Risalirebbe al 1714 la fondazione della Chiesa rurale di San Matteo nei Funni, nella piana di Mattinata, tornata al suo originario splendore dopo l’intervento di restauro eseguito con certosina attenzione al valore autentico di un luogo di culto di straordinaria bellezza. A datare quella nascita è Matteo Giordani, Canonico dell’omonima nobile famiglia di Monte Sant’Angelo, come annota in un suo scritto del 1988 Don Salvatore Prencipe su “Mattinata, la Nuova Matinum”. E difatti si può certamente dire che le caratteristiche architettoniche religiose di una Chiesa tanto antica quanto nascosta costituiscono un unicum non solo per quella che rivela la sua tipologia strutturale ma anche per la storia che racconta. L’intervento eseguito, un piccolo capolavoro, è il frutto della tenace volontà della famiglia Bisceglia che ha inteso così continuare quella che può definirsi una secolare tradizione che lega la comunità di Mattinata a questo suo eremo religioso. Sulla campana della Chiesa si legge ancora l’epigrafe: in onore di S. Matteo Apostolo, il Can. Matteo Giordani 1714. Quella dei Giordani, aristocratica famiglia montanara, è una bella storia. Possedeva con pieno titolo la vigna di San Matteo dov’è appunto la Chiesa. Sin dal 1735 ne affidò la custodia a un frate eremita, tale Domenico Grillo, con il compito di mantenerne le vestigia con cura e devozione. Le carte ci dicono che già nel 1893 furono eseguiti importanti restauri a causa dei danni del terremoto che colpì la costa meridionale del Gargano il 10 agosto di quell’anno, con epicentro localizzato proprio all’altezza del porto di Mattinata, all’epoca semplice frazione rurale di Monte Sant’Angelo. I lavori furono commissionati dall’Avvocato Lorenzo Bisceglia che in seguito acquistò l’intero sito dalla famiglia Giordani, per passarlo in eredità al figlio, il Grande Ufficiale dottor Michele Bisceglia che a sua volta, permanendo in vita, decise di donarlo al figlio, il dottor Silvano. Il recupero portato a termine nei nostri giorni ha un qualcosa di eccezionale non solo sul piano religioso ma anche sul versante del ripristino architettonico affidato a professionisti di prim’ordine come Iole Stanziale, Pasquale Merra e Alex De Muzio che ne hanno minuziosamente diretto i lavori con uno studio attento alle tipologie degli elementi architettonici e delle finiture. La messa in opera è stata curata, per le lavorazioni edili, dall’Impresa Restauri Monumentali di Matteo Notarangelo e dall’Impresa Omphalos Restauri di Leonardo Marrone per gli interventi di restauro nella Chiesa. Il progetto non ha mancato di rivedere anche l’adeguamento delle pertinenze esterne per poter garantire la massima fruibilità della struttura che oggi torna a riflettere la sua antica, romantica bellezza. Una solenne cerimonia religiosa, dopo la presentazione dei lavori di restauro, ha coronato questo significativo evento nel giorno della ricorrenza dei Primi Vespri, celebrati da Don Luca Santoro, Parroco Abate di Mattinata cui è seguita la Benedizione della Cappella ed il rito eucaristico, presieduta da Monsignor Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo emerito di Lecce, che ha ricordato con parole di dolcezza l’importanza di un avvenimento che torna a scrivere pagine di una storia che rischiava di perdersi nell’oblio. “Alla Famiglia Bisceglia va il merito di aver raccolto questo desiderio interiore del tessuto collettivo di Mattinata per tramandarlo alle nuove generazioni”, le parole sincere del Sindaco di Mattinata, Michele Bisceglia. “Una circostanza – ha detto il dottor Michele Di Bari, oggi prefetto di Napoli e consorte della signora Rosalba Bisceglia- che ha perpetuato l’antica tradizione secolare di Fede che ha visto convenire un’intera comunità unirsi in preghiera testimoniando un autentico segno di comunione”.
di Micky dè Finis