Non si è ancora a questo punto ma si sta facendo di tutto perché la pesca diventi una favola da raccontare a posteri. Il dati statistici mostrano chiaramente quale sia stato l’andamento della pesca italiana in quest’ultimo ventennio. Èimpressionante la decisa e costante flessione della produzione e conseguentemente dei ricavi della pesca nazionale. Naturalmente tutti i parametri che misurano lo stato dell’arte della pesca, indicano un andamento decrescente parallelo a quello mostrato. Così la consistenza della flotta da pesca: dal 2004 al 2023 ha subito un consistente, progressivo, inarrestabile calo nel numero di battelli, nella GT (stazza), nella potenza in KW. E di conseguenza l’andamento dei giorni di pesca sono precipitati da circa 1.900 del 2008 ai meno di 1.100 del 2023. E così via. Quali le ragioni di tale preoccupante trend? Essenzialmente le misura di programmazione settoriale intraprese a livello comunitario e nazionale finalizzate a riequilibrare lo sforzo di pesca con la disponibilità delle risorse. Tra i fattori e cofattori che influenzano lo stato delle risorse ittiche, sono evidenziati: riduzione della flotta; riduzione dei giorni lavorativi in mare; cambiamenti climatici; specie aliene invasive pedatrici (l’ultimo in ordine di tempo, il devastante granchio blu); degrado ambientale; variazione risorse ittiche come conseguenza dei cambiamenti nei rapporti prede-predatori; pesca illegale; riduzione delle aree accessibili alla pesca per vincolistica e politica di conservazione anche in relazione all’espansione di altri usi del mare (da ultimo i parchi eolici offshore). Una serie di cause e concause che hanno determinato la crisi del sistema pesca. La situazione al 2023 della pesca italiana registra 116.276,79 tonnellate di catture complessive. Il maggiore apporto è dato dallo “strascico” (38.539,23 tonn.), seguito dalla “volante” (19.564,66 tonn.) e dalla piccola pesca (18.974,20 tonn.). Piccola pesca che concorre con gli 8.130 battelli alla composizione della flotta peschereccia di 11.685 battelli distribuiti pressoché uniformemente nelle varie regioni italiane affacciate sul mare. Con la Sicilia e la Puglia in testa rispettivamente con 3.330 e 1.738 battelli. Puglia che trae i suoi maggiori vantaggi dai natanti a strascico che producono il 46 per cento della produzione totale (sarà vietata nel 2030). Un mondo, quello della pesca, in continua trasformazione che i dati esposti dall’Associazione generale cooperative italiane tratteggiano eloquentemente e che mostrano inesorabilmente come il sistema pesca vada gradualmente contraendosi. La più grande risorsa naturale sempre più oggetto di ridimensionamento. È del maggio scorso l’intento della UE di istituire il 10 per cento delle zone di mare comunitarie vietate alla pesca. E Manfredonia? La situazione della pesca sipontina è completamente immersa e condizionata dalle problematiche nazionali. Anche se i banchi di vendita al minuto presentano una abbondanza e ricchezza di prodotto, la situazione di fondo è alquanto critica. Il riferimento oggettivo è il mercato ittico a gestione privata, che ha rinviato l’apertura a dopo una serie di attività che ne dovrebbero rilanciare la funzione e l’operatività. Come noto, la struttura, tra le maggiori esistenti, è stata ceduta dal Comune (delibera 18 marzo 2018) all’Autorità di sistema portuale. Una cessione sulla quale chiesero inutilmente chiarimenti il consigliere comunale Gaetano Prencipe nel giugno 2020 e più recentemente il consigliere comunale Giuseppe Marasco. I pescatori locali lo disertano preferendo conferire il pescato ad altre organizzazioni. Intanto il numero dei pescherecci sono sensibilmente diminuiti (meno di 200) ma almeno una ventina sono in demolizione. Altre sono in vendita. Sopperisce la “piccola pesca” artigianale. Contrattosi conseguentemente il numero degli addetti e il reddito del settore che si ripercuote sulla città. La pesca non è più il salvadanaio della economia cittadina. Gli interrogativi che gravano sono tanti e di difficile scioglimento. La pesca in generale va incontro a trasformazioni sostanziali che incideranno sull’intero sistema.
di Michele Apollonio