Una bandiera azzurra e gialla firmata da alcuni soldati ucraini dislocati al fronte e un messaggio di ringraziamento scritto su un foglio di carta sono stati consegnati da Oksana Kosmynka e due sue connazionali, Paola e Anna, alla sezione di Manfredonia AMMI – Donne per la Salute nel corso di una breve, suggestiva e a tratti commovente cerimonia organizzata dalla Presidente Michela D’Errico e dal suo Direttivo, che hanno ricambiato con il gagliardetto del sodalizio e un calorosissimo abbraccio esteso idealmente a tutta la popolazione ucraina che da oltre due anni vive le conseguenze della guerra di occupazione da parte dell’esercito russo.
A ri-mettere in contatto la comunità delle ucraine che lavorano a Manfredonia e l’AMMI (che aveva già fornito aiuto all’arrivo dei profughi durante la prima emergenza provocata dal conflitto) è stata una raccolta di farmaci da banco e medicamenti di prima necessità proposta da una loro connazionale, da poco rientrata in Ucraina e in particolar modo colpita dalle difficoltà che affrontano i soldati in prima linea dove servono anche i più pratici e banali presidi per gestire le ferite, la febbre, il dolore. Da qui l’iniziativa di reperire antibiotici, antidoloorifici, antipiretici, bende, garze, siringhe, disinfettanti da inviare a quanti, molti dei quali giovani, devono restare in trincea a presidiare il fronte.
Le emozioni, dall’una e dall’altra parte, sono state palpabili e destinate a rimanere impresse per lungo tempo. Oksana, Paola e Anna (in rappresentanza delle ucraine della comunità sipontina che si sono impegnate per questa raccolta cui ha aderito anche AMMI), hanno allestito un tavolo con il pane tipico delle feste, una corona di fiori e la tovaglia finemente ricamata, come prevede un cerimoniale che si ripete ad ogni ricorrenza importante o cerimonia, simboli di accoglienza e di buon augurio ai quali ha fatto da contraltare un oggetto inquietante e di significato diametralmente opposto ma che purtroppo è testimonianza di una realtà mutata, di una quotidianità stravolta chiamata a fare i contri con le sirene antiaeree, i boati delle bombe, i sibili dei missili. Su quella stessa salvietta ricamata dalla bisnonna di Oksana, un cilindro utilizzato per l’alloggiamento degli ordigni a mano.
“Inviare farmaci ai soldati dell’Ucraina – ha detto la presidente D’Errico – non è parteggiare per l’uno o l’altro ma rispondere ad una emergenza umanitaria che continua ad aggravarsi ma che speriamo possa concludersi al più presto con la risoluzione del conflitto…significa speranza di alleviare le sofferenze dei soldati in prima linea che hanno bisogno di tutto, come d’altronde diversi ospedali. Siamo commosse ed onorate di aver ricevuto un tale riconoscimento di gratitudine e ritengo un arricchimento per tutti noi aver accolto i cittadini ucraini tra noi”.
“Abbiamo incontrato le ‘Ammine’ – ha sottolineato Oksana – che ringraziamo per la cordialità e il sostegno che ci hanno dimostrato. La tristezza per la guerra, per le vittime civili e militari è un sentimento molto profondo anche per noi che lavoriamo a duemila chilometri di distanza da Kiev. Auspichiamo la fine di questa occupazione che sta causando perdite di vite e distruzioni immani nel nostro Paese che sta lottando per la difesa dell’autodeterminazione, della libertà, della democrazia e dell’identità nazionale”.