Associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso. È l’accusa nei confronti di 47 persone a carico delle quali sono scattatate altrettante misure cautelari personali, sequestri di beni, valori e denaro per 520 milioni di euro, ricostruite false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro. Su richiesta degli Uffici di Milano e Palermo della Procura Europea (EPPO), il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano ha infatti emesso i provvedimenti restrittivi – 34 in carcere 9 agli arresti domiciliari e 4 misure interdittive. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei relativi profitti.
Sono quattro gli indagati della provincia di Foggia: di questi Pasquale Rinaldi classe 1971 di Manfredonia è stato raggiunto dalla misura cautelare in carcere, mentre Vito e Gianfranco Colamussi, classe 1977 e 1981 di Orta Nova, sono finiti gli arresti domiciliari.
La frode sarebbe stata realizzata sfruttando il regime di non imponibilità ai fini Iva previsto per le operazioni commerciali intracomunitarie, interponendo in un’operazione tra imprese di Paesi diversi un soggetto economico fittizio, cosiddetta ‘cartiera’ (o società fantasma o missing trader), che acquista la merce dal fornitore comunitario senza l’applicazione dell’Iva per poi rivenderla a un’impresa nazionale (anch’essa coinvolta nella frode) con l’applicazione dell’Iva ordinaria italiana.
Condotta fraudolenta in quanto la società “cartiera”, invece di vendere la merce maggiorata del proprio utile e versare l’Iva incassata dalla sua cessione, la venderebbe sottocosto senza versare all’erario l’imposta indicata sulla relativa fattura emessa.