Sabato 19 Ottobre 2024

La chimera del turismo (ma non solo…)

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Nei giorni scorsi è stata pubblicata la Top 20 delle principali destinazioni turistiche in Puglia del 2024 presentata alla recente TTG Travel Experience di Rimini, accreditato riferimento per la promozione del turismo mondiale. In tanti a Manfredonia si sono precipitati a scorrere i due elenchi, uno degli arrivi e l’altro delle presenze, nella certezza, non tanto segreta, di trovarvi anche i dati riferiti alla città che si affaccia sulle sponde del golfo adriatico, per verificare quanto fosse turistica. A una prima scorsa delle

località registrate non hanno trovato il caro nome di Manfredonia. Hanno ripetuto la lettura ogni volta con maggiore lentezza soffermandosi su ogni nome nella speranza di averlo saltato per la fretta. Ma niente: quel nome non c’era proprio. Delusione cocente, ma, più realisticamente, una presa d’atto di una realtà che non è come la si racconta. I numeri hanno il linguaggio della certezza contro le parole che sono invece volanti. Stando all’elencazione di quei numeri Manfredonia è fuori da quella Top 20, confinata nelle retrovie. Un verdetto crudo, inesorabile, ma anche illuminante se si vuole ragionare serenamente, con onestà intellettuale, senza infingimenti su una verità della quale occorre prendere atto se si vuole correre seriamente ai ripari. Dalla richiamata Top 20 si evidenzia che il primato è conteso tra Vieste e Bari. Vale a dire una cittadina balneare del Gargano e una città industriosa capoluogo di regione. Il che vuol dire che non è una attrattiva sia pure straordinaria quali il mare e il paesaggio, creare attrazione turistica, bensì anche una serie di utilities e servizi che rendono piacevole e confortevole un soggiorno. E probabilmente non è un caso, bensì piuttosto un effetto domino o induttivo che scorrendo la citata classifica, si riscontra che la gran parte dei centri facenti parte di quella Top 20 del turismo, sono del barese e giù di lì. Ne fanno parte addirittura Taranto e Brindisi più note per ben altre vicissitudini. Mentre dalle parti nostre oltre a Vieste troviamo solo San Giovanni Rotondo e Peschici. Se consideriamo, come va vagliato attentamente, l’excursus di questi ultimi decenni di Manfredonia, non si può non dedurre che è stata una corsa al disfattismo del quale il turismo ha subito le maggiori e perniciose conseguenze. Ci si è barcamenati in quel capzioso e illusorio dilemma “industria/turismo” senza che si sia riusciti a decidere. Col risultato che sono decadute entrambe le opzioni valevoli per quell’agognato sviluppo di Manfredonia. E il paradosso cocente e lampante è che per entrambe quelle opportunità Manfredonia è ben dotata delle risorse di base. Del fallimento industriale si hanno i riscontri certi e inoppugnabili sui quali tuttavia si continua a giocare una partita senza uscita. Non meno evidenti sono i rovesci che hanno immiserito il fronte che supportava il sospirato turismo. È nella memoria cittadina la dotazione di una offerta variegata di cinema (grandioso l’Arena giardino all’aperto), di un sontuoso Teatro, di una dotazione di alberghi, un collegamento stabile ferroviario e via mare per Tremiti, per non parlare dell’abbandono della doverosa e civile cura della città. È svanito persino il bianco della segnaletica stradale che fa tanto colore. E via di questo passo. Tutto finito, distrutto, sacrificato sull’altare delle “civili abitazioni” che hanno consumato suolo pubblico a non finire. Non sono che sporadici e frammentari appunti della storia dolente di una città che ha rinunciato ad essere tale, a valorizzare le sue indiscutibili eccellenti potenzialità, e a rifugiarsi in una sopravvivenza immeritata e onerosa che ha anche subito l’onta di interventi d’imperio dello Stato. Una condizione dalla quale stenta a ri-alzarsi nonostante gli interventi delle autorità statali. Le speranze rimaste confinate nel più profondo spirito sipontino, sono risposte in questa 22esima legislatura appena avviata. Le attese sono tante e di vitale portata: c’è da cambiare radicalmente modalità di guardare alla città e ai cittadini che in massa hanno preferito cercare altrove come sbarcare il lunario. Una città che da troppo tempo attende di rimettersi sulla retta via.

di Michele Apollonio

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