prevista dalla normativa e dal piano di fabbisogno del personale». Altro che favoritismo: una clamorosa caduta verticale, non la prima, di Strada Facendo.

«ALL’EPOCA mia figlia Maria Teresa Valente era una consigliera di opposizione» ricorda Valente padre che trova «paradossale che oggi chi ha avviato questo processo cerchi di utilizzarlo per gettare ombre sulla mia famiglia». E si chiede «dove finisce l’onestà intellettuale e inizia la malafede? L’insinuazione che il mio passaggio di categoria sia legato al ruolo di mia figlia è offensiva non solo per me – affonda – ma anche per tutti quei dipendenti che hanno raggiunto un risultato dopo anni di lavoro e sacrificio. Vorrei ricordare a chi oggi alza inutili polveroni che, se io e molti colleghi abbiamo finalmente ottenuto un riconoscimento atteso per oltre 25 anni, il merito va proprio all’amministrazione Rotice. Per questo motivo, se qualcuno deve delle risposte ai cittadini, non sono certo io o mia figlia, ma proprio chi ha preso quelle decisioni all’epoca».

PIU’ CHE risposte sarebbero doverose delle scuse all’Assessora Maria Tresa Valente, al padre Gabriele Pio Valente, ma soprattutto ai cittadini, alla gente che ignara viene usata e strumentalizzata per beceri fini pseudo propagandistici o, peggio, per cercare di screditare parti politiche votate dal popolo. Per fortuna, come in questo caso e non certamente il solo, l’evidenza dei fatti fanno chiarezza, ristabiliscono verità assolute ed indicano atteggiamenti più consoni per altri scenari.

  Michele Apollonio

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