Ne parlerà dialogando col giornalista Sblendorio al Teatro “Dalla” venerdì 29
LA REALTA’ dell’oggi fra cronaca, storia, inchiesta, raccontata con il “metodo Iannacone”, il giornalista e conduttore televisivo con le sue incursioni nelle diseguaglianze, esclusioni, nelle periferie, nella povertà, nel ricatto occupazionale, l’immigrazione, la salute negata, ha tracciato un excursus in filigrana dell’altra metà dell’umanità. Una testimonianza palpitante neorealista sospesa tra poesia e concretezza, accompagnate da uno sguardo indagatore e l’ascolto premuroso, riversata in numerosi programmi televisivi trasmessi da Rai3.
STORIE minime, biografie coraggiose, vite di donne e uomini comuni, anonimi, che Domenico Iannacone, ha svelato, con quel suo fare sornione ma schietto e suadente, nella serie TV “I dieci comandamenti” e in “Che ci faccio qui”. Una carrellata densa di sentimento e realismo, profonde inchieste morali che costituiscono la radiografia poetica e politica di un Paese invisibile.
UN SAGGIO di quel suo girovagare tra le quinte di un Paese in grande trasformazione, Domenico Iannacone lo parteciperà venerdì 29 novembre corrente (h 20,30), al pubblico del Teatro comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia, in una parentesi del programma di prosa della stagione teatrale 2024-2025. A sollecitare le riflessioni del popolare ospite, Felice Sblendorio, giornalista presso il Ministero delle Cultura: sarà una conversazione scenica sull’attualità scandagliata con “La cura dello sguardo” di Iannacone.
«IN QUESTA conversazione scenica alternata da alcuni frammenti dei suoi programmi – anticipa Cosimo Severo, direttore della Bottega degli Apocrifi – si parlerà del metodo Iannacone, di come si vedono e si riconoscono queste storie che sembrano lontanissime da noi, e di come si possono rispettare in televisione le vite, le fragilità e i dolori degli altri».
UN INTERMEZZO nella programmazione degli spettacoli di prosa che in ogni caso si inserisce in quel tema di fondo che caratterizza la stagione teatrale al “Dalla”, vale a dire quel “EreTica” che vuole sintetizzare tradizione e innovazione con uno sguardo sempre attento alle dinamiche sociali, a come evolve la società.
LE DUE parole, eresia e etica, condensano per tanti versi, il progetto culturale della Bottega degli Apocrifi, che ha scelto di lavorare in questa provincia per rendere partecipe, attraverso il teatro, la gente del luogo ai grandi temi della cultura contemporanea, valorizzando un teatro che a tale fine non era destinato (Manfredonia ne aveva uno di grande pregio, abbattuto per speculazioni edilizie) e curandone l’attività che non si esaurisce agli spettacoli teatrali, ma si dilata in progetti che comprendono una iniziazione, a cominciare dai più piccoli, alla conoscenza del teatro e a tutto quello che rappresenta.
Michele Apollonio