Gli scavi procedono ma occorre organizzare la gestione del Parco
QUELLA da poco conclusa è stata la quarta campagna di scavo dell’area archeologica di Siponto: si andrà avanti con singoli interventi con quale prospettiva per la definizione del Parco archeologico di Siponto da proporre al pubblico?
LA DOMANDA la rivolgiamo al professor Giuliano Volpe che assieme ai colleghi archeologi Roberto Goffredo e Maria Turchiano, ha dato certezza, attraverso gli scavi condotti, alla riesumazione dell’antica Siponto nelle sue diverse epoche, dalla romana alla medievale.
«QUANDO abbiamo deciso di scavare Siponto, non pensavamo ad un intervento limitato nel tempo e nello spazio, ma ad un intervento sistematico che prevedesse delle soluzioni nuove per il costituendo Parco archeologico»
QUALI? «Se pensiamo che l’attuale Parco possa includere tutte le aree che stiamo indagando, dovremo aspettare 20-30 anni. Penso invece che occorre procedere per lotti»
AD ESEMPIO? «L’area in cui stiamo scavando l’anfiteatro romano con le strutture medievali sovrapposte, sita a monte della strada anticamente il decumano di Siponto, potrebbe essere già da subito un’area archeologica attrezzata che con un accordo tra Soprintendenza, Ministero della cultura e Comune di Manfredonia, potrebbe essere gestita autonomamente. La gestione dei beni archeologici e culturali è fondamentale per assicurare una prospettiva all’archeologia sipontina nel suo insieme».
GESTIONE pubblica o privata? «Trovo difficile pensare ad una gestione da parte del Pubblico: è troppo complicato. Penso piuttosto ad una Associazione o meglio una Fondazione che dia continuità alle iniziative archeologiche che non sono limitate ai lavori di ricerca e di scavo, ma c’è tutta una serie di attività da svolgere che vanno dalla sistemazione logistica della equipe adibita allo scavo alquanto numerosa (in quest’ultima campagna era composta di una ottantina di persone tra docenti e studenti), ma anche agli uffici, laboratori, al deposito dei reperti rinvenuti negli scavi. Un organismo che si occupi continuatamente del Parco».
QUALE la funzione del Comune? «Può fare molto, non ricorrendo a proprie risorse, bensì promuovendo forme di partenariato Stato-Comune-privati in modo da candidarsi a finanziamenti regionali. Ci sono fondi regionali importanti».
IL PARCO archeologico di Siponto è dunque delineato. «Ora bisogna costruire un progetto di piena valorizzazione organica dell’antica Siponto»: la Soprintendente all’archeologia della BAT e di Foggia, Anita Guarnieri, è determinata. «Abbiamo lavorato in sinergia Soprintendenza, Direzione regionale musei, Università di Bari e Foggia per effettuare saggi di scavo in campagne singole che hanno espresso un piano conoscitivo della realtà archeologica di Siponto, ampio e chiaro. Un lavoro che occorre proseguire. Con i colleghi abbiamo pensato ad un tavolo per progettare un piano finalizzato alla fruizione del Parco. Bisogna ragionare non soltanto sulla organizzazione del Parco ma anche sulla sua gestione che richiama il coinvolgimento delle collettività. È indispensabile la partecipazione dei cittadini».
E PER i finanziamenti? «Ci sono: se il progetto è credibile viene finanziato».
IL PARCO archeologico di Siponto è una prospettiva possibile di grande interesse culturale, turistico, economico per la cui realizzazione occorre l’azione sinergica dei riferimenti come innanzi indicati: sarà realizzata?
Michele Apollonio