Martedì 24 Settembre 2024

Mons. Andrea Cesarano, gigante della storia sipontina

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Mons. Andrea Cesarano, arcivescovo di Manfredonia dal 1931 fino alla sua morte avvenuta il 20 dicembre 1969, ha il suo nome legato a filo doppio con la nostra città. I segni della sua opera pastorale nella diocesi sipontina sono tangibili ancora oggi e, forse, questo tenace e intraprendente vescovo, la cui immagine inginocchiata davanti alla Madonna di Siponto svetta rappresentata nel frontone di Piazza Giovanni XXIII, non è abbastanza ricordato, nonostante abbia fatto tanto per la città e la sua popolazione dell’epoca. Come afferma Michele Apollonio nel suo racconto I Tedeschi! I Tedeschi!, pubblicato nella raccolta di racconti La ragazza col pancione (appula aeditua, 2024), “Cesarano rimane un gigante nella storia moderna di Manfredonia: la città e la popolazione gli devono molto”. Apollonio nel suo racconto fa riferimento al periodo bellico della Seconda guerra mondiale, allorché all’indomani dell’armistizio con le forze alleate anglo-americane l’8 settembre 1943 l’Italia era sotto scacco dei tedeschi e, intanto che gli alleati li ricacciavano indietro, nelle città invase avvenivano rappresaglie, deportazioni, torture, distruzioni e fucilazioni. Anche Manfredonia, per fortuna solo dall’8 settembre al 1° ottobre, patì l’invasione tedesca subendo violenze, incendi, minacce e saccheggi, navi affondate, le strutture portuali minate e persino il castello pieno di esplosivi. Ci furono anche dei morti. È famoso l’episodio del 9 settembre quando i tedeschi sequestrarono una corriera, e nella sparatoria verso i cittadini che tentavano di cacciarli con le pietre venne ucciso un bambino di 4 anni, Pasquale Grieco. Il marinaio Nicola La Torre arrabbiato per la morte del bimbo sparò verso la corriera uccidendo un soldato tedesco. I suoi commilitoni a questo punto fecero prigionieri venti manfredoniani con l’intento di ucciderli per vendicare la morte del loro compagno. Fu l’intervento di Monsignor Cesarano a impedire la strage. Il vescovo si parò davanti alle mitragliatrici offrendosi in cambio dei venti cittadini. Il gesto fu talmente inaspettato da dissuadere i soldati tedeschi dal loro intento iniziale. Infatti, essi salirono sulla corriera sequestrata e andarono via verso Vieste senza uccidere nessuno. Questo gesto valse a Mons. Cesarano la Medaglia D’Argento al Valore Civile, con questa motivazione: «Durante il periodo dell’occupazione tedesca di Manfredonia, dal 9 al 26 settembre 1943, sprezzante d’ogni minaccia occorreva, ove fossero in pericolo vite umane: sotto bombardamenti e mitragliamenti di aerei ponendosi anche a braccia aperte dinanzi ad una postazione di mitragliatrici pronte a far fuoco sulla folla, salvava numerose vite umane, aiutava fuggiaschi, riusciva ad impedire che si operassero distruzioni e rovine, con conseguenti eventi sanguinosi. Mirabile esempio di abnegazione e di altissima virtù cristiana». A Mons. Cesarano Manfredonia deve riconoscere anche l’incoronazione del quadro dell’Icona della Madonna di Siponto da parte del suo caro amico Angelo Giuseppe Roncalli. Il presule era così affezionato a colui che poi divenne Papa Giovanni XXIII da dedicargli la piazza principale della città con un nuovo prospetto e una grande statua di marmo. A tutto questo va aggiunto il suo impegno a favore dell’istruzione. Grazie a Mons. Cesarano vennero aperte scuole dalle materne al ginnasio affidate a suore e sacerdoti, senza dimenticare i più deboli per i quali finanziò il Centro di riabilitazione motoria, ancora oggi a lui dedicato, e la famosa Villa Rosa destinata a divenire una casa di cura per sacerdoti, anziani ed inabili, forse l’unico suo progetto non andato a buon fine.

Mariantonietta Di Sabato

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