I pescatori di Manfredonia firmano un protocollo con la società costruttrice
NELLA previsione della realizzazione del Parco eolico offshore floating al largo del golfo di Manfredonia, la società concessionaria Barium Bay e nove cooperative di pescatori di Manfredonia (Azzurra, Paradiso, Brigida, Produttori ittici società cooperativa di Manfredonia, Stella del Golfo, La Rosa dei Venti, Coop. Pesca P&M, Emanuel, O.P Ittici Sud Adriatico) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa i cui punti focali sono: formazione per futuri posti di lavoro, costituzione di tavoli di confronto, monitoraggio sugli effetti del Parco eolico sulla pesca locale, promozione del turismo sostenibile e transizione energetica per i natanti. In buona sostanza le problematiche che la realizzazione di quel Parco eolico va a sollecitare.
IL PARCO eolico della Barium Bay (joint venture tra Gruppo Hope, azienda con headquarter tecnico e sedi operative a Bari, Lecce e Foggia, e Galileo, piattaforma paneuropea per lo sviluppo delle energie rinnovabili), prevede l’istallazione di 74 aerogeneratori per una potenza complessiva di 1.110 MW, capace di generare una quantità di energia elettrica sufficiente per soddisfare il fabbisogno di oltre un milione di famiglie italiane. Il progetto che ha ottenuto il parere positivo della commissione tecnica del ministero dell’Ambiente attende il parere del MIC e potrebbe aprire il suo cantiere nel 2026.
VA DETTO che il Parco della Barium Bay, non è l’unico che si intente realizzare: sono infatti una diecina le richieste di autorizzazione per impianti eolici offshore da impiantare nell’Adriatico al largo dei comuni di Vieste, Manfredonia, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta. Una massiccia presenza di torri eoliche che hanno provocato non poche preoccupazioni non solo nei pescatori ma anche nelle varie espressioni dell’ambientalismo senza peraltro consolidare in azioni concrete le perplessità avanzate.
«IL MARE non è – rileva Michele Scoppio, ceo del Gruppo Hope – un territorio da contendersi, ma anzi con le comunità dei pescatori possiamo trovare le giuste sinergie affinché i parchi eolici galleggianti e le zone di ripopolamento faunistico che faciliteranno diventino una concreta opportunità per una pesca ancora più sostenibile. Solo attraverso questo confronto costante – realizza – si può valutare volta per volta la soluzione più favorevole e instaurare buoni e duraturi rapporti. Questa modalità di lavoro e di fare rete è una nostra best practice e la attuiamo in tutti i progetti che seguiamo».
IL PIANO d’azione attivato dalla Barium Bay è essenzialmente rivolto ai pescatori ritenuta la categoria che più di altre possa essere eventualmente danneggiata, ma il mare – si fa notare da più parti – e in particolare l’Adriatico e più in particolare il tratto al largo del promontorio del Gargano, è interessato ad una molteplicità di attività che vanno dalla pesca, ai traffici mercantili, al diporto. A suo tempo, riserve avanzò il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, circa l’approccio al porto industriale di Manfredonia in grande espansione.
LA SOCIETA’ costruttrice del Parco promette che saranno effettuati «studi ambientali dettagliati prima, durante e dopo la costruzione dell’impianto eolico offshore per valutare gli impatti sulle risorse marine e adottare misure di mitigazione adeguate». Sarebbe pertanto opportuno che anche il Comune di Manfredonia si interessasse all’impresa di non certo trascurabile rilevanza e portata anche per eventuali benefit compensativi per la popolazione.
Michele Apollonio