È tempo di dare la svolta decisiva per un Parco archeologico organizzato
L’OPEN DAY di domenica prossima 6 ottobre, sarà la giornata clou delle “Attività di archeologia pubblica” svoltesi nel corso della campagna di scavo 2024 al Parco archeologico di Siponto. Sono previste visite guidate al cantiere di scavo, laboratori per gli studenti, rievocazioni storiche, iniziative culturali musicali e teatrali. Un assaggio di quello che potrà essere il Parco archeologico di Siponto una volta completate le operazioni di ricerca e organizzato il Parco archeologico da offrire al grande pubblico. Quattro campagne di scavo hanno portato alla luce una gran varietà di vestigie interessanti ed originali di quello che è stato uno dei centri strategici con considerevoli dinamiche commerciali e culturali, arricchite dal passaggio di diverse civiltà dalla romana fino all’abbandono in età tardomedievale.
UN LAVORO certosino e metodico condotto dalle Università di Foggia e Bari con la direzione dei professori Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifig) e Giuliano Volpe (Uniba) in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Barletta, Andria, Trani, Foggia che hanno guidato i gruppi di lavoro di studenti arrivati anche da altri atenei. Notevoli e di grande attrattiva le scoperte archeologiche dalle mura urbiche, ai resti di abitazioni romane, all’area portuale, una chiesa romana e una chiesa medievale, sepolture varie, frammenti di ceramiche, utensili e monete, fino ai resti dell’anfiteatro risalente all’età Augustea. Un impianto notevole di 78 metri per 68, della capacità di ottomila spettatori.
UN’AREA rivelatasi fonte di fondamentali indizi per la ricostruzione dell’evoluzione della città, per le diverse stratificazioni accumulatesi nel tempo fino alla sua dismissione nel V-VI secolo, per effetto della diffusione del cristianesimo. L’anfiteatro divenne una cava di materiali edilizi mentre l’area venne utilizzata per sistemarvi il cimitero ed altre strutture urbane. Nei tempi moderni è stato costruito addirittura il fabbricato di una masseria. Una dimostrazione di come il completo disinteresse per quel patrimonio archeologico abbia nuociuto alla integrità dell’impianto dal fascino speciale, del quale è rimasto la parte inferiore del muro realizzato in opera reticolata di quasi due metri di altezza.
IL RITROVATO interesse e il lavoro pregevole fin qui svolto dagli archeologi, fanno bene sperare per il prosieguo delle ricerche e soprattutto per la pianificazione di quello che dovrà essere un Parco archeologico accessibile al pubblico, compresa la sistemazione dell’area di pertinenza con l’esecuzione dei progetti specifici previsti. In tale verosimile prospettiva in chiave anche turistica, occorre che vi sia una continuità nell’opera di scavo, non certo per un mese all’anno, ma continua fino alla definizione di un Parco visitabile stabilmente. Compresa la messa a punto della necessaria organizzazione logistica di supporto agli operatori, oggi affidata alla buona collaborazione della Diocesi di Manfredonia, alla Caritas diocesana, alla cooperativa sociale Medtraining e al Comune di Manfredonia. Quella del Parco archeologico è una grossa opportunità culturale e economica da non perdere. Una esigenza non più eludibile consegnata alle Autorità istituzionali e alla Soprintendenza.
Michele Apollonio