Domenica 22 Dicembre 2024

1976 – 2024. La Piana di Macchia reclama con forza la sua vera vocazione. Adesso… o mai più

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Dopo 48 anni dallo scoppio della colonna di assorbimento di anidride carbonica presso l’ex Enichem, continua senza sosta il grido disperato di Manfredonia al quale si sarebbe dovuto unire quello di Monte Sant’Angelo per l’ennesimo scempio che si vorrebbe perpetrare ai danni della già tanto martoriata Piana di Macchia, a pochi metri dalla città sipontinna. Per memoria storica diciamo che la vasta zona  dell’ex Enichem, (isola 12) é interessata alla realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di materia prima-seconda (MPS), derivata dal recupero e/o riciclaggio della plastica dal ciclo della differenziata effettuata dai Comuni. Non si conosce l’entità dell’opera, ma stante all’ingente finanziamento già disposto dalla Regione Puglia (24.158.377,54) di euro, si suppone debba essere di notevoli proporzioni. Considerato che fino ad oggi non si conosce quale possa essere l’impatto ambientale su di un territorio già devastato. Non si è tenuto in debito conto dell’esistenza di un altro impianto di prima selezione di carta, metalli e vetro che trovasi nell’interno del capannone dell’ASE. Ma lo sconcerto maggiore è di non aver considerato, come accennato, che il costosissimo impianto sarà, probabilmente, ubicato in una delle zone non ancora disinquinate, per la presenza nel sottosuolo di rifiuti tossici contenuti in centinaia di fusti, che, a quanto ci risulta, mai rimossi. A deciderlo fu proprio il Comitato Tecnico Scientifico per il disinquinamento, nella seduta del I° ottobre 1976, a pochi giorni dallo scoppio della colonna di arsenico. “L’ANIC, è riportato nel verbale, comunica che procederà al disinquinamento delle aree dello stabilimento con stivaggio del materiale nocivo in fusti che verranno cementati in apposite vasche in cemento stagne e sepolti con calcestruzzo. Individuate tre zone inquinate: a – Area dello stabilimento; b) – Area perimetrata dai Comuni di Manfredonia e Monte Sant’Angelo; c) – Area esterna alla zona B”. Se, anche il sottosuolo dell’isola 12 custodisse detti rifiuti, verrebbe da chiedersi: come è stato possibile prevedere la realizzazione di un impianto di tale portata, senza averlo preventivamente bonificato? Stessa domanda per gli altri insediamenti esistenti che sconvolgono i sani di mente: la esistenza di un apprezzabile, quanto realizzabile progetto di governo, mai preso in considerazione, presentato nel lontano 2017 in un pubblico comizio dal Movimento ”La Città Nuova” – Monte Sant’Angelo Civica, con proposte strutturali che possono cambiare i destini produttivi e paesaggistici della Piana di Macchia,. Tre le proposte,che possono così riassumersi: 1) – LA COSTA: Piano delle coste. Messa in sicurezza delle falesie. Piano urbanistico generale. Parco Pubblico Naturale lungo gli 11 km. della costa di Macchia. 2)AGRICOLTURA: Progetto Piana degli ulivi. Organizzazione di una filiera del prodotto olio a condizioni di strategia di commercializzazione e marketing comuni per i produttori. Uno dei problemi della Piana di Macchia è la proprietà molto frazionata e tra le priorità del progetto c’è anche quella di mettere in atto delle strategie per spingere i privati ad aggregarsi o a cedere una parte dei terreni per l’utilizzo agricolo. In detto Piano è prevista anche la creazione di un prodotto da rivolgere direttamente agli utenti del turismo di Monte Sant’Angelo, (aggiungeremmo, Manfredonia e Mattinata), per attivare una relazione virtuosa tra produttori, distributori e acquirenti nella logica del chilometro zero. 3) INDUSTRIA: Coinvolgere la parte a sud della Piana di Macchia, al fine di coniugare la vocazione agricola e turistica del territorio con l’attività di tipo industriale, a condizione che si proceda rapidamente e con efficacia al completamento delle operazioni di bonifica del Sito d’Importanza Nazionale (SIN), ex Enichem. e solo con l’individuazione di imprese che rispondano a un modo nuovo di fare industria, basata sull’HI-Tech e sulla sostenibilità sia del processo produttivo che del prodotto”. Un progetto bellissimo che, a nostro avviso, si sposerebbe molto bene con il territorio. Supponiamo, partorito dalla mente dei giovani, che meriterebbe tanta attenzione e considerazione da parte di quella politica che, fino ad oggi, con cecità, insipienza e avidità, ha fatto scelte scellerate, distruggendo una Piana che poteva diventare un’altra Valle dell’Eden, cambiandone la fisionomia socio-economica e politica, in uno a restituirle la sua vera vocazione: agricola, turistica e industriale, ma quella sostenibile. Questo è ciò che la Piana di Macchia da anni reclama a gran voce, cosa che fino ad oggi la politica le ha sempre negato. Siamo convinti, però, che la politica, quella sana stia cambiano registro. Finalmente si è compreso che da soli non si va da nessuna parte. Alla buonora si è compreso che, unendo le forze è possibile superare tutti gli ostacoli. I primi segnali partono dal cambio della guardia a Palazzo S. Domenico con l’insediamento della nuova compagine amministrativa guidata dal dott. Domenico Lamarca. Dalla sua lungimiranza, a partire dalla demolizione dei nastri trasportatori, nel coinvolgere la classe politica regionale, sottolineando che: “Non c’era modo migliore per cominciare. La demolizione dei nastri rappresenta un cambio di pagina. Manfredonia è chiamata a diventare un punto di  riferimento per lo sviluppo, grazie al porto, all’area industriale, alla ferrovia e all’aeroporto, ma soprattutto con il gioco di squadra delle realtà locali”. Oggi sulla situazione della “salute, tutela dell’ambiente e la rinascita del Gargano”, con il coinvolgimento dei sindaci di Monte S. Angelo e Mattinata. perché… “i figli migliori della nostra Capitanata che, ammaestrati dal passato, desti e fieri della propria grandezza, avranno tanta forza di scuotere il giogo dell’antico fato per rivolgersi con amore alla propria terra che oggi guardano da tergo diffidenti e tristi per colpa di chi li vollero miseri e negletti” (Raffaelllo di Sabato),.da: “Il Porto di Manfredonia nella vita economica della Capitanata” Ed. ManfredoniaNews.it 2008. I presupposti ci sono. Non sprechiamo questa ghiotta occasione. Adesso, o…mai più!.

Matteo di Sabato

 

 

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