Un tavolo con tutti i sindaci dei comuni che si affacciano sul torrente
DI QUANDO in quando il Candelaro fa parlare di sé. Dei suoi guai che poi sono quelli che si riversano su Manfredonia con tutto quel che ne consegue. Il Candelaro è dunque il torrente che per settanta chilometri attraversa la Daunia per finire la sua corsa sul litorale sipontino, nel bel mezzo degli arenili che recingono l’arco del golfo adriatico. Niente di più naturale: tutti i corsi d’acqua finiscono in mare. Solo che con l’acqua è trasportato tutto e di più che si raccoglie lungo il suo tragitto. Non quel che si può immaginare di scorie naturali, ma bensì rifiuti e scarti di ogni genere gettati proditoriamente e clandestinamente in quel corso d’acqua. Che pertanto subisce un inquinamento continuo.
GLI EFFETTI di tale innaturale situazione la si avverte in estate quanto l’azzurro del mare del golfo si tinge di bruno e non si sa di cos’altro trasportato dalle acque del torrente. Le conseguenze non occorre immaginarle: sono ben visibili alle migliaia di bagnanti che in estate prediligono le sponde sipontine. A volte, come accadde nel 2018 in pieno agosto, gli stabilimenti balneari hanno dovuto sospendere la attività turistiche a fronte dell’invasione del golfo delle acque rilasciate da Candelaro.
DI VOLTA in volta, di stagione in stagione il problema Candelaro è stato posto. La Gazzetta, e non solo, ha dato voce ai lamenti e alle preoccupazioni per quel “nemico” in agguato, ma non si è dato il dovuto seguito tant’è che recentemente sono tornati alla carica con specifiche denunce, l’Associazione nazionale finanziari d’Italia dell’avvocato Antonio La Scala, l’Associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” di Iolanda D’Errico e “Italia Nostra” di Michele Conoscitore, fino ai consiglieri comunali di opposizione Antonio Tasso e Massimiliano Ritucci che hanno rilanciato la questione con una interrogazione all’assessore alla sostenibilità, qualità della vita e comunità energetiche, Mariarita Valentino.
I DUE ESPONENTI dell’opposizione consiliare hanno ricordato come «il torrente nel suo corso raccoglie di tutto, ad iniziare dagli apporti dell’agricoltura, acque reflue provenienti da utilizzazioni domestiche ed industriali, acque trattate da diciassette depuratori dell’Acquedotto Pugliese ed uno direttamente gestito dal comune di Biccari, relativi a diverse località della provincia di Foggia, ma soprattutto, sostanze abusivamente scaricate, che di conseguenza finiscono in mare, costituendo un problema antico mai risolto, che preoccupa costantemente la comunità locale».
L’ASSESSORA Valentino ha illustrato le iniziative intraprese in merito al problema Candelaro, e cioè «maggior attenzione dei luoghi critici, con eventuale attivazione del ‘contratto di fiume’ con la Regione; creazione di un ‘tavolo’ con la presenza di tutti i sindaci dei paesi interessati al conferimento delle acque urbane nel Candelaro, l’acquedotto Pugliese, il nucleo speciale dei Carabinieri, per l’individuazione di sversamenti abusivi; la predisposizione di uno studio di fattibilità per l’adozione di un trattamento di fitodepurazione per il contrasto all’inquinamento delle acque».
NEL PRENDERE atto dei “proponimenti” dell’assessora, Tasso e Ritucci hanno segnalato «la possibilità di istituire una ‘Commissione Speciale Temporanea’, composta da consiglieri comunali (a titolo gratuito) per monitorare, approfondire e relazionare al Consiglio lo stato del Candelaro».
Michele Apollonio